Carissimi amici Ebrei,
Quando l’ex-premier Berlusconi, all’intervista con Bruno Vespa, ha paragonato il clima di odio e di violenza mediatica a cui vien fatto oggetto lui e la sua famiglia con quanto avete sofferto voi dal 1933 al 1945 in Germania e in tutti i paesi che essa andava man mano occupando, molti di Voi hanno levato grida di proteste.
In realtà il Cavaliere non intendeva in alcun modo toccare la Shoah. Era semplicemente una locuzione, un modo di dire paradossale. Come quando si dice “abbiamo sofferto una Caporetto”, quando la nostra squadra del cuore subisce dei rigori o delle sconfitte immeritate, senza con questo alludere alla disfatta dell’Esercito italiano del 1917, oppure se si dice ch “ci sentiamo messi in croce”, senza minimamente alludere alla fine fatta da Gesú di Nazareth. Del resto, posso ben dire, sempre in termini paradossali, invertendo il paragone, che anche il grande Re Davide ebbe il suo 8 settembre, quando per la ribellione di Assalonne fu costretto ad abbandonare Gerusalemme, per ritornarvi poi da vincitore, sia pure rattristato per la morte del giovane, che dopo tutto era sempre suo figlio.
Spero con questo di aver chiarito il malinteso e sinceramente vi auguro Shalom.
lettera firmata
Questo non toglie l'accaduto. Non entriamo in merito su IC alle vicende della politica italiana, ognuno giudichi secondo il proprio metro. Ma B. - che è persona di indubbia intelligenza - dovrebbe sapere di essere profondamente ignorante. Crediamo infatti che non abbia mai letto un libro di storia in vita sua. Questo spiega battute e paragoni inaccettabili. Faccia il politico e lasci stare la storia, certi errori si pagano con un sovraprezzo, che arriva ad oscurare anche i meriti politici.
IC redazione