Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/11/2013, a pag. 41, l'articolo di Elisabetta Rosaspina dal titolo "Israa, una portavoce donna per dare un volto gentile a Hamas". Da REPUBBLICA, a pag. 18, l'articolo di Fabio Scuto dal titolo "'Sono femminista e sto con Hamas'. Una donna per parlare all’Occidente".
Israa al-Mudallal, mascara e rossetto, portavoce perfetto
Terroristi della Striscia, gli stessi dei quali è portavoce Israa
Complimenti ad Hamas. Ancora una volta la propaganda palestinese per allocchi occidentali ha funzionato alla perfezione.
La nuova portavoce di Hamas, Israa al-Mudallal, è riuscita ad incantare Corriere della Sera e Repubblica.
Elisabetta Rosaspina e Fabio Scuto la descrivono come femminista, ma come si può esserlo se legati ad Hamas, un movimento terrorista in competizione con l'Arabia Saudita per quanto riguarda la discriminazione delle donne ?
Ecco i pezzi:
CORRIERE della SERA - Elisabetta Rosaspina : " Israa, una portavoce donna per dare un volto gentile a Hamas "
Elisabetta Rosaspina
Rosaspina arriva a scrivere " ci voleva un volto senza barbe integraliste e occhi di bragia, ci voleva una (porta)voce suadente, poliglotta e ben coltivata, (...) E finalmente è arrivata Israa. Palestinese, anche se nata in Egitto 23 anni fa, è cresciuta nel Regno Unito, a Bradford, da dove è tornata, con un piacevole accento dello Yorkshire, in tempo per diplomarsi in giornalismo all’Università islamica di Gaza e cominciare una carriera televisiva. Ora interrotta dal nuovo impegno patriottico: convincere il mondo che non parla per conto di terroristi.".
Delizioso accento dello Yorkshire, giovane, laureata, impegnata in tv. Assunta da Hamas, come può Rosaspina sostenere che non parla per conto dei terroristi? Sono loro che la stipendiano.
Rosaspina continua a sbrodolarsi e scrive "Israa Al-Mudallah nasconde sotto il velo i capelli, ma non la sua nostalgia per lo stile di vita europeo. Evidenzia occhi e labbra con mascara e rossetto. E non trova indecente una stretta di mano con un uomo che non abbia con lei vincoli di sangue o coniugali. ". Certo, con un po' di rossetto e mascara, possiamo fidarci del fatto che la nuova portavoce di Hamas sia credibile ?
Chiediamo, poi, a Rosaspina, che cosa sarebbe l'emittente dell'esercito di Tel Aviv. E' Gerusalemme la capitale di Israele, non Tel Aviv.
Ecco il pezzo:
Hamas scende a più miti sorrisi. Il movimento sovrano a Gaza, sotto la guida di Ismail Haniyeh e sulla lista nera delle organizzazioni terroristiche stilata dagli Stati Uniti e dall’Unione europea, non se la passa bene, dopo il raffreddamento dei suoi rapporti con Teheran, la fine di quelli con Damasco, l’ostilità del Cairo, senza più i Fratelli Musulmani al potere, verso i tunnel attraverso il confine meridionale; e i missili di Israele sempre in agguato. Nonché una forte emorragia di consensi anche all’interno della Striscia, e una tensione che ha sfiorato negli ultimi giorni cortei e scontri di piazza.
Ci voleva un make up alla truce immagine di guerrieri sunniti, ci voleva un volto senza barbe integraliste e occhi di bragia, ci voleva una (porta)voce suadente, poliglotta e ben coltivata, per ammorbidire i giornalisti occidentali e l’opinione pubblica internazionale. «Ci voleva — ha spiegato Ihab al-Ghusein, responsabile delle relazioni esterne del governo — qualcuno che padroneggiasse bene le lingue straniere per illustrare all’Occidente le falsità della propaganda israeliana». E finalmente è arrivata Israa. Palestinese, anche se nata in Egitto 23 anni fa, è cresciuta nel Regno Unito, a Bradford, da dove è tornata, con un piacevole accento dello Yorkshire, in tempo per diplomarsi in giornalismo all’Università islamica di Gaza e cominciare una carriera televisiva. Ora interrotta dal nuovo impegno patriottico: convincere il mondo che non parla per conto di terroristi.
Non è la prima volta che Hamas affida a donne ruoli politici, o addirittura marziali, di un certo rilievo (tra i suoi ministri c’è la veterana Jamilla Al-Shanti), a condizione che mantengano un contegno consono ai severi costumi islamici. Per la sua nuova portavoce Haniyeh sembra disposto a chiudere un occhio: Israa Al-Mudallah nasconde sotto il velo i capelli, ma non la sua nostalgia per lo stile di vita europeo. Evidenzia occhi e labbra con mascara e rossetto. E non trova indecente una stretta di mano con un uomo che non abbia con lei vincoli di sangue o coniugali. Le è stata attribuita perfino l’intenzione di dialogare con i media israeliani. Sostiene però il Jerusalem Post che, quando ci ha provato la Army radio, l’emittente dell’esercito di Tel Aviv, Israa si sia fatta negare al telefono. Gentilmente, beninteso.
