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Non disturbare i leoncini simboli di speranza
Cari amici, vedete, non si finisce mai di imparare. Prendete per esempio Obama, o meglio i suoi rapporti con Israele. Molti media hanno fatto notare che le questioni sostanziali sul tappeto erano due, le trattative di pace con i palestinesi e la minaccia atomica dell'Iran. E si diceva anche che Obama ponesse un legame, un link fra di esse, in un senso preciso: se gli israeliani cliccavano sul problema dell'atomica iraniana, Obama rimandava alla pagine delle trattative con l'Anp (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/173679#.UpJkisTmPns ). Fino a quando gli israeliani “facevano concessioni” sulla “pace”, per esempio liberando degli assassini rei confessi e condannati in regolari processi solo per il fatto che l'Anp ha una particolare simpatia per i propri concittadini terroristi, Obama avrebbe dato una mano a Israele contro la minaccia iraniana. Ora che Obama ha deciso di dare una mano non agli israeliani ma agli iraniani, il link potrebbe andare nella direzione opposta: dato che Israele si oppone al meraviglioso accordo in cui l'Iran si tiene le centrifughe e il diritto di arricchire l'uranio cioè di fare la bomba atomica prima o poi, e l'America (e l'Europa, naturalmente, serva sciocca) si tiene le sanzioni, nel senso che se le tiene in saccoccia, non le applica più – be' allora Obama è libero di accorgersi quanto sono cattivi i sionisti (direi piuttosto gli ebrei, ma non vorrei che in questo caso vi venisse da pensare che il presidente degli Stati Uniti sia un antisemita, il che, vi assicuro, non è assolutamente vero, neanche un pochino così...). Il fatto è che gli ebrei (pardon gli israeliani – per Obama) sono davvero cattivissimi come scrive sempre più di frequente il Jenin Times (pardon, l'autorevolissimo New York Times), quello comunque che per illustrare la notizia di un ragazzo in servizio militare sgozzato da un arabo mentre sonnecchiava in un pullman usa l'immagine della madre angosciata, ma non quella della vittima, quella dell'assassino, così, per riequilibrare emotivamente la notizia, come ha spiegato il giornale, preoccupato che qualcuno potesse sentire solidarietà per un ebreo (pardon per un israeliano, figuriamoci se il New York Times è antisemita) ammazzato a tradimento, invece che dell'eroico combattente per la libertà con le mani sporche di sangue... (http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/14145#.UpJi2cTmPnv ) Questa sì che è par condicio !
Lo stesso Jenin/New York Times riferisce con evidenza (http://www.nytimes.com/2013/11/22/world/middleeast/2-lions-their-birth-hailed-by-gaza-die-within-days.html?_r=0 ) che i cattivi ebrei (pardon, cattivi israeliani, lo dice un giornale d'onore, per nulla antisemita...) sono i responsabili della morte di due cuccioli di leone nello zoo di Gaza, simbolo dell'eroismo della resistenza della Striscia (cioè di Hamas...) Il fatto è che qualche giorno fa l'aviazione israeliana ha distrutto due delle rampe di lancio usate per sparare sulla popolazione civile in Israele, che la sagacia davvero eroica dell'armata islamica aveva piazzato in mezzo alla popolazione civile non lontano dalla gabbia dei leoni, i quali si sono troppo spaventati per il rumore e hanno smesso di mangiare, morendo per questo. A parte la bizzarra teoria dell'anoressia acustica dei leoni, la colpa non è di Hamas che spara razzi sulle città (in fondo gli obiettivi sono israeliani, cioè ebrei, il che rende molto meno grave il reato agli occhi del Jenin Times) e neppure c'è colpa nel mettere le rampe missilistiche in mezzo alla gente: non vorrete mica che rendano le cose facili agli israeliani? La colpa è loro che, con tipica malignità ebraica, non si prendono come dovrebbero i razzi come punizione per l'arroganza di esistere e di pretendere anche di avere uno stato, ma hanno la faccia tosta di reagire, spaventando i poveri cucciolini che stazionano da quelle parti. (Per un'analisi critica della notizia potete leggere qui: http://www.americanthinker.com/blog/2013/11/nyt_blames_israel_for_deaths_of_two_lion_cubs.html? . Notate che la stessa storia strappalacrime è stata ripresa pari pari dal “Corriere della Sera”, per la serie taglia-e-incolla, con la geniale aggiunta di un commento nel titolo: “così muore la speranza” : http://80.241.231.25/ucei/Viewer.aspx?Mode=S&ID=2013112326126952 ).
Fatto sta che Israele è sempre stato riluttante a inserire fra i beni che passano sul suo territorio materiali di costruzione come il cemento armato, pensando che potesse essere usato per scopi militari. L'anno scorso si è fatto convincere dagli americani a fare un “gesto di buona volontà”, come la liberazione degli assassini e ha consentito il passaggio fra l'altro di prefabbricati di cemento. Col bel risultato di trovarseli tutti quanti di nuovo in territorio israeliano, usati per costruire i tunnel che arrivavano accanto a un asilo infantile e a un posto di guardia, con l'evidente intenzione, confermata poi dal portavoce di Hamas, di rapire qualche altro israeliano e ripetere l'eroica impresa del sequestro Shalit. Per pura malvagità, naturalmente, gli israeliani hanno dedotto da questo innocente sport di costruire buchi per terra in territorio israeliano invece che case, ospedali, scuole a Gaza, il pretesto per non consegnare più cemento ai bravi ingegneri minerari islamisti, così vicini ai No Tav in tutto salvo che per l'amore dei trafori. Ma voi capite che rifiutarsi di fornire i materiali a chi tenta di rapirti è del tutto sleale. E infatti prontamente è intervenuto l'Onu, nella persona del baldo commissario dell'Unrwa, l'ente dedito alla moltiplicazione e all'eternizzazione del problema dei “rifugiati” palestinesi, attraverso il reclutamento dei pronipoti e dei secondi cugini di chiunque sostenga di aver fatto anche una capatina in Israele prima del '48 a scopo turistico, purché arabo purosangue e rigorosamente musulmano. L'Unrwa ha elevato una vibrata protesta (chissà perché le proteste vibrano... comunque la trovate qui: http://www.jpost.com/Middle-East/UN-blames-Gaza-projects-shutdown-on-Israel-building-materials-ban-330690 ) per il fatto che Israele con il suo terribile assedio stava impedendo di realizzare i capolavori architettonici previsti dallo stesso ente, non si sa bene se sottoterra o sopra, in analogia a quella sua scuola che durante l'operazione piombo fuso fu trasformata in un centro di comando di Hamas, naturalmente senza che i funzionari internazionali avessero obiezioni alla modoifica di destinazione d'uso della loro proprietà. Ecco un'altra prova della perfidia giudaica. Questa volta, a quanto ne so, Il Jenin Times non ne ha parlato. Ma Obama senza dubbio troverà il link giusto. Solo lui è in grado di smascherare la violenza di uno stato che non ha neanche la correttezza di lasciarsi rapire i cittadini senza frapporre ostacoli edilizi o il buon gusto di farsi bombardare senza disturbare i poveri leoncini, simboli di speranza. Yes, he can, Ugo Volli |
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