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Ugo Volli
Cartoline
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Due tunnel 520/10/2013

Due tunnel
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

 Cari amici, la recente notizia dello "scambio di informazioni e di solidarietà" fra NoTav e "palestinesi" che vi ho raccontato qualche giorno fa
(http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=51021 )
e che è stata regolarmente ignorata dalla stampa italiana, con l'eccezione adorante del Manifesto (e si capisce...) risulta ancora più istruttiva alla luce di un'altra notizia, quella sulla scoperta del sistema di tunnel fatti scavare da Hamas (http://www.europe-israel.org/2013/10/images-remarquables-du-recent-tunnel-terroriste-construit-par-le-hamas-entre-gaza-et-israel/
, un video molto interessante è qui:
http://www.youtube.com/watch?&v=nHCxAKkllMc

Infatti il pretesto con cui il movimento No Tav è nato e continua a esercitare la violenza è un altro tunnel, una galleria ferroviaria come ce ne sono tante nel nostro paese circondato dalle Alpi e diviso per tutta la sua lunghezza dagli Appennini. Senza gallerie sarebbe davvero difficile muoversi in Italia, non solo in treno e in macchina, ma anche a piedi. Pensate che a dieci o venti chilometri a sud della Val di Susa c'è il più antico tunnel alpino della storia, il "Buco di Viso" che fu fatto scavare più di 500 anni fa, nel 1479 dal Marchese di Saluzzo Ludovico II per favorire il commercio del sale... poca roba, meno di cento metri di lunghezza per traforare la cresta della montagna che chiude il cammino dalla Valle Po verso la Francia...
(http://it.wikipedia.org/wiki/Buco_di_Viso
Non vi faccio la storia, ma possiamo stare sicuri che i nostri luddisti si sarebbero opposti anche a questo modesto ma fondamentale miglioramento della comunicazioni.


Il tunnel di Hamas, invece, è lungo circa 1700 metri, va dall'interno della striscia di Gaza fino alle soglie dell'asilo infantile di un kibbutz ben all'interno del territorio israliano, con una diramazione scoperta successivamente, che doveva prendere alle spalle una postaizione dell'esercito israeliano (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/172851
Lo scopo era naturalmente di rapire qualche soldato o magari qualche bambino, per usarlo come fu fatto con Shalit, come strumento di ricatto per riscattare i terroristi catturati e processati che scontano la loro condanna nelle carceri israeliane. Hamas, come è noto, ha molta esperienza nei tunnel, perché li ha usati per contrabbandare persone, armi e altri beni di consumo su cui riscuoteva una ricca percentuale oltre il confine egiziano. Ma ha anche l'abitudine di costruire tunnel oltre la barriera di separazione per organizzare agguati alle forze di difesa israeliane. Così fu rapito Shalit. Questo tunnel è però un'opera di eccezionale impegno. Lungo oltre un chilometro e mezzo, più la diramazione che porta l'opera oltre i 2 chilometri, alto due metri, largo uno, tutto percorso da cavi elettrici e di comunicazione, profondo oltre 20 metri, è il record di questo tipo di ingegneria del terrorismo.
Si è calcolato che, essendo scavato da una persona alla volta per ragioni di spazio, la sua edificazione non poteva procedere a più di 3 o 4 metri al giorno, il che significa che ci hanno messo almeno due anni. La terra che ne hanno estratto sono almeno 7000 metri cubi, una discreta collina, scavati e trasportati sottoterra estratti e dispersi con strumenti portatili: trapani o martelli pneumatici molto leggeri, carrelli per il trasporto, corde e verricelli per il pozzo verticale, non camion ma probabilmente carriole per disperdere la terra di riporto senza farsi notare dall'esplorazione aerea israeliana.
Invece delle solite impalcature di legno, l'hanno foderato con qualche decina di migliaia di lastre di cemento, portate anch'esse una o due per volta. Un'opera gigantesca, se si riflette alle modalità della sua esecuzione. Il tutto per permettere a un commando di usarlo una volta sola per rapire un israeliano e ammazzarne qualche altro.
Non ne sono sicuro, ma ho il sospetto che gli ingegneri di Hamas non abbiano badato molto all'eventuale presenza di rocce radioattive o di amianto, che sono uno dei pretesti dei No Tav. E certamente non hanno badato alla convenienza economica del loro tunnel, che i loro amichetti italiani contestano alla galleria fra il Piemonte e la Francia.
L'ha spiegato il dirigente di Hamas che si è preso la responsabilità dell'opera: un'impresa costosissima e assai difficile, ha detto, ma noi non badiamo ai costi umani ed economici pur di liberare i nostri prigionieri. Non badano ai costi loro, ma naturalmente anche meno si occupano dei lutti e delle sofferenze che infliggono ad innocenti. Il pensiero di un certo numero di bambini sequestrati e rapiti per anni riempie di gioia loro, e magari anche i loro amici italiani.

Un'ultima considerazione: pensate allo sforzo materiale ed economico di questo tunnel esercitato alla luce del sole per costruire case, ospedali, scuole, fabbriche. Pensate che cosa avrebbe potuto fare un governo normale che si occupasse del benessere dei propri cittadini con queste risorse e le mille altre che sono impiegate nel terrorismo, un governo che facesse nascere fabbriche di oggetti di consumo invece che di razzi, che costruisse aratri invece che fucili, ospedali invece che mine, che facesse lavorare i propri giovani invece di assoldarli in bande armate terroriste. Il volto della striscia cambierebbe molto (http://www.commentarymagazine.com/2013/10/13/about-that-gaza-humanitarian-crisis-tunnel-terrorism/
E pensate che tutte queste risorse, compresi i materiali usati per costruire il tunnel sono stati fieramente importati da molte parti per "aiutare Gaza": la flottiglia portava cemento, il principe del Qatar ha finanziato la "ricostruzione" con molti milioni di Euro, Israele è stato in tutti i modi pressato perché consentisse l'importazione di materiali da costruzione, come il cemento, che pur giustamente riteneva potesse essere usato per scopi militari.
Si è visto che la "ricostruzione" era in realtà lo scavo di tunnel (questo e magari chissà quanti altri), che il cemento non serviva per le case ma per la guerra, che i soldi sono usati per pagare i terroristi (del resto anche un bel pezzo del budget della "buona e moderata" Anp servono a fornire stipendi ai terroristi che scontano la loro pena o alle famiglie di quelli morti.
Se solo i palestinesi volessero fare la pace e riorientassero in questo senso la loro economia, pensate come vivrebbero meglio. Ma no, che volete, il solo mestiere che sa fare chi li comanda è la guerra, anzi più esattamente il terrorismo. Per questo vivono, per questo fanno vivere male i loro sudditi, per questo minacciano Israele, per questo li applaudono gli europei che sognano la guerra civile come strumento della rivoluzione (i No Tav e i loro sostenitori) o che sono semplicemente antisemiti.

Ugo Volli


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