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Ugo Volli
Cartoline
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L'arte di rovesciare le frittate e la disinformatzia 04/11/2013

L'arte di rovesciare le frittate e la disinformatzia
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Cari amici,

vi ricordate la vecchia favola dell'agnello e del lupo sul ruscello? Volendo mangiarsi l'agnello e dovendo per questo attaccar briga con lui, il lupo lo accusa di sporcargli l'acqua; peccato che l'agnello sia a valle ed eventualmente sia il lupo che inquina la sua. Quando glielo fa notare, l'agnello non ha scampo: è inaccettabile che abbia osato discutere col predatore, è una provocazione, la colpa è comunque sua.  Morirà e servirà da spuntino al predatore. E' una logica diffusa, che applicano non solo solo i lupi, ma anche animali assai meno reali, fra cui brillano i sedicenti moralisti intellettuali. Come tutti coloro che sono dominati dall'ideologia, fra i loro pregiudizi e la realtà non hanno dubbi: aboliscono la realtà. Dicono di difendere le regole, ma se le regole non piacciono loro o non danno il risultato sperato, le cambiano; dicono di difendere la moralità, ma se un loro amico fa torto a qualche loro nemico, non esitando a rovesciare la frittata, senza pudore. Opporglisi, criticarli, è un reato di lesa maestà che non bisogna perdonare, anzi, che giustifica la loro prepotenza. Gli esempi recenti sono tanti e mostrano una totale mancanza di onestà intellettuale da parte di costoro.


Peppino Caldarola, Vauro Senesi


Dato, però, che qui non parliamo di politica italiana, eviterò di citarne altri se non quello, gravissimo,  che riguarda Fiamma Nirenstein. La vicenda la conoscete perché qui ne abbiamo parlato tante volte. Cinque anni fa, in occasione delle elezioni politiche, Vauro Sanesi pubblica una vignetta disgustosa contro Fiamma Nirenstein, candidata del centrodestra e dunque sua nemica politica. La rappresenta col nasone che la caricature naziste attribuivano agli ebrei, con la stella di Davide accostata al fascio littorio sul petto, con la didascalia “Mostri elettorali – Fiamma Frankenstein” perché solo dei mostri possono evidentemente per l'autoconfesso “comunista” Senesi militare nel campo opposto (e grazie al cielo fa il vignettista e non il ministro degli interni...). In un corsivo di una rubrica che si chiama “Mambo” del “Riformista”, Peppino Calderola, che pure è anche lui uomo di sinistra, ma non fanatico come Senesi e gli altri di cui parleremo, imbastisce una presa in giro del tutto paradossale della squadra di Santoro: si dice che “Ruotolo ce l'ha con Santoro che gli preferisce il figliol prodigo Corrado Formenti e minaccia di buttarsi da una montagna di babà, Travaglio non vuole tornare dalla Tansilvania, dov'era andato a trovare suo nonno il conte Dracula, […] Vauro non accetta di censurare la vignetta, che ha fatto tanto ridere Gino Strada, in cui chiama Fiamma Nirenstein “sporca ebrea”.”



E' evidentemente un pezzo di satira, come quelli che scrivo anch'io spesso, senza le pretese di raffigurare esattamente la realtà nei suoi dettagli ma solo quella di esagerarne paradossalmente le tendenza per criticarla: figuratevi se Ruotolo avesse chiesto una rettifica per rivendicare che non intende suicidarsi buttandosi da una montagna di dolci o Travaglio smentisse di essere nipote di Dracula. Ma Vauro invece sì, lui che fa di mestiere il vignettista satirico, e pretende un risarcimento per la battuta di Caldarola, perché – dice – lui non ha mai scritto quelle parole. Lui insomma ha diritto di fare “satira” attribuendo alle persone cose che non hanno fatto, disegnando vignette che l'Unione delle Comunità ebraiche Italiane, che forse di antisemitismo se ne intende, condanna come antisemita. Caldarola non può criticarlo con lo stesso metodo. Quia ego sum leo. Non sono io che insulto a fare danni, sei tu che mi critichi: come ti permetti? Purtroppo trova due giudici di tribunale e poi d'appello che accolgono questa bella e buona prepotenza. L'ultimo dei due giudici ha discettato nella sentenza di “razza ebraica”, manco scrivesse settant'anni fa, e ha rilevato che “gli ebrei sono suscettibili”. Abbastanza, io credo per preoccupare anche chi dei sullodati intellettuali, dice di difendere la Costituzione (Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”). Ma non importa, contro i nemici dei nemici di Israele si possono anche usare parole che ad altri non sarebbero consentite.


