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Il Foglio Rassegna Stampa
28.11.2013 Francia: chi produce islamofobia
Non c'è da stupirsi che sia in aumento

Testata: Il Foglio
Data: 28 novembre 2013
Pagina: 3
Autore: Editoriale del Foglio
Titolo: «Islamofobia in Francia, il conto non torna»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 28/11/2013, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Islamofobia in Francia, il conto non torna".

Ilan Halimi, torturato e assassinato da fondamentalisti islamici perché ebreo

L’Osservatorio francese sull’islamofobia ha reso noto che nel paese gli atti classificati come “islamofobi” hanno registrato un aumento dell’11,3 per cento nei primi nove mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (in cifre assolute, 157 episodi contro i 141 del 2012). Alcuni commentatori – come per esempio il giornalista e studioso di islam Alexandre Del Valle su Atlantico. fr – notano però che siamo ancora molto lontani dagli episodi di cristianofobia e di antisemitismo, e che la lontananza è soprattutto qualitativa, oltre che numerica. Il censimento dell’Osservatorio non distingue tra episodi di semplice critica dell’islam e aggressioni vere e proprie, mentre nessuno si sognerebbe, nella Francia della laïcité, di classificare le critiche alla religione cristiana come “cristianofobia”. Solo un’infima parte dei 157 atti islamofobi denunciati riguarda aggressioni fisiche o attentati a moschee; mentre, nello stesso periodo, l’Osservatorio sulla cristianofobia ha registrato 250 episodi, tra aggressioni di sacerdoti, attentati incendiari a chiese, profanazioni e vandalismi a tombe cristiane o a luoghi di culto. Da notare poi che gli imam aggrediti quest’anno lo sono stati da parte di correligionari integralisti (è il caso dell’imam Chalghoumi di Drancy, ora sotto protezione). Anche i 614 episodi di antisemitismo del 2012 attengono all’identità ebraica in sé. Il diverso metro per giudicare l’ostilità all’islam e quella verso i cristiani e gli ebrei sembra dar ragione alle preoccupazioni del filosofo Alain Finkielkraut, quando dice che “la cattiva coscienza del politicamente corretto non tollera nessuna deviazione dall’espiazione perpetua”.

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