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La vita pia e misericordiosa di S.Ambrogio 11/11/2013


Ci scrive Ugo Volli:

Una gentile lettrice mi ha fatto notare un errore nella mia cartolina del 10 novembre scorso. Avevo scritto che sant'Ambrogio si scontrò con l'imperatore Teodosio per un atto di giustizia che questi aveva fatto a proposito della distruzione di una sinagoga a Salonicco.
In realtà a Salonicco ci fu l'omicidio del governatore della città e una dura repressione; un paio d'anni prima invece "ci furono dei cristiani che (con la partecipazione del vescovo locale o su istigazione dello stesso) incendiarono la sinagoga di Callinico (388).
Il culto ebraico era del tutto legittimo, e quindi per la legge romana gli incendiari erano tenuti a ricostruire la sinagoga. Ambrogio si rifiutò di celebrare una messa davanti all'imperatore Teodosio fin che questi non solo promise di modificare il decreto ma di annullarlo.... Nel 388, a Callinicum (Kallinikon, sul fiume Eufrate, in Asia, l'attuale Raqqa), una piccola folla di cristiani, guidata dal vescovo locale, diede l'assalto alla sinagoga e la bruciò.
Il governatore romano condannò l'accaduto e, per mantenere l'ordine pubblico, diede ordine che la sinagoga venisse ricostruita a spese del vescovo. L'imperatore Teodosio I rese noto di condividere quanto deciso dal suo funzionario.
Ambrogio si contrappose alla decisione dell'imperatore: « Il luogo che ospita l’incredulità giudaica sarà ricostruito con le spoglie della Chiesa? Il patrimonio acquistato dai cristiani con la protezione di Cristo sarà trasmesso ai templi degli increduli?... Questa iscrizione porranno i giudei sul frontone della loro sinagoga: - Tempio dell’empietà ricostruito col bottino dei cristiani -... Il popolo giudeo introdurrà questa solennità fra i suoi giorni festivi... »
Ambrogio scrisse allora una lettera a Teodosio per spiegargli che quell'incendio non era affatto un crimine: perché bruciare le sinagoghe era un "atto glorioso" affinché "non possa esserci luogo in cui Dio è negato". Provocatoriamente, egli si assume la responsabilità dell'accaduto.
Citando dalla lettera di Ambrogio a Teodosio (tratto da Epistulae 40,11): «...io dichiaro di aver dato alle fiamme la sinagoga, sì, sono stato io che ho dato loro l'incarico, perché non ci sia più nessun luogo dove Cristo venga negato[...]. Che cosa è più importante, il mantenimento dell'ordine o l'interesse della religione? »
Ambrogio non volle salire sull’altare finché l’imperatore non abolì il decreto imperiale riguardante la ricostruzione della sinagoga alle spese del vescovo. Secondo la visione del vescovo, nella questione della religione l'unico foro competente da consultare doveva essere la Chiesa cattolica, la quale grazie ad Ambrogio divenne la religione statale e dominante.
In questa impresa lo scopo era quello di avvalorare l’indipendenza della Chiesa dallo Stato, affermando anche la superiorità della Chiesa sullo Stato in quanto emanazione di una legge superiore alla quale tutti devono sottostare."

http://www.summagallicana.it/lessico/a/Ambrogio%20-%20Santo.htm

Come si vede il significato non cambia, in entrambi i casi Ambrogio rivendicò per la Chiesa il diritto di giudicare l'Impero, il che è certamente eversivo rispetto all'ordine romano e può essere preso come un segno dell'inizio del Medioevo.
Dal punto di vista ebraico, l'episodio di Callinico è l'inizio delle persecuzioni antiebraiche della Chiesa sul piano fisico e non più solo della polemica teologica. L'inizio e la giustificazione di millecinquecento anni di stragi, di pogrom, di persecuzioni, di roghi, di sangue, la cui colpa ricade certamente anche sul patrono della Chiesa milanese.
Tanto per la giustizia e per la storia.

 Ugo Volli

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