La REPUBBLICA - Fabio Scuto : " 'Sono femminista e sto con Hamas'. Una donna per parlare all’Occidente "
Come Rosaspina, anche Scuto ha notato e apprezzato il make up di Israa, come se questo fosse significativo di qualche cosa.
Scuto scrive "rampolla di una delle famiglie più conosciute in città — suo padre è professore di Scienze sociali all’Università islamica — anche se ha appena 23 anni vanta già alle spalle una carriera più che rispettabile: studi in Gran Bretagna a Bradford ed esperienze televisive, da Gaza, con la iraniana Press Tve poi con una emittente islamica locale,al-Kitab.". Ma Gaza non era una prigione a cielo aperto ?
Israa, per altro, non lascia spazio ad equivoci : "Al-Mudallal si proclama «femminista convinta» e trova che questo non sia affatto in contrasto con l’ideologia di Hamas, con cui si identifica appieno.". Ammette di identificarsi con l'ideologia di Hamas. E allora ?
Questo dovrebbe chiudere qualunque possibilità di dialogo con l'Occidente.
Ecco il pezzo:
GERUSALEMME — Sorride con gli occhi truccati all’araba e i capelli nascosti da un bel foulard colorato, Israa al-Mudallal, una giovane ragazza di Gaza appena nominata portavoce per i media stranieri da Hamas. Gli integralisti che da sei anni sono i padroni — sempre meno incontrastati — della Striscia hanno scelto un volto femminile per la nuova immagine che vorrebbero dare di sé al mondo esterno. Lei, rampolla di una delle famiglie più conosciute in città — suo padre è professore di Scienze sociali all’Università islamica — anche se ha appena 23 anni vanta già alle spalle una carriera più che rispettabile: studi in Gran Bretagna a Bradford ed esperienze televisive, da Gaza, con la iraniana Press Tve poi con una emittente islamica locale,al-Kitab.
Israa, prima donna a ricoprire un incarico così delicato per il movimento integralista, ammette diavere ancora molto da imparare. Nelle questioni prettamente politiche per ora non vuole entrare ma promette: «Lasciatemi studiare,ne riparleremo magari fra un mese... ». Difficile spuntare qualche dichiarazione sulla recente repressione contro il movimento giovanile Tamarod, che voleva scendere in Piazza per commemorare Arafat e protestare contro il soffocante pan-islamismo che spezza ogni possibilità di critica al governo degli islamici. Oppure sulla deriva economica e umanitaria della Striscia, dove più di unmilione di palestinesi vive grazie agli aiuti umanitari.
Lei vorrebbe concentrare la sua attenzione su questioni di carattere sociale: ad esempio sulla gioventù di Gaza, sui profughi, o anche sulla condizione femminile in una società alquanto conservatrice come quella della Striscia, ma lei lancia la sua sfida, essendo divorziata e con una figlioletta. Al-Mudallal si proclama «femminista convinta» e trova che questo non sia affatto in contrasto con l’ideologia di Hamas, con cui si identifica appieno. Le donne nell’organizzazione islamica sono molto presenti, nel governo con la ministra Jamilla Al Shanti, in Parlamento con alcune deputate, altre occupano posti in dipartimenti e ministeri.
Il suo, lascia intendere, sarà dunque un approccio umanitario più che ideologico. «Mi rivolgerò ai media occidentali e israeliani e mi adopererò per cambiare il linguaggio e offrire un quadro diverso della Palestina e di Gaza, renderò le questioni più umane e anche se i funzionari palestinesi non comprendono questo linguaggio, io so cosa vuole l’opinione pubblica occidentale. L’Occidente non comprende il discorso religioso, quanto piuttosto il discorso umano».
Nel cuore di Gaza City, nell’ultimo austero e sgangherato “Press Office” che Hamas ha rimesso in piedi — l’altro è stato ridotto in cenere dagli israeliani giusto un anno fa durante l’operazione Colonna di Nuvole — i collaboratori di Israa sprecano complimenti per il nuovo giovane “capo” che è «un vulcano di idee». Il ruolo che Israa si è assegnata è piuttosto il ruolo di una Pr per Hamas, che non un vero portavoce politico. Per quello bisognerà telefonare ai soliti numeri, quelli che diventano inattivi non appena la tensione con Israele supera il livello di guardia.
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