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UNWRA: se chi scrive sui giornali conoscesse la storia 31/10/2013

copia di lettera inviata al direttore del Corriere della Sera, a proposito dello scandalo dell'UNRWA:

Il governo israeliano ha legiferato che il 17 febbraio di ogni anno verrà ufficialmente commemorata la data in cui la Lega Araba, nel 1948, ordinò a tutti Paesi arabi di espellere i loro cittadini ebrei, appropriandosi dei loro beni. Controllando su Google digitando ”profughi del 1948”, usciranno molte migliaia di risultati, quasi tutti sulla Nakbah, la Catastrofe degli unici profughi che il mondo ama, mantiene e riconosce: i profughi palestinesi. Qualche decina si degna di ricordare anche i profughi ebrei cacciati dal mondo arabo. Il mondo arabo-islamico espulse quasi 1 milione di ebrei, profughi dimenticati, che furono accolti da Israele diventando cittadini di quel Paese. Ciò non significa che non abbiano sofferto come il resto della popolazione ebraica. Israele era poverissimo, uscito da una lunga guerra, con migliaia di morti e buona parte del popolo era formato da sopravvissuti. Eppure quegli ebrei, arrivati in estrema povertà, furono accolti e sfamati in enormi accampamenti allestiti per dar loro un rifugio provvisorio. Non hanno mai avuto un riconoscimento né un soldo dalle Nazioni Unite e dal resto del mondo, ma in pochi anni, nonostante la situazione economica drammatica di Israele, sempre minacciata di distruzione e terrorismo, si sono inseriti nella vita del Paese. È evidente che i profughi palestinesi sono i “privilegiati” tra i profughi. Ma sono proprio dei privilegiati o non sono invece degli sfruttati mantenuti? Il motivo lo conosciamo molto bene: Israele era considerato il loro nemico mortale, Israele è tuttora il loro nemico quindi, per l’Occidente terzomondista, Israele è il colpevole occupante di terre di un popolo mai esistito e di una immaginaria nazione mai esistita. Nessun Paese arabo accolse i profughi palestinesi. Li rinchiusero nei campi profughi tuttora esistenti, e furono usati sia come arma letale contro Israele sia come oggetto su cui far riversare la pietà e l’empatia del mondo intero a causa delle miserrime condizioni di vita nei campi in Libano, Siria, Territori controllati dall'OLP in Giudea e Samaria e nella Striscia Gaza ormai controllata da Hamas. Mai nessuna propaganda al mondo fu così cinica ed efficace! A parte i milioni di profughi europei della II Guerra Mondiale di cui si accenna più avanti, vediamo se ne troviamo altri. Il conflitto in Sri Lanka ha fatto 200.000 rifugiati Tamil. Pochi ne hanno sentito parlare. E dei profughi del Tibet occupato dalla Cina, cosa ne sa la pubblica opinione? Molto poco e solo grazie al Dalai Lama che gira il mondo ricordandoci che esistono. Le guerre nel Sud-Est asiatico hanno provocato centinaia di migliaia di profughi. Non se ne è saputo nulla. Forse un po’ quando i vietnamiti scappavano sulle loro barchette o per quella celebre fotografia di bambini, fra cui una nuda, in fuga dall'orrore. Chi li ha accolti? Israele. Oggi sono cittadini israeliani e fanno parte della coloratissima popolazione di quel Paese. I profughi del mondo intero (svariati milioni) sono tutti sotto l’egida dell'UNHCR, la Commissione per i Rifugiati delle Nazioni Unite. Un solo ufficio per tutti. Tutti meno una parte. Quale? Meno i palestinesi, naturalmente, i quali hanno un’organizzazione ONU tutta per loro: l'UNRWA, la United Nations Relief and Work Agency. È addirittura scandaloso e immorale. Ma questo non è l’unico scandalo. Questa organizzazione ha fatto attestare dall'Assemblea dell'ONU che risponde alla qualifica di rifugiato palestinese “qualunque arabo vivente in Palestina dal 1946 al 1948 e suoi discendenti”. Quindi, un qualsiasi migrante arabo in cerca di lavoro, arrivato nella Palestina britannica nel 1946 e vissuto lì fino al 1948, data della fondazione dello Stato di Israele, ha potuto godere della condizione di rifugiato con ciò che essa comporta: mantenimento a vita per sé e per i propri discendenti, fino ad oggi e presumibilmente negli anni a venire. Nel 1948 i rifugiati