IC7: il commento di Giacomo Kahn dal 20 al 26 Ottobre 2013
Testata: Informazione Corretta Data: 28 ottobre 2013 Pagina: 1 Autore: Giacomo Kahn Titolo: «Il commento di Giacomo Kahn: IC7: dal 20 al 26 Ottobre 2013»
Il commento di Giacomo Kahn
Giacomo Kahn, direttore del mensile Shalom e del giornale telematico Shalom7
E’ stata una settimana tutto sommato interlocutoria – almeno dal punto di vista mediatico – quella appena trascorsa. Una settimana durante la quale i media hanno faticato a trovare ‘un caso’, una notizia, un evento. Quando mancano i grandi appuntamenti bisogna così accontentarsi delle solite fibrillazioni della politica italiana, di una stiracchiata cronaca mediorientale (appena risvegliata dal summit romano tra il Segretario di Stato Usa Kerry e il premier israeliano Netanyhau), di una guerra siriana ormai completamente dimenticata, nonostante si continui a morire anche senza l’uso delle armi non convenzionali (a proposito, nessuno spiega se e come sta andando avanti la promessa di smantellamento dell’arsenale chimico siriano).
L’unica notizia che rimbalza da giorni è la scoperta – veramente banale – che la National Security Agency statunitense, l’ente pubblico che si occupa della sicurezza americana, ha spiato i principali leader europei alleati degli Usa. Tutti apparentemente a scandalizzarsi, a dire che non sta bene, che non si fa. Ma dove sta la notizia? Ma di cosa dovrebbe mai occuparsi una Agenzia di controspionaggio? Ma veramente si crede che tale attività di ascolto sia solo appannaggio degli Usa e non sia invece un sistema diffuso svolto da tutti i principali servizi di sicurezza ? I quali d’altra parte se non facessero questo, che dovrebbero fare, come dovrebbero spendere il loro budget ?
E’ dagli inizi degli anni ’60 che attraverso l’uso dei satelliti di comunicazione, la diffusione e il potenziamento delle telecomunicazioni hanno avuto straordinarie ricadute sia sul piano dell’uso civile come di quello militare, a volte anche con benefici reciproci come ad esempio internet, nato inizialmente solo in ambiente militare. Ci siamo dimenticati di Echelon, del grande orecchio che ascolta, seleziona e segnala le conversazioni telefoniche sospette?
Certo può essere fastidioso sapere di essere potenzialmente ascoltati, ma lo stesso clamore, la stessa rabbia bisognerebbe manifestarla anche contro l’uso delle telecamere che dall’alto della stratosfera osservano e registrano tutto. E allora cosa fare ?
In parole povere questa enorme e diffusa capacità di ascolto che ormai tutte le organizzazioni statali possiedono (si ascoltano gli alleati, si ascoltano i potenziali nemici, si ascoltano persino i propri cittadini), produce una tale quantità di informazioni da analizzare che di fatto finisce per costituirne un suo stesso limite. Certo rimane il rischio di un uso per così dire scorretto dell’ascolto elettronico, ma non si investono miliardi di dollari per sapere quali sono le tendenze sessuali di un leader politico (elemento forse di ricatto negli anni ’60 e non certo oggi).
Si investono crescenti risorse economiche ed umane perché cambia continuamente la natura delle minacce, così come altrettanto rapidamente cresce la capacità tecnologica dell’avversario. Recita un detto popolare: “male non fare, paura non avere”, se sei innocente non devi temere nulla.
Il grande occhio e il grande orecchio servono ove possibile per prevenire e quando è il caso per colpire. Servono ad esempio ad Israele per fermare il trasferimento di ingenti quantità di armi strategiche dalla Siria ad Hezbollah. Sono serviti ieri all’America per trovare e eliminare il capo di Al-Qaida, Bin Laden e oggi per cercare di rintracciare Ayman al-Zawahiri che attualmente guida l’organizzazione terroristica.