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La Stampa Rassegna Stampa
08.11.2013 Siria: anche i curdi in campo
cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 08 novembre 2013
Pagina: 12
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Polveriera Siria, si apre il fronte curdo»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 08/11/2013, a pag. 12, l'articolo di Paolo Mastrolilli dal titolo "Polveriera Siria, si apre il fronte curdo".


Paolo Mastrolilli

Torna ad intensificarsi la guerra in Siria, mentre i colloqui di pace rimandati potrebbero avere un preludio a Mosca. Da una parte, infatti, l’esercito di Assad guadagna terreno a Sud di Damasco; dall’altra, nella regione Nord orientale al confine con Turchia e Iraq, sono i curdi che impongono la loro forza. I militari, secondo la televisione di Stato, hanno ripreso il pieno controllo di Sbeineh e del villaggio vicino di Ghazalah. L’operazione è stata portata a termine con l’aiuto dei miliziani di Hezbollah. Si tratta di uno sviluppo strategicamente importante, perché taglia le linee di rifornimento dei ribelli a Sud di Damasco, e dimostra come le forze governative continuano ad avere l’iniziativa in questa parte del Paese. La situazione, invece, è diversa al Nord, dove sono i curdi che stanno allargando la sfera di influenza. Secondo fonti Onu, i separatisti siriani controllano 19 città sono riusciti a prendere anche Ras Ain, centro importante vicino ai confini con Iraq e Turchia. Il successo dei curdi sta avvenendo ai danni dei gruppi islamici, come al Nusra, e conferma la complessità di un conflitto in cui anche le varie componenti dei ribelli si combattono apertamente. I curdi in passato erano alleati di Assad, ma ora intravedono la possibilità di sfruttare il caos della guerra per costruire una loro enclave separato. Così quelli siriani si stanno raccordando con gli amici del Kurdistan iracheno, in guerra con Baghdad dagli anni di Saddam, e anche con il Pkk turco già guidato da Ochalan. Questa alleanza però crea un dilemma ulteriore per Ankara, che finora ha sostenuto i ribelli, ma non vuole che la guerra crei le condizioni per una saldatura dei vari movimenti separatisti curdi che minaccerebbe la sua integrità territoriale. Il governo Erdogan ha deciso addirittura di costruire un muro alto due metri lungo il confine, per impedire le infiltrazioni dei curdi, che ieri hanno protestato duramente contro questa iniziativa nella città di confine di Nusaybin. Nonostante il conflitto continui, gli ispettori della Opcw hanno confermato di aver visitato il penultimo dei 23 siti chimici che volevano vedere. L’ultimo si trova nella zona di Aleppo, ma sarebbe stato abbandonato da tempo. Entro il 15 novembre l’organizzazione dovrebbe rendere noto il programma per la distruzione delle armi chimiche di Assad. Questo processo doveva riaprire la porta ai negoziati, ma i colloqui che secondo l’inviato dell’Onu Brahimi dovevano cominciare il 23 novembre a Ginevra sono stati rinviati, perché i ribelli rappresentati dagli Usa chiedono come precondizione l’uscita di scena di Assad. La Russia dice che vorrebbe ospitare un incontro preliminare a Mosca, ma finora alla sua proposta ha aderito solo Damasco.

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