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Il Giornale Rassegna Stampa
24.10.2013 68 inutili anni di Onu
commento di Vittorio Dan Segre

Testata: Il Giornale
Data: 24 ottobre 2013
Pagina: 14
Autore: Vittorio Dan Segre
Titolo: «Buon compleanno Onu»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 24/10/2013, a pag. 14, l'articolo di Vittorio Dan Segre dal titolo "Buon compleanno Onu ".


Vittorio Dan Segre

Ben pochi si sarebbero ri­cordati che oggi è il sessantot­tesimo anniversario della na­scita a San Francisco delle Na­zioni unite se l'Arabia saudi­ta non avesse rifiutato di ac­cettare l'ambita poltrona di rappresentante non perma­nente nel Consiglio di Sicu­rezza, una poltrona ancora oggi inseguita da tanti gover­ni europei e perfino dalla Ue. Se l'Onu, nata il 24 ottobre 1945, fosse una persona sa­rebbe all’inizio della terza età, mostrerebbe qualche ru­ga con dignità, ma il gesto dell'Arabia Saudita è solo l'ul­tima dimostrazione che in meno di settant'anni, costel­lati di passi falsi e incon­gruenze, questa istituzione invece mostra una vecchiaia decrepita. Non si era mai vi­sta una scena come quella dell'applauso ai Sauditi della maggioranza dei delegati ara­bo islamici che vedono nell' Onu una creazione america­na e occidentale in difesa di principi da loro esacrati: de­mocrazia, uguaglianza dei sessi, libertà di espressione. La decisione saudita forse, fi­nalmente, servirà a mettere in luce la menzogna di un un' organizzazione nata per pro­muovere la pace nel mondo e trasformatasi in legittimato­re impotente di molti crimini internazionali. Inutile pensare che possa­no nascere riforme dal di den­tro. Sull'istituzione che fa funzionare questo «parla­mento » capace di votare che la terra é piatta (come vorreb­bero alcuni paesi musulma­ni) sono stati versati e conti­nueranno a esserlo fiumi di inchiostro, il gran rifiuto sau­dita non avrà molta influen­za. Ma la questione prima o poi dovrà essere affrontata dagli stessi titolari di peso del Consiglio di sicurezza. Per­ché il problema esistenziale dell'Onu é doppio: comporta­mento egoistico dei suoi membri e trasformazione del­la natura dei problemi inter­nazionali. Anzitutto c'è la di­sconoscenza dello scontro fra gli stati membri e sovrani soggetti al veto dei cinque membri vincitori della II guerra mondiale e le Nazioni (di cui l'Onu porta il nome ) i cui interessi non coincidono mai con quelli degli Stati. Non meno importante é la trasformazione dei problemi internazionali a causa della perdita della sovranità terri­toriale degli stati, del ritorno della ideologia laica e religio­sa nella politica, della globa­lizzazione dell'economia, i fe­nomeni naturali in gran par­te provocati dall'uomo che né l'Onu- con le sue spesso ef­ficaci Agenzie - Unicef, Fao, Unesco, l'Ilo (lavoro) etc - né gli Stati, per quanto potenti, riescono ad affrontare: deser­ticazione del centro della Ci­na, inquinamento dell'atmo­sfera urbana (basti pensare all'aria letteralmente irrespi­rabile di Città del Messico o di Pechino), prosciugamen­to delle reti fluviali per la eco­logicamente distruttrice cor­sa alla produzione di ener­gia, aumento dei livelli dei mari che rischiano di «anne­gare » paesi ricchi come Sin­gapore e poveri come il Ban­gladesh. Che il gesto drammatico dell’Arabia saudita serva a convincere le cancellerie a promuovere la riforma dell' Onu continuamente annun­ciata e mai realizzata (grazie anche all'opposizione della sua tentacolare burocrazia) è improbabile. Ma per l'im­magine e la pretesa di legitti­mità superstatale dell'Onu è un colpo forse mortale: nulla è più pericoloso per un re che far scoprire di essere nudo.

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