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Il Foglio - La Stampa Rassegna Stampa
07.11.2013 Iran nucleare: il programma procede indisturbato
mentre gli allocchi occidentali si lasciano incantare da Rohani

Testata:Il Foglio - La Stampa
Autore: Editoriale del Foglio - Ambiasciatori
Titolo: «L’Iran guida la danza nucleare - Nucleare iraniano, necessaria l’intesa»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 07/11/2013, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " L’Iran guida la danza nucleare ". Dalla STAMPA, a pag. 28, la lettera di alcuni ex ambasciatori europei in Iran, tra i quali Roberto Toscano, dal titolo " Nucleare iraniano, necessaria l’intesa ".
Ecco i pezzi:

Il FOGLIO - "  L’Iran guida la danza nucleare"

Zarif è il ministro degli Esteri iraniano che ha fatto innamorare l’occidente con i suoi tweet e le sue parole dialoganti, e ancora ieri pomeriggio garantiva, in un’intervista al Monde, che l’occidente non è un interlocutore del tutto affidabile, ma sul nucleare iraniano un accordo si farà, possiamo starne certi, magari entro la settimana. Oggi si riaprono i negoziati a Ginevra, e nemmeno le parole dure della Guida suprema Khamenei sulla nostra parte del tavolo sono riuscite a ridimensionare le attese. Anzi, con la smania di dialogo iniziata con l’arrivo alla presidenza dell’Iran di Rohani, si sono quasi invertite le parti: non è Teheran che ha bisogno di uscire dall’isolamento per evitare un’implosione economica che metterebbe a repentaglio il regime, ma è l’occidente che ha bisogno di portare a casa una promessa di pace da parte degli iraniani. L’adorato Zarif lo dice: “L’Iran può vivere senza occidente, è l’occidente che sta perdendo la sua grandeur”. E’ propaganda, s’intende, ma si è portati a caderci dentro, quando da un lato c’è Zarif che pontifica e dall’altra c’è una foto del premier israeliano Netanyahu con il segretario di stato Kerry impietrito. I due si sono incontrati ieri, Kerry è nel mezzo di un viaggio-fiume in per rassicurare gli alleati trascurati dall’America, in particolare era di fronte a colui che, secondo il libro “Double down”, Obama avrebbe definito “a pain in the ass”. Netanyahu chiedeva di non fidarsi troppo dell’Iran, Kerry faceva i suoi calcoli, e Bibi s’è messo a fare i suoi: ha annunciato sollevato che il suo ex ministro degli Esteri, il falchissimo Lieberman, è stato assolto dalla magistratura: può tornare finalmente al governo.

La STAMPA - "  Nucleare iraniano, necessaria l’intesa "

Più che riunirsi per scrivere una lettera chiedendo di trovare un'intesa con gli iraniani sul nucleare, gli ambasciatori avrebbero potuto scriverne una per protestare contro il piano atomico degli ayatollah, un pericolo per Israele e l'Occidente. Non ci risulta che l'abbiano fatto.
Ecco il pezzo:

Abbiamo tutti vissuto in Iran per diversi anni. Siamo certi che gli attuali negoziati sul nucleare fra Teheran e i sei Paesi che rappresentano la comunità internazionale possano portare avanti non solo la causa della non-proliferazione e della stabilità in Medio Oriente, ma anche il benessere quotidiano della popolazione. È certo che nel corso degli anni il pasticcio nucleare iraniano è stato uno dei principali ostacoli a qualsiasi evoluzione positiva. La più recente tornata di negoziati a Ginevra ha dimostrato che tutti ne sono consapevoli e che l’intenzione comune è di uscire da questa situazione di stallo, ma ha anche chiarito che quello che ci aspetta è il lavoro più duro. Le esperienze passate hanno lasciato una profonda sfiducia reciproca tra le parti. Se le parti arriveranno a un’intesa rispettata, la fiducia sboccerà da sola. Un buon accordo è costruito sui compromessi. Ma deve allo stesso tempo salvaguardare elementi essenziali. Per la comunità internazionale il punto critico della questione iraniana è che ci dovrebbe essere una barriera invalicabile alla proliferazione delle armi. Per l’Iran, è il riconoscimento internazionale del suo diritto di implementare le principali tecnologie del programma nucleare civile. Entrambi gli obiettivi sono legittimi. Se i negoziatori dovessero fallire nel costruire un accordo su queste basi, potrebbero compromettere il futuro dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica e del Trattato di non proliferazione. Questi due strumenti cardine della pace nel mondo possiedono le chiavi per la soluzione della crisi nucleare iraniana. I negoziatori dovrebbero muoversi velocemente, per almeno tre ragioni. In primo luogo, è auspicabile non prolungare inutilmente le sofferenze inflitte al popolo iraniano dalle sanzioni internazionali e bilaterali. In secondo luogo, sarebbe saggio cancellare al più presto possibile, con un buon accordo, le preoccupazioni dei popoli confinanti - come Israele e molti Paesi arabi - circa lo sviluppo incontrollato del programma nucleare iraniano. In terzo luogo, sarebbe una buona tattica arrivare prima di chi - per vari motivi, ma tutti convergenti - ha iniziato a mobilitarsi per contrastare qualsiasi accordo con l’Iran. Rivolgendoci agli europei che hanno lavorato su questo tema per dieci anni, agli americani che hanno finalmente deciso di condurre la partita diplomatica, agli iraniani che hanno imboccato il cammino dei negoziati, chiediamo a tutti di abbandonare posizioni rigide e non perdere tempo.

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