"Terrorismo fai-da-te "
commento di Federico Steinhaus
Federico Steinhaus, Hassan Nasrallah con Khaled Meshaal
Da diverso tempo gli israeliani sono vittime di isolate aggressioni, quotidiane ed in apparenza tutte individuali e senza alcun collegamento fra di loro. Una persona viene pugnalata in una città, una macchina viene bersagliata da sassi lungo una strada, un’altra persona viene aggredita in una città ancora diversa, un palestinese spara con una pistola lanciarazzi, e così via.
Questo stillicidio è senza dubbio snervante, ma il punto essenziale è probabilmente un altro, ed è politico.
Hamas è paralizzato dalle vicende egiziane, posto sotto assedio anche a seguito delle azioni terroristiche organizzate nel Sinai, alle quali il “nuovo” Egitto militarizzato ha risposto con durezza, indebolito dalla scoperta di svariati tunnel che si infiltrano in territorio israeliano allo scopo dichiarato di rapire israeliani per poi chiedere la liberazione di prigionieri palestinesi.
Hezbollah a sua volta è posto in quarantena dalla guerra civile in Siria e dalle difficoltà che deve affrontare l’Iran, suoi prncipali sponsor politici e fornitori di armi.
In questa situazione Israele gode – anzi godrebbe – di una relativa tranquillità ai suoi confini ed all’interno. Questo duplice vantaggio tattico si tradurrebbe in un ulteriore danno politico per i suoi nemici, già indeboliti da altri fattori.
Da questa semplice analisi, che sicuramente hanno fatto i movimenti terroristici che fino a poco fa costituivano una minaccia mortale per Israele ed ora sono stati brutalmente marginalizzati, emerge l’ipotesi estremamente plausibile che questa serie di micro-attentati, apparentemente operati da singoli palestinesi “esaltati o impazziti” contro persone casualmente capitate loro a tiro, prive di valore simbolico, facciano in realtà parte di un piano preordinato. Se così fosse, si aprirebbe uno scenario nel quale Hamas e Hezbollah sarebbero deresponsabilizzati ed al sicuro da rappresaglie israeliane, mentre la costanza di un pericolo per l’incolumità dei propri cittadini sarebbe per Israele non solo immutata ma anche meno identificabile e più sfuggente.