Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 31/10/2013, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Magna Charta o sharia?".
Il nostro non è più un paese cristiano, quindi le corti devono servire una comunità multiculturale”. Questo il messaggio alla Family Law Annual Conference di uno dei più alti in grado fra i giudici britannici, Sir James Munby. Già Rowan Williams, ex arcivescovo di Canterbury, e poi il presidente della Corte suprema inglese, Lord Phillips, avevano auspicato l’inserimento nel diritto anglosassone di alcuni elementi della sharia. Adesso è la volta di Sir Munby. Simili proposte non vengono da fondamentalisti islamici o sciatti relativisti, ma da illustri magistrati che custodiscono la Common law nelle proprie mani, dai principi del chiostro anglicano e dai riformatori veri (è a Phillips, ad esempio, che si deve l’abolizione delle parrucche nei tribunali inglesi). Gente dunque animata da uno spirito pragmatico, progressista persino. La legge secondo queste tre personalità pubbliche inglesi deve registrare la sensibilità morale dei cittadini, non prescriverla, secondo un vecchio principio liberaldemocratico. Sembrano, a prima vista, osservazioni sensate, persino ispirate alla tradizione imperiale britannica. Ma sono di più. Sono il superamento, autentico e tragico, della civiltà europea con le sue radici giudeo-cristiane, che ha sempre posto al centro della sua concezione giuridica, politica e sociale il principio dell’inviolabilità della persona. Nella sharia, a cui ammicca Munby nel suo discorso strategico, la persona non ha diritti ma mere “sottomissioni” successive, da quella di tutti ad Allah, fino a quella della donna al marito e del non musulmano al musulmano. I diritti dell’uomo che si sono affermati come contrassegni della civiltà occidentale sono in totale contrasto con la legge islamica, in conflitto con essa. Phillips, Williams e Munby tuttavia hanno registrato quanto già accade ogni giorno in Inghilterra. E cioè che cento corti della sharia operano nel Regno Unito a porte chiuse, senza accesso a osservatori indipendenti. Contemplano, tra l’altro, poligamia e mutilazione genitale, ripudio della moglie (noto come “talaq”) e prevenzione dei matrimoni misti, il tutto nel pieno rispetto dei cavilli legali multiculturalisti. Addio Magna Charta.
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