Riportiamo da SHALOM di ottobre, a pag. 20, l'articolo di Angelo Pezzana dal titolo "Quando il mondo finge di non vedere per non agire ".
Angelo Pezzana
A Saddam Hussein non vennero mai trovate le armi di distruzione di massa, malgrado fosse noto a tutti che le aveva usate per sterminare migliaia di curdi. “Non le abbiamo trovate” dissero gli ispettori. Alla Casa Bianca c’era però George W.Bush, e Saddam venne comunque catturato, processato e condannato a morte per crimini contro l’umanità. Nel caso di Bashar Assad l’esistenza delle armi di distruzione di massa è stata certificata persino dall’Onu, una istituzione che non è conosciuta per tenere comportamenti audaci e coraggiosi. In più, le testate recavano scritte in caratteri cirillici, a dimostrazione che la Russia di Putin non era soltanto un alleato della Siria, ma anche un fornitore di armi chimiche. L’Iran, che durante la presidenza Ahmadinejad ha subito sanzioni economiche fortissime, ha deciso che era opportuno sostituirlo con uno, Rohani, che rispondesse allo standard di accettabilità occidentale, il che significa lustrare la facciata del regime presentando un uomo nuovo, a dimostrazione di un mutato atteggiamento politico, quindi parole, parole sulla disponibilità a non portare a termine la produzione dell’arma nucleare. Se il gioco è riuscito ad Assad, perché non dovrebbe riuscire a Rohani ?
L’Occidente è ormai un gigante dai sensi addormentati, che ha perso conoscenza dopo anni di overdose della parola pace.
Ma se guardiamo al passato, ci rendiamo conto che non è una novità. Gli Usa sono stati sempre isolazionisti, restii a impegnarsi con intelligenza per prevenire guerre di dimensioni mondiali. Non sarebbero nemmeno entrati in guerra a fianco dell’Inghilterra dopo l’invasione dell’Europa da parte di Hitler se l’imperatore del Giappone – sia benedetta la sua memoria – non avesse distrutto la flotta americana a Pearl Harbour, provocando con quel gesto l’entrata in guerra dell’America.
Ci stupiamo oggi per la disattenzione dell’Occidente verso il genocidio siriano, ma una indifferenza enormemente più grande ci fu verso lo sterminio degli ebrei nella Shoah. Tutte le cancellerie occidentali erano perfettamente a conoscenza di quanto stava avvenendo, ma non mossero un dito, nemmeno per accogliere chi stava fuggendo da quell’enorme cimitero ebraico che stava diventando l’Europa.
E negli anni ’30 ? Nella notte fra il 9 e il 10 novembre 1938, in Germania, Austria e Cecoslovacchia ci fu quella che ricordiamo con il nome di “Kristallnacht”, 7.500 negozi di ebrei saccheggiati e incendiati, 76 sinagoghe distrutte e 191 incendiate, centinaia di ebrei assassinati in una notte, 30.000 deportati a Dachau. Come reagirono le democrazie europee ? Di fronte a un segnale che non aveva certo bisogno di particolari analisi per capire quali mosse sarebbero arrivate dopo, rimasero in silenzio, come fecero tre anni prima, a Norimberga, quando vennero promulgate le leggi razziali.
Ha senso oggi stupirsi per il disinteresse verso l’uccisione di centinaia di migliaia di persone, quando sappiamo che stiamo assistendo ad avvenimenti già visti e dimenticati ?
Dalla debolissima reazione occidentale a Kristallnacht, Hitler si rese conto di avere via libera. Lo stesso convincimento che deve avere avuto Assad, dopo aver ucciso più di centomila suoi concittadini. La stessa convinzione l’avrà l’ayatollah Khamenei, quando si renderà conto che saranno bastate le magiche parole ‘pace’ e ‘dialogo’, per evitare un intervento mirato ad bloccare la produzione dell’arma nucleare.
Come negli anni ’30 Hitler ingannò le democrazie indossando i panni del pacifista – non era stato firmato il patto von Ribbentrop/Molotov, definito dal campione inglese dei pacifisti, il ministro Neville Chamberlain, “la pace nel nostro tempo”- così avviene oggi, l’unica differenza è il cambio degli attori.
Manca purtroppo un nuovo Winston Churchill, che a differenza di Chamberlain era favorevole a un conflitto immediato con la Germania nazista, per prevenirne uno a livello mondiale. Non fu ascoltato. Anche allora – come oggi – le democrazie vivevano nell’utopia pacifista. Si avverò la previsione di Churchill, quando disse “ avremo la guerra ed insieme il disonore”.
Come deve comportarsi Israele di fronte all’inazione americana ed europea ? Il suo maggiore alleato, Barack Obama, tratta con Russia e Iran esattamente come faceva il suo predecessore Franklyn D.Roosevelt, sembra credere a ciò che dicono, come avveniva con Hitler. Certo, i tempi sono mutati, non ci sono gli eserciti schierati a dimostrare volontà di scatenate una guerra, le armi si sono adeguate al progresso, la armi chimiche e nucleari non hanno bisogno di sfilare nelle parate di un tempo, a Teheran o sulla Piazza Rossa, ma ci sono, anche se nascoste, pronte per l’uso.
Per anni, l’Iran ha minacciato Israele di cancellarlo dalle carte geografiche. Che cosa ci fa pensare che abbia cambiato idea, quando è arrivato, con l’aiuto di Russia,Cina e Corea del Nord, ad avere l’arma nucleare ?
L’islam persegue la creazione di un califfato universale e sparge terrore in tutto il mondo. In mezzo a questo disegno criminale, c’è un piccolo paese in Medio Oriente che ha appreso in maniera lucida l’insegnamento di quanto è avvenuto al proprio popolo, e ne ha tratto la dovuta lezione. Non sappiamo come agirà, tutto può avvenire, persino la reincarnazione di un imperatore del Giappone nella persona di qualche leader terrorista, che commetta lo stesso errore di Hiroito, provocando un bum tale da provocare il risveglio dell’Occidente. Questa è la speranza, ma se non si avvera, Israele non dorme, non ha bisogno di essere svegliato, ha gli occhi bene aperti, saprà prendere la decisione giusta, come ha sempre fatto.
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