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Il Giornale Rassegna Stampa
12.11.2013 L'abituale omicidio misterioso in Iran
cronaca di Rolla Scolari

Testata: Il Giornale
Data: 12 novembre 2013
Pagina: 12
Autore: Rolla Scolari
Titolo: «Dagli scienziati al vice ministro. Il giallo dei delitti mirati in Iran»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 12/11/2013, a pag. 12, l'articolo di Rolla Scolari dal titolo "Dagli scienziati al vice ministro. Il giallo dei delitti mirati in Iran".


Rolla Scolari

L'auto del vice-mini­stro sta­va viaggiando nella par­te orientale della capitale Tehe­ran quando due colpi di pistola lo hanno centrato, uno alla te­sta, uno al petto. Safdar Rahmatabadi­era il numero due del mi­nistero dell’Industria iraniano; una poltrona di basso profilo che deteneva anche ai tempi dell’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad. L'assassinio, confermato dall'agenzia di stampa di Stato Irna, è avvenu­to domenica, proprio poche ore dopo la conclusione dei ne­gozia­ti a Ginevra tra potenze oc­cidentali e Iran sul programma nucleare di Teheran. E resta tut­tora un mistero. La coinciden­za è stata subito minimizzata dalle autorità locali ma ad ali­mentare il giallo c’è un’intera scia di omicidi le cui vittime po­trebbero essere legate alla cor­sa nucleare di Teheran.
Un’altra agenzia di stampa iraniana, citando fonti della po­lizia nella capitale, ha parlato di motivi personali dietro all'omi­cidio. I due colpi di pistola, han­no ­detto gli agenti che stanno la­vorando all'inchiesta, sarebbe­ro partiti dall'interno dell'auto.
È già accaduto, e più di una volta, che negli ultimi anni, in Iran, personaggi legati alla sfe­ra pubblica siano stati obiettivo di omicidi e proprio nelle scor­se se­ttimane altre due morti vio­lente hanno sollevato preoccu­pazione. Un giudice è stato ucci­so nella provincia del Sistan- Ba­luchistan, al confine con l'Afghanistan e il Pakistan, da un gruppo islamista sunnita e le Guardie rivoluzionarie stareb­bero indagando sulla morte di un loro membro, anche se pub­blica­mente hanno negato l'ipo­tesi dell'omicidio. Non sono pe­rò queste morti ad alimentare da mesi speculazioni su una guerra segreta tra servizi di in­telligence.
Tra il 2007 e l'inizio del 2012, infatti, cinque scienziati irania­ni sono stati uccisi, alcuni men­tre di recavano sul posto di lavo­ro. Gli uomini lavoravano tutti al controverso programma nu­cleare nazionale che per Tehe­ran ha scopi civili ma che per i governi occidentali, Israele e le corti del Golfo nasconde inve­ce un già avanzato potenziale militare. Stati Uniti e Unione eu­ropea impongono per questo da anni sanzioni e misure eco­nomiche al Paese. Il delitto ol­tretutto arriva proprio nei gior­ni in cui, a Ginevra, i cinque membri del Consiglio di Sicu­rezza più la Germania hanno trattato con i negoziatori irania­ni a un accordo­ per ora saltato - sul ridimensionamento del piano nucleare degli ayatollah. Tra i Paesi che più temono un Iran atomico c’è Israele, che non ha mai nascosto d'essere pronto ad azioni militari con­tro le installazioni nucleari ira­niane in caso Teheran ottenes­se la bomba atomica. Proprio ie­ri, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato, dopo il fallimento delle trattative del week-end a Ginevra. I colloqui riprenderanno il 20 novembre e questa pausa potrebbe essere utile per ottenere «un accordo migliore», ha detto.
Se il tanto discusso attacco israeliano finora non è stato ne­cessario, tra i due Paesi sarebbe già attiva una non provata guer­ra d'intelligence. Il regime de­gli ayatollah accusa infatti Israe­le e i suoi alleati occidentali d'es­sere dietro l'assassinio dei suoi scienziati nucleari, l'ultimo uc­ciso nel gennaio 2012 quando un motociclista sconosciuto ha fiancheggiato la sua Peugeot 405 e appoggiato alla carrozze­ria dell'automobile una bomba magnetica. Israele non ha mai commentato questi fatti e gli Stati Uniti hanno sempre nega­to ogni coinvolgimento.

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