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Sulla lingua ebraica 03/11/2013

Ho letto con moltissimo - sottolineo moltissimo - interesse questo articolo sulle lingue: yiddish, ebraico, esperanto, il tutto arricchito dalla dotta disquisizione sul padre della psicanalisi, Freud. A quanto ho capito, meglio: a quanto mi è parso di capire, il che è leggermente diverso, lo yiddish sta all'ebraico come l'italiano sta al latino. O sbaglio? Ovviamente, fatte le debite differenze. Tuttavia vorrei fare una piccola osservazione, magari sciocca, ma penso che il bello della democrazia è di permettere a tutti di dire tutte le sciocchezze che vogliono dire: basta che non nuocciano agli altri: mentre le altre lingue (in primis, lo yiddish, l'ebraico ecc.), sono lingue createsi spontaneamente, l'esperanto è sempre una lingua non naturale, costruita artificialmente. In poche parole, la stessa differenza tra un bimbo allattato dal seno materno e un bimbo allattato artificialmente.
Ho detto la mia fesseria giornaliera.

Scusate e Shalom,

lettera firmata

Non ha mai riflettuto che i bambini, allattati dal seno o con il biberon, crescono poi allo stesso modo ?  L'esperanto è stato un tentativo generoso, visti gli anno in cui Zamenhof ha vissuto. Ma chi aveva capito che la strada era un'altra, cioè Eilezer Ben Yehuda, ha visto più lontano. Oggi l'ebraico è una ligua parlata ovunque, produce una cultura - non solo letteraria - diffusa in tutto il mondo. C'è da esserne orgogliosi !
IC redazione


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