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Ugo Volli
Cartoline
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Creatività 13/11/2013

Creatività
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

 

Cari amici,

una delle cose più soddisfacenti nell'occuparsi delle faccende dell' "Autorità Palestinese" è la straordinaria creatività dei suoi leader e portaparola, o forse dei copyrighter delle agenzie di pubblicità e di relazioni pubbliche cui essa giustamente dedica una porzione non indifferente degli aiuti che le passa l'Occidente per sostentare la sua popolazione e sviluppare la sua economia: una delle voci principali di uscita, dopo i conti correnti privati dei suoi dirigenti, gli stipendi ai terroristi condannati al carcere e alle loro famiglie, il costo delle milizie e del loro sostentamento. Ma la creatività è importante, no? Bisogna farla crescere anche a costo di limare un po' l'arricchimento dei figli di Mahmoud Assad e di non poter pagare pienamente la rappacificazione fra lo stesso dittatore dell'Anp e il suo principale concorrente Dahlan, che non avendo abbastanza denaro da dividersi, si accusano reciprocamente di tradimento ( http://www.gatestoneinstitute.org/4043/abbas-dahlan ).

Lo Stato palestinese inventato (in verde) e la sua presunta erosione per mano di Israele. Un falso che circola su internet e sulla propaganda anti-Israele.

Comunque sia, la creatività dell'Anp è grande. Grande sul piano storico, lo sapete, per esempio nell'inventarsi uno stato di Palestina mai esistito (e l'invenzione è piaciuta così tante all'autorevole Gazzetta del Mezzogiorno di Bari che appena potuto l'ha rilanciata con evidenza, senza mai volerla smentire:  http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=51162 ). E' un'invenzione geniale lo stesso nome di "palestinesi" (http://blogs.timesofisrael.com/palestine-history-of-a-name/ ), che non ha nessun rapporto con il mondo arabo e non è mai stato usato nei mille anni e passa di occupazioni islamica della terra di Israele anche per il banale motivo che in arabo l'iniziale di quel nome, la lettera "p" non esiste, non è mai pronunciata... E' genialmente creativo rivendicare Gerusalemme come loro capitale, quando il nome arabo per Gerusalemme (al Quds) è evidentemente un calco dall'ebraico (http://blogs.timesofisrael.com/arabs-confirm-jerusalems-jewish-status/ ). Creatività nell'attribuire a Israele ogni sorta di disastro, per esempio anche gli uragani (http://elderofziyon.blogspot.it/2013/08/conspiracy-theory-of-day-israel-caused.html#.UoMvpflWzLR ).

Insomma, creatività pura. O se volete, dottrina islamica dell'inganno - perché la creatività ha un nome in arabo, si chiama taqiyya (http://www.meforum.org/2095/islams-doctrines-of-deception ). Gli arabi in generale e in particolare quelli che si trovano sul confine con gli infedeli e sono impegnati nella guerra sacra contro di essi, non hanno affatto l'obbligo di essere sinceri, anzi devono dissimulare il loro pensiero, inventare coperture, mentire e imbrogliare per il trionfo della causa. Chiamatela, se vi pare, arte dell'imbroglio (http://www.aish.fr/israel/israel/Lart-de-lembrouille.html ).

Il caso più tipico, che è interessante in questo momento in cui cerca di fare accordi con loro un presidente americano che di secondo nome fa Hussein e una volta, naturalmente per un lapsus, si è autodefinito di religione islamica o almeno lo è stato da giovane (http://it.danielpipes.org/5301/barack-obama-era-musulmano) è la loro dottrina dei trattati. Bisogna fare, ha detto anche Arafat a suo tempo, come Maometto che a Hudaybiyyah, trovandosi in difficoltà militare, concluse un celebre trattato con le tribù a lui ostili della Mecca, che prevedeva una tregua di dieci anni; ma dopo pochi mesi, essendosi rafforzato a sufficienza per superare il momento difficile, le assalì a tradimento - perché "gli accordi con gli infedeli non sono vincolanti". (http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=9401 ). Pensateci, se vi sembra auspicabile un accordo con l'Iran o magari con la stessa Autorità Palestinese sperando di vincolare con ciò la loro aggressività?

Ma dove la creatività palestinista (o delle agenzie che ne curano gli interessi) risulta particolarmente ammirevole è in campo teologico. Perché l'Islam non ammette un'attività interpretativa che innovi il costume, come nel mondo ebraico, e non ha autorità che possano proclamare dogmi, come in quello cattolico, e dunque è vincolato al testo così come è stato letto da sempre. Non importa però, se si è veramente creativi. Per esempio, sapevate che esiste una trinità anche in ambito islamico, o meglio "palestinese"? Sì, è una trinità un po' diversa da quella cristiana, anche se ha una persona in comune: è fatta da Gesù, Arafat e Abu Mazen (alias Mahmoud Abbas, l'attuale dittatore dell'Anp). Un po' come Marx, Lenin, Stalin nei vecchi manifesti russi (http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8250 ).

Certamente, lo sappiamo tutti, Gesù era islamico, se no che profeta avrebbe potuto essere? Non condivideva le menzogne dei cristiani, che, come gli ebrei, hanno falsificato la storia sacra. E però accostarsi a un nome così sfruttato dagli infedeli come quelli che vivono qui in Europa è pericoloso, potrebbe far intendere che la fede di Arafat (per non parlare del paciocco suo successore) non sia così pura. Ed ecco il rimedio. Per fortuna qualcuno si è inventato che Arafat sia stato avvelenato (se lo è stato, i medici francesi che l'hanno curato negli ultimi giorni della sua vita, se ne sarebbero accorti - in particolare se fosse stato un avvelenamento da Polonio, che è radioattivo, alla prima radiografia i raggi avrebbero impressionato la pellicola in maniera inequivocabile, ma lasciamo stare, perché anche questa è creatività...). E qualcuno si è ricordato che anche nelle biografie tradizionali di Maometto, scritte un paio di secoli dopo la sua morte, vi è un episodio di avvelenamento, attribuito a una donna ebrea che voleva vendicare lo sterminio delle tribù ebraiche che il  profeta aveva virtuosamente intrapreso. Ed ecco la nuova coppia che corregge e integra la precedente Trinità: Arafat è come Maometto, entrambi avvelenati dai perfidi giudei ( http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=10103 ). Non è bellissimo? Lui diventa un martire, i nemici diventano ancora più cattivi e vigliacchi. E soprattutto questi nemici non sono israeliani, ma ebrei. Ma per favore non dite che i palestinisti e chi li sostiene sono antisemiti. No, qui saremmo al di là della creatività nel dominio opaco dell'islamofobia, fuori dal politically correct.

Ugo Volli


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