" Schiacciamenti "
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
una mia corrispondente, una signora cattolica interessata all'ebraismo con cui da tempo intrattengo uno scambio di mail interessanti, mi ha chiesto come mai ci sentiamo così "schiacciati". E' una bella espressione, altri meno gentili oggi direbbero "paranoici" (e me lo sono sentito dire spesso), cui si può rispondere in termini storici, riportando la serie ininterrotta delle persecuzioni e delle dichiarazioni di odio che risalgono al tempo degli Egizi e non sono ancora terminate. Vi risparmio questa lunga elencazione, se leggete l'inglese vi rimando agli ultimi due bei libri che sono usciti su questa storia, "Antijudaism" di David Nirenberg e "The devil that never dies" di Daniel Goldhagen.
E non ritorno per oggi alla condizione di Israele, il solo Stato al mondo universalmente demonizzato, oggetto di un movimento (che in certi luoghi è popolare) di boicottaggio, la cui stessa esistenza è negata su tutti i piani da tutto il mondo arabo e musulmano che lo circonda. Per fare un esempio minuscolo e inoffensivo, sul piano dello sport che dovrebbe voler dire amicizia, ancora ieri si è avuta la notizia di uno judoka del Kuwait (http://elderofziyon.blogspot.it/2013/11/kuwaiti-forfeits-karate-medal-because.html#.UoCRvflWzLQ ) che si è ritirato da un campionato pur di non incontrare un israeliano, com'era successo a un tennista tunisino (http://elderofziyon.blogspot.it/2013/11/tunisia-banned-from-davis-cup-tennis.html#.UoCR-PlWzLR ) e prima come il Qatar aveva bianchettato la bandiera israeliana dai campionati mondiali di nuoto (http://www.huffingtonpost.com/2013/10/22/israel-flag-qatar_n_4142292.html ). Cose del genere succedono continuamente: segno palese, ostentato, che Israele non è solo uno stato nemico, ma che non deve esistere, che deve venir cancellato: damnatio memoriae, come quella che i palestinisti fanno della storia dell'antico Israele e del Tempio di Gerusalemme, senza che peraltro la Chiesa che si chiama cristiana per il fatto che Gesù aveva detto di essere il messia di Israele (e per questo aveva disputato e pregato al Tempio) senta il bisogno di protestare. Sono piccoli episodi simbolici, niente di fronte alle minacce molto concrete del terrorismo e dell'atomica iraniana, ma non vi sembra ragionevole sentirsi "schiacciati" quando la tua stessa esistenza, la tua memoria, la tua identità sono soggette a una sfida mortale?
Voglio parlarvi di un altro "schiacciamento", quello che avviene in Europa, qui vicino a dove scrivo e dove mi leggete. "Un nuovo sondaggio dall'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali ha scoperto che quasi un quarto degli ebrei europei hanno paura di identificarsi apertamente come ebrei; tra essi il 50 per cento degli ebrei svedesi, il 40 per cento degli ebrei francesi e il 36 per cento degli ebrei belgi. E questa è solo una delle scoperte sconvolgenti dello studio. Altrettanto inquietante è che il 37 per cento degli ebrei rumeni, il 35 per cento degli ebrei ungheresi, il 31 per cento degli ebrei belgi, e il 21 per cento degli ebrei britannici e svedesi, ha riferito di aver sperimentato atti di antisemitismo nel corso dell'anno passato. Forse la scoperta più angosciante era questa: Oltre il 75 per cento degli intervistati ha dichiarato di non segnalare le molestie antisemita alla polizia e il 64 per cento ha detto di non denunciare aggressioni fisiche, con il 67 per cento che dice "non vale la pena" o è comunque inefficace segnalare gli incidenti." (http://www.tabletmag.com/scroll/149317/nearly-25-of-european-jews-afraid-to-be-jewish ).
