Sul TEMPO di oggi, 26/10/2013, a pag.37, con il titolo " UE-Israele insieme per battere la crisi ", la cronaca di Sarina Biraghi, nuova direttrice, sui rapporti economici tra Unione europea e Israele. Un incontro importante, svolto all'insegna dell'ottimismo e della cooperazione.
Sarina Biraghi, direttrice de Il Tempo
TEL AVIV «Meglio investire in un bambino che nelle banche». Più che una battuta la strategia politico-economica d'Israele, Paese con 8 milioni di abitanti, primo partner dell'Europa nelle esportazioni con un totale di 17 miliardi di euro di valore. Il concetto è stato espresso con grande convinzione e nessuna formalità dal presidente israeliano Shimon Peres durante l'incontro con il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani in visita a Tel Aviv e Gerusalemme accompagnato da una delegazione di 65 rappresentanti di imprese e associazioni d'imprese interessati alle opportunità di business nel mercato israeliano, con particolare riguardo ai settori delle tecnologie abilitanti fondamentali, green tech, macchine per la produzione, comunicazioni e spazio. Tra le italiane Elital, Redcat, Fiat, Ferrero, HIT09, En-co, Franchetti, Selex, Lauro, Edison, Ramos, Finmeccanica, Studio Valla Consulting, Zanetti.
Durante i tre giorni di «missione per la crescita» numerosi gli incontri chiave previsti proprio per rafforzare la cooperazione economica e industriale, ma di grande importanza è stato anche il messaggio politico lanciato da Tajani che ha sostanzialmente illustrato la strategia Ue per uscire dalla crisi e tornare a crescere e a creare occupazione, anche attraverso la reindustrializzazione del continente. Tra i vertici con i massimi esponenti del governo israeliano, quelli con i ministri dell'economia, Naftali Ben-Netto con cui è stato firmato un accordo per il rafforzamento della cooperazione industriale, con i responsabili della scienza, tecnologia e spazio, Yaakov Perry e Silvan Shalom, con i quali è stato siglato l'impegno per migliorare la cooperazione nel settore dei sistemi di navigazione satellitare.
Infine, con il ministro del turismo, Uzi Landau, è stato preso l'impegno di un più forte scambio turistico, acominciare da quello religioso, che sarà meglio definito all'inizio del prossimo anno quando una delegazione di tour operator si recherà a Tel Aviv. Le nuove linee guida europee, che vietano la assegnazione di fondi e finanziamenti europei ad entità israeliane attive anche nei Territori, sono stato l'unico elemento di preoccupazione per i dirigenti israeliani e in proposito, rispetto al progetto Horizon 2020, Tajani è stato chiaro: «L'Ue è l'ombrello per le aziende che vogliono avere rapporti con aziende israeliane. La stabilità politica è molto importante non soltanto per Israele ma per l'intera area del Mediterraneo e di conseguenza per l'Europa. I problemi sono noti, ma io sono ottimista. Lavoriamo alla' realizzazione del progetto. L'importante è adoperarsi per buone soluzioni.
Noi puntiamo a mantenere buone relazioni con Israele e ad una più stretta cooperazione, anche nei progetti Copernicus e Cosme».
Tajani ha poi partecipato all'apertura di Watec 2013, una esposizione delle maggiori iniziative dedicate all'industria e alla tecnologia dell'acqua, considerato che la penuria di risorse idriche è un problema assillante non solo per Israele ma anche per Regioni al sud dell'Europa. «Occorre stimolare - ha detto - investimenti nelle nuove tecnologie e rafforzare la cooperazione fra Unione europea ed Israele anche in questo settore». L'industria israeliana dell'acqua - hanno detto gli organizzatori dell'evento - è ritenuta all'avanguardia mondiale. Il volume delle esportazioni industriali israeliane legate all'acqua è stato stimato l'anno scorso in 2 miliardi di dollari.
Fra le novità in esposizione i modelli matematici sviluppati da una società per segnalare in tempo reale esplosioni o perdite nelle tubature di acqua; e anche «vassoi» messi a punto da un'altra società per raccogliere alla base di ogni pianta la rugiada notturna. «Vassoi» che costano pochi dollari e che riparano le piante dagli sbalzi di temperatura sul terreno.
A Tel Aviv erano presenti delegazioni dall'Europa, dagli Stati Uniti, dalla Cina e da altri Paesi per esaminare da vicino la esperienza maturata in Israele, soprattutto nei kibbutz, nella desalinizzazione, nella purificazione, nel riciclaggio dellacqua, e nella irrigazione agricola a goccia. L'obiettivo della missione in Israele, dopo quelle in Russia e in Cina, è stato quindi triplice: aumentare la cooperazione nei settori di industria, turismo, spazio e innovazione, ma anche aiutare le imprese europee a operare in Israele e promuovere i contatti imprenditoriali e sviluppare opportunità di business, in particolare nell'ambito di tecnologie abilitanti fondamentali, green tech, macchine per la produzione, comunicazioni e spazio. Come ha detto il presidente Peres durante il suo discorso, a un popolo non basta soltanto la politica, serve anche il sogno. Parlare di cooperazione e sviluppo può sembrare un sogno ma in realtà è progettare un futuro migliore.
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