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Vauro, Nirenstein & il Corriere 23/11/2013

La massima mediocrità creativa oltre a quella squisitamente tecnica si manifesta negli schizzi insipidi di Vauro, che abbisogna di miserabili stereotipi tanto cari ai nazistelli ex sessantottini con l’eskimo impolverato gettato nell’armadio.
Il Corriere della Sera ha nel suo organico direttori editoriali, che non sanno valutare con minimo buongusto e decenza le boiate (opere grafiche) del “Piranesi” vignettista. Sai le berciate ammiccanti dei compagni di merenda, magari quando lo incontrano gli offrono un bicchiere di rosso nel corso delle feste della sinistra, e virili pacche solidali sulle spalle, perché lui si esprime come vuole il popolo progressista.
Intanto che cazzo centra “vestirla” come una stracciona, imbardata dagli odiati simboli (fasci littori) che lui ama rappresentare. Molto probabile lui ne abbia un attaccato al portachiavi. La Stella di Davide, secondo lui è simbolo di nefandezza? Ma in che mondo di paranoie vive?
Affibbiare a F. Nirenstein il simbolo di Forza Italia è facile per lui, non avendo risorse democratiche nel suo “acume leonardesco”.
Un consiglio al genio della satira umoristica: perché non frequenta un corso serale per aspiranti fumettisti. Intanto gli insegnerebbero l’etica del rispetto verso il prossimo e poi, a tracciare segni grafici decenti sulla carta perché, in questo senso i bambini delle elementari sono più evoluti.
Quando un “artista” è tale, non si rifà a elaborati fatti con lo stampino (manca solo il numero di tiratura). “Insigne maestro”, il Corriere della Sera è già in crisi se poi impagina anche gli obbrobri spacciati per vignette satiriche, vuol dire che il quotidiano milanese è arrivato alla frutta.

Jean Génois

Il Corriere applica (quasi) sempre la logica del "colpo al cerchio, e uno alla botte). Per vendere occorre accontentare tutti, il che non è sempre vero. Ad esempio la Repubblica ha una linea rigorosamente di sinistra, eppure vende. Il problema vero sta nel prodotto, su questo anche i giornaloni estenti da più di un secolo, arrancano. Il Corriere, appunto, pubblica le vignette di Vauro, che ben poco hanno a che vedere con la satira, quanto piuttosto con l'attacco personale.
IC redazione


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