palestinesi erano 750.000, oggi sono più di 5.500.000 (nonostante si dice che Israele commetta genocidi e pulizie etniche varie....). L'UNRWA continua a mantenerli e a mantenersi, dal momento che gestisce un enorme business che pesa sulle spalle tolleranti dell’Occidente il quale, da laico e liberale qual è, è diventato filo-islamista. Sarebbe bene capire su cosa si basa il monopolio dei palestinesi sullo stato di profughi a vita, di padre in figlio, di madre in figlia, per l’eternità. La risposta è tutta nella definizione di profugo palestinese coniata furbescamente dall’ONU. La Seconda Guerra Mondiale, con i suoi milioni di morti, fino all'inferno della tentata eliminazione del popolo ebraico con 6 milioni di vittime, ha prodotto milioni di profughi che sono stati spostati di Paese in Paese, indesiderati, negletti e disperati. Eppure, nessuno tra essi si è trasformato in terrorista, nessuno ha mai preteso il diritto al ritorno nelle proprie case di un tempo. Tutti si sono rifatti una vita e un futuro nei Paesi che li hanno accolti (bene o male) e nessuno, a distanza di settant'anni anni dalla fine della guerra, si definisce ancora profugo. Nemmeno uno del milione di ebrei dei Paesi arabi ha mai reclamato i propri beni lasciati in Libia, in Marocco, in Egitto, in Siria, in Libano in Iraq o in Arabia Saudita. Nemmeno uno di quel milione di ebrei si è dedicato al terrorismo contro chi lo aveva scacciato o ha distrutto la propria famiglia. I 360.000 Italiani d’Istria, anch’essi cacciati dalle loro case e dalle loro terre dove vivevano da sempre, si sono sistemati, negli anni, in Italia, in Australia, negli USA, in Canada e oggi, cittadini benestanti e orgogliosi dei Paesi che li hanno accolti, tornano a rivedere le loro terre forse con un po’ di sana nostalgia, a fare il bagno nel bel mare istriano, già terra della Serenissima Repubblica di Venezia e poi divenuta italiana e annessa, dopo la Seconda Guerra Mondiale, prima alla Jugoslavia e poi alla Slovenia. Nessuno di quei 360.000 Italiani è diventato terrorista, nessuno ha chiamato i giornalisti per mostrare loro le chiavi delle loro case perdute. Si sono rimboccati le maniche, hanno lavorato sodo e non pronunciano ormai da decenni la parola profugo che sa di miseria e umiliazione. Invece, i palestinesi, fuggiti da Israele a causa delle guerre arabe che colpirono il Paese nel 1948, hanno permesso agli stessi arabi di rinchiuderli nei campi profughi, esistenti ancora oggi, usati come carne da macello contro Israele, privati, sempre dai loro “fratelli” arabi, di ogni diritto civile e umano, dedicati al terrorismo, all’odio, alla violenza. Mantenuti e allo stesso tempo sfruttati da un’organizzazione incivile e barbara, creata e nutrita esclusivamente per loro dai soldi dell’Occidente. Chi finanzia questo scandalo rappresentato dall'UNRWA? Nel 2012 il budget di questa agenzia ammontava a 907.907.371 milioni di $. L’ isterica e immensa propaganda palestinese organizzata dall’UNRWA potrebbe far pensare che i donatori siano i Paesi islamici che sostengono i palestinesi e quindi pagano il loro mantenimento e la propaganda contro Israele. Nulla di tutto ciò. I Paesi che foraggiano l’UNRWA sono proprio i Paesi occidentali. Gli arabi lo fanno in minima parte. È l’Occidente che paga il terrorismo e la retorica contro Israele (spesso e volentieri anche contro lo stesso Occidente), è questo Occidente, ormai malato di islamite acuta, di palestinite virulenta a finanziare chi si nutre di odio e violenza. Un po’ di numeri: 644.701.999 milioni di $ sono pagati da USA, UE, UK, Svezia e Giappone: il 71% del budget annuale dell’agenzia. La UE, che è il secondo maggior donatore, prende i soldi per mantenere gli eterni profughi palestinesi dalle tasse dei cittadine europei. Quindi, un bel po’ di euro delle nostre tasse sono serviti e servono per pagare il parassitismo, il terrorismo palestinese, i missili che da Gaza vengono sparati contro Israele, il tritolo che i kamikaze mettevano nei candelotti per ammazzare civili ebrei, le bombe usate anche in Europa negli anni '70 e '80. Le nostre tasse hanno, dunque, pagato gli