Un'altra inchiesta, ancora più recente, dà questi risultati: "Il sondaggio di 5.847 individui ebrei in otto principali paesi europei , ha rilevato che il 66% degli ebrei europei dicono che l'antisemitismo è un problema nel loro paese e il 75 % dice che è in aumento. La maggioranza ha detto che non si preoccupa più di riferire questi attacchi alle autorità , il 27% ha detto che questi incidenti accadono troppo di routine per essere degni di essere segnalati. Come risultato di tutto questo il 68 % degli ebrei in questo studio dicono che evitano di apparire identificabile come ebrei in pubblico per paura di un attacco o di molestie . Il 49% di coloro che hanno sperimentato l'antisemitismo dicono di dover evitare certe zone o quartieri per stare al sicuro. Una delle statistiche più sorprendenti è che l'82 % degli intervistati dice di aver sentito gli israeliani paragonati ai nazisti. E non è una sorpresa che gran parte di questo odio sta viene da sinistra: il 57 % degli intervistati in Gran Bretagna , il 62 % in Italia e il 67 % in Francia ha detto di aver sperimentato l'antisemitismo da persone di sinistra. Quanto al razzismo contro gli ebrei da parte della comunità musulmana , il 51 % degli ebrei in Svezia, il 56 % in Gran Bretagna e il 73 % in Francia ha detto di aver sperimentato l'antisemitismo da parte di estremisti islamici. [...] Il risultato di tutto questo è che molti degli ebrei d'Europa stanno pensando di andarsene. [...] Negli otto paesi esaminati il 31 % degli ebrei aveva sia considerato o tentato l'emigrazione specificamente a causa di antisemitismo. In Francia la percentuale è appena sotto la metà, il 49%". (http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/14085#.Un92MPlWzLQ ).
Schiacciamento? Paranoia? Che vi sia un problema di antisemitismo in Germania (in Germania, solo settant'anni dopo Auschwitz!) lo dice la stessa televisione tedesca (http://www.jpost.com/Jewish-World/Jewish-News/German-TV-How-anti-Semitic-is-Germany-330520 ). In Gran Bretagna non un teppista qualunque, ma l'ex ministro degli esteri laburista Straw ha dichiarato che l'ostacolo principale alla pace in Medio Oriente è il "denaro ebraico" (http://www.focusonisrael.org/2013/10/30/jack-straw-denaro-ebraico-antisemitismo-lobby-ebraica/ , e senza dubbio la sua compagna di partito Ashton, ministro degli esteri europeo molto ostile a Israele è d'accordo). In Francia le ricerche mostrano che ormai l'antisemitismo è diventato di nuovo luogo comune, accettato in televisione e sui giornali (http://www.gatestoneinstitute.org/4039/france-antisemitism ). In Norvegia il consiglio etico della stampa ha dichiarato che vignette in cui si rappresentano gli ebrei come sanguinari affettatori di bambini non merita condanna perché è antisemita (http://elderofziyon.blogspot.it/2013/09/norway-press-council-declares-that-vile.html#.UoCKbvlWzLQ ci trovate anche la vignetta).
In Italia è successo più o meno lo stesso con la recente sentenza su Vauro, che impiegava il termine glorioso di "razza ebraica": se uno rappresenta una donna ebrea, Fiamma Nirenstein, come un "mostro" che accosta stella di Davide e fascio littorio sul suo petto, non merita censura; ma chi lo accusa in maniera satirica di antisemitismo, lui sì che è censurabile. La notizia che mi ha colpito di più viene dall'Irlanda, dove i prodotti israeliani vengono ora marcati con un segno giallo, come quelli che il nazismo imponeva agli ebrei: senza vergogna (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4449775,00.html ).
Cari amici, non dovremmo sentirci "schiacciati"? Dovremmo stare zitti, fare finta di niente, minimizzare come in fondo fanno molte istituzioni ebraiche italiane? Mettere la testa sotto la sabbia aspettando che l'incubo che si riaffaccia passi? Non credo proprio. Se uno si sente schiacciare deve dirlo, deve denunciare quel che accada, anche a costo che gli dicano che esagera, o peggio, che è un nazionalista delirante. Come accade spesso a noi, anche da parte di persone di origini ebraiche che privilegiano l'ideologia antisionista alla realtà.
Ugo Volli