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Ugo Volli
Cartoline
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La banale verità proprio non è rilevante rispetto all'ideologia 28/10/2013

La banale verità proprio non è rilevante rispetto all'ideologia
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

la pubblicità per i 120 anni della Gazzetta. Manca però una aggiunta: "..finiti nel modo peggiore possibile"

Cari amici,

voi sapete che bene che noi di Informazione Corretta siamo molto critici col modo in cui la stampa informa sul Medio Oriente. Siamo nati per questo e questo continuiamo a fare, cercando di criticare quel che vi è di sbagliato nell'informazione su Israele e l'ebraismo e integrandola con notizie e analisi che non vi compaiono. Io in particolare faccio molto spesso questo lavoro e vi devo confessare che non mi dispiace. Qualche volta mi arrabbio e polemizzo, qualche volta mi viene da scherzare, qualche altra imparo dei dettagli o delle idee e le commento. Ma insomma, non mi è mai capitato di restare senza parole.
Mai, fino a venerdì, quando ho letto un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno, pagina di Bari questo:
http://80.241.231.25/ucei/Viewer.aspx?Mode=S&ID=2013102525878421
Non che io sia un lettore affezionato di quel giornale, in particolare delle sue pagine locali che mi stanno un po' lontane per ragioni geografiche, ma l'ho trovata su una rassegna stampa con una bella foto e gli ho dato un'occhiata. Be', non mi era mai successo, sono rimasto veramente senza parole.
Ve ne trascrivo un bel po', così mi capite:

"Titolo La convivenza in Palestina prima d'Israele Sommario Mostra di foto e altre iniziative a partire dal 29 nel Fortino di Maria Grazia Rongo. Didascalia della foto: Palestina Una mostra sul periodo dal 1880 al 1948 quando la Palestina era stato autonomo e non parte dello Stato di Israele. Raccontare la storia attraverso le immagini che diventano testimonianza di un passato ricordato con nostalgia. Scatti che arrivano da un'altra epoca e ci riportano a rileggere pagine di storia che possano aiutare a comprendere meglio la contemporaneità. Sono molteplici le emozioni che accompagnano la mostra La Palestina della convivenza, in programma a Bari, nel Fortino Sant'Antonio, che rimarrà aperta dal 29 ottobre fino al 3 novembre. Accanto alla nostalgia c'è infatti l'orgoglio e la volontà di raccontare, meglio ancora, di «fornire un'informazione rispondente alla realtà» su di un Paese e il suo popolo, la Palestina e i palestinesi, nell'ambito dell'interculturalità.
E quale migliore città per accogliere la mostra, se non Bari, da sempre simbolo del dialogo tra i popoli d'Oriente e d'Occidente e città dell'accoglienza? [...] L'allestimento raccoglie 21 pannelli, con foto d'archivio, alcune del tutto inedite, accompagnate da documentazione storica. Immagini che ripercorrono i settant'anni della storia palestinese, dal 1880 al 1948, dall'Impero ottomano al dopoguerra quindi, gli anni che precedettero la formazione dello Stato d'Israele nei territori palestinesi e che segnarono la cancellazione sia dalla cartina geografica che dalla memoria collettiva di quello che fino ad allora era considerato uno dei Paesi più sviluppati di tutta l'area mediorientale. Dalla Palestina colta della borghesia a quella legata alle tradizioni delle campagne, luoghi e volti della quotidianità, il tutto permeato da una grande tensione verso la modernità che dominava la popolazione. Una terra, come le fotografie documentarie raccontano, che fino allora accoglieva genti di etnie e culture diverse, insieme, nel nome dell'incrocio tra culture che diventa arricchimento reciproco. [...]"