attentati mortali fatti in Italia (qualcuno parla anche della strage di Bologna) e in tutta Europa all’epoca in cui il capo di quell'organizzazione che risponde al nome di Yasser Arafat si dedicava al terrorismo. Siamo contenti e soddisfatti? Alcuni purtroppo lo sono. Quelli, rossi o neri, che rimpiangono la mancata conclusione della “Soluzione Finale” lo sono. Vediamo adesso quanti soldi erogano i Paesi islamici: L’Arabia Saudita, dove basta fare un foro per terra per far uscire petrolio di buona qualità, dove gli yacht e molti alberghi hanno i rubinetti d’oro, dove ogni principe è proprietario di uno o più Boeing 747, versa 12.030.000 milioni di $: la metà di quanto viene erogato dai Paesi Bassi, il Paese dei tulipani. L’Arabia Saudita, dunque, è al quindicesimo posto nella graduatoria dei Paesi finanziatori, dietro a tutti i Paesi occidentali. La Turchia del religioso musulmano Recep Tayypp Erdogan è al diciottesimo posto e, nonostante sia uno dei Paesi ammiratori e alleati di Hamas, paga solo 8.100.000 milioni di $. Il Qatar, altro Paese islamico piuttosto ricco, è solo al cinquantesimo posto nell’elenco dei Paesi donatori. Probabilmente danno ai palestinesi meno di quello che un qualsiasi miliardario qatarese perde nei Casinò del Principato di Monaco. Vediamo un po’ come l’UNRWA usa questi milioni di dollari. Essi, oltre al mantenimento personale, sono destinati ai campi estivi per i bambini e i giovani palestinesi, dove si insegna a uccidere, a sgozzare usando manichini raffiguranti ebrei. Vi si proiettano molti interessanti videoclip che possono essere visionati da chiunque in Internet. Uno di questi mostra una donna in burka che chiede ai bambini se sanno da dove provengono. I bambini rispondono: Giaffa, Haifa, Gerusalemme, Lod ecc., tutte città israeliane mai viste da loro né dai loro genitori, forse, e solo in alcuni casi, dai loro nonni. Allora la donna grida: “Noi torneremo nei nostri villaggi con potere e onore. Con l’aiuto di Allah e con la nostra forza noi faremo la guerra e con l’educazione e la Jihad noi ritorneremo”. Un altro gruppo di bambini ancora più piccoli canta: ” I nostri nonni facevano il barbecue sulla spiaggia (sic), poi è arrivato il lupo. Chi era il lupo? Gli ebrei! Cosa ci hanno fatto gli ebrei? Ci hanno mandati via, ci hanno uccisi e hanno distrutto le nostre famiglie”. L’Occidente, quindi, tutto l’Occidente, è responsabile di questa perversa propaganda e dell’abuso che i palestinesi fanno dell’animo dei loro bambini. Un vero e proprio stupro. I soldi dell’Occidente si trasformano in veleno nel cuore e nella mente dei piccoli palestinesi, futuri terroristi e kamikaze. Uno degli ammiratori dei palestinesi, forse anche donatore, è Roger Waters che, oltre a far volare durante i suoi concerti un maiale che tra i vari simboli aveva anche il Maghen David, la Stella di David, ha scritto una bella lettera ai “suoi fratelli e sorelle del Rock and Roll” in cui li invita al boicottaggio culturale di Israele, “Stato di Apartheid, occupante della Palestina. Unitevi a me, fratelli e sorelle, nel proclamare il nostro rifiuto a Israele...” Bar Refaeli, la bella modella israeliana, probabilmente non si sente sorella di Waters e in una lettera su Facebook ha intimato di levare la sua immagine dalla pubblicità del capo dei Pink Floyd, motivando così la sua richiesta: “Se vuoi boicottare, allora boicotta tutto, anche me”. Il Medio Oriente va a fuoco, i media parlano di 1.300 siriani, soprattutto bambini, uccisi nei giorni scorsi col gas nervino. Più di 100.000 persone sono morte in Siria negli ultimi due anni. L’Egitto sta seguendo le orme siriane verso la guerra civile. La Fratellanza Musulmana, la violenza, l’odio, il razzismo ammorbano tutto il Medio Oriente arabo. Israele è l’unica oasi di pace e democrazia della regione, ma l’unica cosa che preme a Waters, come a tanti altri, è di boicottare proprio questa democrazia. Esiste una morale? No, in questo tipo di atteggiamenti troviamo solo immoralità, amoralità, pregiudizio, odio antiebraico e tanta immensa ignoranza.

Murizio Del Maschio


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