Pierluigi Battista

 
Pierluigi Battista interviene coraggiosamente sul “Corriere” dopo entrambe le sentenze per spiegare pacatamente perché sono sbagliate. Ed è qui che interviene l'artiglieria pesante degli “intellettuali”. C'è un tweet di Gad Lerner il cui significato è che non è grave parare di “razza ebraica”, tanto lo faceva anche Primo Levi – falso, come ha dimostrato Vitiello sul “Foglio”: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=51219.
 E c'è un dossier di “Micromega”, il regno degli intellettuali moralisti, intitolato “Calunniate calunniate, qualcosa resterà” (http://temi.repubblica.it/micromega-online/calunniate-calunniate-qualcosa-restera/# ), dove il calunniatore non è Vauro, liberissimo di continuare ad accostare Stella di Davide e  fascio littorio o di ritrarre Fiamma Nirenstein col naso adunco secondo l'iconologia razzista (perché, dice una lettrice nei commenti, “la cosa più stupida e perfida, nell'incredibile articolo di Battista, è l'insistenza sul "naso adunco" continuamente citato, che sarebbe un tratto di rappresentazione razzista dell'ebreo, quando è evidente a chiunque guardi una foto della Nirenstein che il naso adunco è semplicemente una caricatura del naso della medesima, che è effettivamente aquilino in modo molto pronunciato”. Come dire, non è il Ku Klux Klan che ti dice sporco negro, sei tu di colore...

Il calunniatore per il dossier Micromega sarebbe Battista, autore di una “disgustosa vicenda di disinformatzia ” per aver difeso Caldarola e Nirenstein. Nel dossier si legge un pezzo di Travaglio, evidentemente tornato nel frattempo dalla Transilvania, in cui molto democraticamente “la vignetta è una perfetta sintesi satirica del mostro Pdl”, Caldarola (e non Vauro) “ potrebbe almeno scusarsi, rettificare, evitare una querela” (della serie la colpa è dell'aggredito), si riproduce contro Battista l'asimmetria della sentenza: “Il suo articolo invece è una falsa notizia: anziché ricordare l’unico e vero motivo della condanna (la falsa accusa a Vauro di aver dato della “sporca ebrea” alla Nirenstein), Pigi Ballista sostiene che Caldarola era accusato di aver “bollato come antisemita la vignetta”. Il che rientrerebbe nel diritto di critica, mentre non può rientrarvi l’attribuzione di un fatto determinato falso e grave come quella frase mai scritta.” Cioè Vauro può disegnare un'immagine letteralmente falsa per fare satira “sul mostro Pdl”, ma Caldarola non può usare delle parole letteralmente false per fare satira sull'antisemitismo di Vauro (che “non esiste”, bisogna credere a lui che è uomo d'onore e non alla rappresentanza ufficiale degli ebrei che se ne sentono feriti). E Battista per difenderlo diventa nel titolo del pezzo di Travaglio  “ballista”, il che naturalmente non è affatto diffamazione, ma critica legittima. Ragionamento transilvano.


Moni Ovadia


Del dossier fa parte anche – e te pareva – un querulo lamento di Moni Ovadia, che ha capito che il problema non è la lettera del pezzo satirico di Caldarola, ma la sua polemica contro l'antisemitismo che legge nella vignetta, e ne approfitta per dire che anche lui, che pure vive facendo l'ebreo sulla scena secondo modi da barzelletta (ma lui definisce pomposamente il suo mestiere “aver dedicato una parte significativa della propria vita al pensiero ebraico e ai suoi valori”) è accusato di antisemitismo, naturalmente perché “l'intento ultimo è quello di criminalizzare la sinistra in quanto tale, di attribuirle pulsioni antiebraiche ed antisioniste e imprimere il marchio di antisemita su qualsiasi vero oppositore del governo israeliano”. Come sempre, non vale la pena di discutere con questo personaggio. E' chiaro che difende Vauro, dato che sono tutt'e due dell'eletto gruppetto che ha appoggiato la flottiglia a favore di Hamas e si ritrovano nelle stesse manifestazioni a fianco dei palestinisti e degli islamisti, sul cui antisemitismo vi ho dato spesso prove testuali. Ma criticarli non si può, è  disinformatzia. Perché anche loro fanno parte della congrega dei lupi, gli “intellettuali” moralisti – oddio, intellettuale è una parola forte... - ma certo liberi di moraleggiare sugli altri e di insultarli.

Così va il mondo: se Israele si difende ai terroristi, è militarista e repressivo. Se un pessimo disegnatore che fa i soldi atteggiandosi a comunista fa vignette in cui gli ebrei hanno il nasone e portano il fascio e la stella di Davide sul petto, non è antisemita ma anticonformista; se qualcuno lo critica è un diffamatore o un calunniatore. Lo stesso vale naturalmente per tutti gli altri della compagnia. La colpa è sempre degli ebrei, di chi difende Israele, di chi li tutela contro le aggressioni: fanno disinformatzia. Gli altri no, sono buoni, belli, comunisti e altamente morali. E soprattutto lupi.

Ugo Volli


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