 Come si fa a dire che "dal 1880" (chissà perché questa data quando non è successo niente di speciale da quelle parti) "al 1948" c'era "uno Stato di Palestina autonomo", addirittura "uno dei Paesi più sviluppati di tutta l'area mediorientale" che è stato poi "cancellato dalla carta geografica"? Basta un'occhiata superficiale non dico a un libro di storia ma su internet per apprendere, se non lo si sa, che quelle terre da secoli fino al 1917 facevano parte dell'Impero ottomano, che non erano uno Stato o un Paese ma quattro distretti della provincia siriana dell'impero ottomano: "Quest'area, durante il dominio ottomano, comprendeva il Sangiaccato di Gerusalemme, il Sangiaccato di Nablus, il Sangiaccato di Gaza, il Sangiaccato di Acri parte del Vilayet di Siria e del Vilayet di Beirut."
(http://it.wikipedia.org/wiki/ Palestina, cito apposta da una fonte filopalestinese). Alla fine della guerra invece e fino al 1948 divennero parte del mandato britannico, costituito dalla Società delle Nazioni per dare una patria ("national home") al popolo ebraico. La parola "Palestina" fino agli anni Sessanta (del Novecento) era usata dagli inglesi e dagli ebrei per indicare il territorio, le istituzioni ebraiche locali, ma era rifiutata dagli arabi, che si definivano genericamente arabi o al massimo "siriani meridionali"
E il paese "sviluppato"? Che esso fosse da secoli desolato, tutt'altro che avanzato, fino al durissimo lavoro di recupero della terra fatto dai sionisti, lo riportano infinite testimonianze, fra l'altro questa di Mark Twain (certo non sospetto di sionismo) del 1867: "Non esiste un sol villaggio per l' intera sua estensione [la Valle di Jezreel] ---nessuno, per 30 miglia in ogni direzione... puoi cavalcare per dieci miglia qui attorno, e non veder neanche dieci esseri umani... Per il tipo di solitudine che ti rende tetro, vieni in Galilea ....Nazareth è abbandonata...Gerico cade a pezzi e giace in polvere...Betlemme e Betania, nella povertà e nell'umiliazione ....inabitabili da qualsivoglia creatura vivente...Un Paese desolato, il cui suolo è abbastanza ricco, ma è completamente abbandonato alle erbacce... un' estensione silente dolente ....una desolazione... Per tutta la strada non abbiamo mai visto un essere umano... Già è molto vedere da qualche parte un albero, un cespuglio. Persino l' albero dell' ulivo, e il cactus, quei rapidi amici d' un terreno che non vale niente, avevano quasi abbandonato il Paese... Di tutte le terre esistenti per scenari tetri, la Palestina deve essere il principe. Le colline sono sterili e morte; le valli, deserti brutti [abitati] da sciami di mendicanti con malattie e malformazioni orrende. La Palestina è a terra, stracci e cenere...desolata e repellente...[Mark Twain, Gl' Innocenti all'Estero, 1867]."
E la "tensione verso la modernità" di "tutta la popolazione"?
Churchill nel 1920-21: "Lasciati a se stessi, gli Arabi di Palestina neanche in mille anni compiranno passi efficaci verso l'irrigazione e l'elettrificazione della Palestina. Si contenteranno molto di tirare a campare -una manciata di persone filosofiche in pianure abbandonate e inondate dal sole; lasciando le acque del Giordano fuggire senza briglia e scatenate dentro il Mar Morto". http://digilander.libero.it/asdfghj2/dossier/102203s.htm
 Quanto alla tolleranza, "all'accoglienza di diverse etnie", "l'incrocio di culture che produce arricchimento reciproco", basti pensare che nel periodo del mandato britannico ci furono tre grande ondate di pogrom con centinaia di vittime (di solito ebrei religiosi disarmati; nel 1920 http://it.wikipedia.org/wiki/Moti_palestinesi_del_1920 , nel 1929 (il massacro di Hebron:
http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Hebron_del_1929   nel 1936-39 http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_rivolta_araba_(1936-1939) tutti diretti da quel Muftì di Gerusalemme Hajj Amin el-Husseini che divenne poi buon amico di Hitler e suo consulente per la Shoà, cui fonti americane attribuiscono la responsabilità della morte di oltre 400 mila ebrei, che egli convinse i nazisti a non rilasciare in scambi di prigionieri  http://www.centerforsecuritypolicy.org/wp-content/uploads/2013/10/CSP_A_Salient_Example_of_Hajj_Amin_el-Husseinis.pdf .
Non proseguo. Mi chiedo solo: come si fa a scrivere su un giornale normale come la "Gazzetta del Mezzogiorno" una tale montagna di sciocchezze o di falsità? Come si fa a confondere il giornalismo con le favole a questo punto? Me lo sono chiesto tanto, che ho cercato anche la fonte. L'articolo della giornalista (si fa per dire) della Gazzetta, è in buona parte una riscrittura di un testo preparato per la mostra da tal Enrico Bartolomei, che si definisce "attivista della Campagna Palestina Solidarietà Marche": un testo esplicitamente di propaganda. Chi è interessato lo può trovare qui: http://www.globalproject.info/it/produzioni/la-palestina-della-convivenza-storia-e-attualita-della-nakba/13736
Questo volantino di propaganda però non presenta le gaffes più clamorose dell'articolo della "Gazzetta", non pretende che ci fosse uno "Stato di Palestina" cancellato da Israele o che esso fosse particolarmente prospero. Vi è stato dopo di esso una botta di fantasia, un impulso affabulatorio veramente fuori dal comune, non so se della signora Rongo o di un comunicato stampa che lei ha semplicemente ripreso: come se qualcuno discutesse degli impianti dell'aeroporto di Bari in età borbonica o della corrispondenza del presidente degli Stati Uniti con Carlo Magno.
Resto senza parole. Una lezione però traggo da questa storia: che su Israele e la sua terra si può dire qualunque castroneria, purché debitamente antisionista. La banale verità proprio non è rilevante rispetto all'ideologia

Ugo Volli


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