Mali: ecco come agisce uno dei capi di al Qaeda commento di Pio Pompa
Testata: Il Foglio Data: 06 novembre 2013 Pagina: 5 Autore: Pio Pompa Titolo: «L’avido Mokhtar ha ucciso i reporter francesi in Mali»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 06/11/2013, a pag. I, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "L’avido Mokhtar ha ucciso i reporter francesi in Mali".
Mokhtar Belmokhtar
Quanto accaduto sabato a Kidal, nel nord del Mali, con il sequestro e l’uccisione dei due giornalisti francesi di Radio france internationale (Rfi), Ghislaine Dupont e Claude Verlon, getta un’ombra pesante sul futuro di quel paese e sui toni trionfalistici sinora usati sia dal presidente francese, François Hollande, sia dal suo omologo maliano, Ibrahim Boubacar Keïta, nel commentare i successi dell’operazione Serval (l’operazione in Mali condotta dai francesi contro al Qaida) e la liberazione dell’Azawad dalle milizie qaidiste. Tali toni non avevano mai convinto i due giornalisti di Rfi. Per questo avevano deciso di recarsi a Kidal per intervistare direttamente, sull’irrisolta questione dell’autonomia rivendicata dai ribelli tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) e sulla perdurante minaccia islamista, un alto esponente del Mnla, Ambéry Ag Rissa. Tutto accade al termine dell’intervista: quando alle 13,00 (ora locale), Ghislaine Dupont e Claude Verlon lasciano l’abitazione di Ag Rissa ad attenderli vi è un gruppo di islamisti armati che li circonda, obbligandoli a salire su un fuoristrada che si allontana velocemente dalla città. Alle 15,00 i loro corpi, crivellati di proiettili, vengono rinvenuti nei pressi di una casa e accanto a un veicolo parcheggiato a circa 12 chilometri a est di Kidal. “Si è trattato – racconta al Foglio una fonte d’intelligence saharawi – di un sequestro, pianificato in ogni dettaglio, con il solo scopo di uccidere i due giornalisti. Secondo le nostre informazioni, l’esecuzione sarebbe stata ordinata dal capo del gruppo terrorista Les signataires par le sang, Mokhtar Belmokhtar, in risposta alla liberazione avvenuta alcuni giorni prima, da parte di al Qaida nel Maghreb islamico, di quattro ostaggi francesi sequestrati in Niger nel settembre del 2010. Una liberazione di cui l’algerino Mokhtar non era stato messo al corrente così come del fatto che Aqmi avesse deciso di mantenere per sé l’intero riscatto di oltre 12 milioni di euro. A Kidal circolava la voce dell’imminente arrivo, da Bamako, di due giornalisti francesi tra l’altro privi di qualsiasi scorta essendosi aggregati a un trasporto della missione dell’Onu, Minusma, dopo il rifiuto opposto dalle forze Serval che da oltre un anno non offrono alcuna protezione agli operatori dei media che vogliono recarsi nel nord del Mali tuttora considerato ad altissimo rischio. Insomma, Dupont e Verlon, sono stati abbandonati al loro destino dalle autorità francesi presenti nella capitale maliana. Per i terroristi è stato un gioco da ragazzi seguire i movimenti dei due fino all’epilogo drammatico di sabato”. Non c’è nulla di nuovo nella dinamica di questi fatti, perché la lotta tra Mokhtar e i leader dell’Aqmi è conosciuta da tempo. Continua la nostra fonte: “Erano noti i profondi contrasti che da diverso tempo rendevano sempre più difficili i rapporti tra Mokhtar Belmokhtar e i vertici di Aqmi. In una lettera di dieci pagine datata 3 ottobre 2012 e firmata dai capi di Aqmi, scoperta in alcuni vecchi locali di Timbuctù, a Mokhtar viene contestata senza mezzi termini la sua avidità. E’ accusato apertamente di usare per scopi prettamente personali le risorse finanziarie a lui devolute per l’acquisto di armi e mezzi di trasporto. Viene anche fatto un riferimento specifico ai proventi derivanti dai sequestri di persona che egli avrebbe in uso di trattenere per sé senza condividerli con il resto dell’organizzazione come accaduto, nel 2008, con due diplomatici canadesi rilasciati intascando un riscatto, giudicato ridicolo da Aqmi, di solo 700 mila euro pur in presenza di ostaggi definiti eccellenti. E’ dunque intorno al business dei sequestri che si consuma, poco dopo l’inoltro di tale lettera, l’allontanamento di Mokhtar da Aqmi. Un allontanamento che non gli ha impedito di rivendicare, nei confronti di quest’ultima, i meriti per il sequestro in Niger dei quattro ostaggi francesi liberati martedì della scorsa settimana e il diritto ad avere una parte del riscatto. Un diritto che gli sarebbe stato negato da Aqmi scatenando la sua sanguinosa reazione conclusasi con la barbara esecuzione dei due giornalisti di Rfi”.
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