Come l’Autorità Palestinese combatte la disoccupazione
Commento di Federico Steinhaus
I 104 prigionieri palestinesi (alcuni già rilasciati) incarcerati in Israele per crimini legati al terrorismo riceverenno massicci aiuti economici dall’Autorità Palestinese:
-quelli rilasciati in base agli accordi recenti (che prevedono la possibilità di costruire insediamenti in cambio della fine della loro detenzione) hanno ricevuto un forfait di 50.000 dollari;
-ogni prigioniero palestinese che abbia trascorso più di 25 anni nelle prigioni israeliane riceverà lo status di viceministro oppure di generale dell’esercito, con uno stipendio mensile di quasi 4.000 dollari;
-i prigionieri che sono stati condannati a pene da 15 a 25 anni riceveranno lo status di direttore generale di ministero oppure di brigadiere generale, con uno stipendio mensile di quasi 3.000 dollari;
-il palestinese che ha trascorso più tempo nelle prigioni israeliane, il terrorista Issa Abed Rabbo, riceverà inoltre un premio addizionale di 60.000 dollari ed inoltre l’Autorità Palestinese pagherà il conto del suo matrimonio.
Queste notizie sono state pubblicate su Ynet News da Elior Levy, e confermano con dettagli inediti quanto già da tempo si sapeva, che cioè l’Autorità Palestinese, come del resto Hamas, interviene con importanti somme di denaro a favore dei terroristi e delle loro famiglie.
A questo punto sono due le questioni che saltano agli occhi e richiederebbero risposte convincenti:
1) da dove l’Autorità Palestinese prende questo denaro, e se è fondato il sospetto che esso provenga dagli aiuti umanitari dell’occidente, e
2) se questo sistema di sovvenzioni e premi ai terroristi non abbia l’effetto di moltiplicare, soprattutto fra le famiglie più povere, l’incitamento a compiere atti di terrorismo.
Federico Steinhaus