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L'Onu e Israele, risponde Ugo Volli 16/10/2013

Spett. Redazione,
sono un appassionato di "cose" ebraiche, amo Israele e poichè sono venuto a discutere animatamente con alcuni interlocutori antisionisti circa le condanne ONU ad Israele, vorrei sapere dove reperire delle risposte alle risoluzioni ONU come le seguenti che mi sono state fatte notare:
- Assemblea Generale risoluzione 194 (1947): profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele; - Risoluzione 106 (1955): Condanna Israele per l'attacco a Gaza; - Risoluzione 111 (1956): condanna Israele per l'attacco alla Siria, che ha ucciso cinquanta-sei persone; - Risoluzione 127 (1958): raccomanda a Israele di sospendere la sua zona "no man" (di nessuno) a Gerusalemme; - Risoluzione 162 (1961): chiede a Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite; - Risoluzione 171 (1962): indica brutali violazioni del diritto internazionale da parte di Israele nel suo attacco alla Siria; - Risoluzione 228 (1966): censura Israele per il suo attacco a Samu in Cisgiordania, allora sotto il controllo giordano; - Risoluzione 237 (1967): chiede con urgenza a Israele di consentire il ritorno dei profughi palestinesi; Risoluzione 242 (1967): l'occupazione israeliana della Palestina è illegale; Risoluzione 242 (1967): l'occupazione israeliana della Palestina è illegale; - Risoluzione 248 (1968): condanna Israele per il suo attacco massiccio su Karameh in Giordania. ............................................................. Eccetera.

Grazie mille,
cordiali saluti.
Roberto Fiaschi

Risponde Ugo Volli:

Gentile lettore, la sua lista (o secondo quello che lei dice quella dei suoi amici) attribuisce addirittura alle Nazioni Unite doti profetiche, perché fa iniziare le condanne nel 1947, quando ancora Israele non c'era, essendo nata a maggio dell'anno dopo.
Essendo scettico sui miracoli delle organizzazioni burocratiche questo mi fa pensare che lei o i suoi amici siate poco accurati nelle citazioni e quindi sia difficile rispondere senza usare la fantasia.
Ma non importa, perché come ho mostrato con qualche elenco sulla mia "cartolina" dell'altro ieri
(http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=51022)
le risoluzione dell'Onu contro Israele sono effettivamente più di cinquecento, senza contare le agenzie minori tipo Unesco e Fao.
Sostanzialmente non esiste aspetto della vita israeliana che non abbia goduto della maledizione dell'Onu. Sarebbe interessante sapere quante risoluzioni di condanna siano state emesse sul sanguinoso colonialismo cinese in Tibet, sulla durissima repressione russa in Cecenia, sulla sistematica retinenza del Marocco a dare l'indipendenza al popolo Saruhi, secondo le risoluzioni dello stesso Onu, sulla pulizia etnica degli ebrei da Egitto, Siria, Libano, Iraq, Algeria ecc. (o più di recente sui cristiani nelle stesse nazioni). Temo che sarebbe difficile trovarne.
Ma non voglio divagare. Ne posso rispondere adeguatamente a ognuna delle centinaia di condanne senza scriverle un'enciclopedia (che sarebbe interessante, ma non fa parte dei miei progetti di vita).
Il problema è che da prima della sua nascita, se ha ragione lei, o da subito dopo, l'Onu ha sempre condannato tutto di Israele e quasi solo Israele..
Allora i casi sono due: o Israele, diciamo pure gli ebrei che costruiscono il loro stato, sono il Demonio, come pensava Hitler e purtroppo molti prima di lui (può vedere a questo proposito la mia "cartolina" di oggi: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=51030)
.Oppure l'Onu (e le nazioni per lo più dittatoriali che lo compongono) applicano nei confronti di Israele una demonizzazione, un doppio standard, una delegittimazione che non ha eguali - se non nella persecuzione che il popolo ebraico ha subito nei secoli. Se come io credo, Israele oggi è l'ebreo dei popoli, l'Onu somiglia nel presente ai militari nazisti che rastrellavano le città per uccidere la "razza inferiore" e le risoluzioni sono le sue armi. Questo è il mio punto di vista. A una vittima si possono chiedere molte cose, ma non di giustificarsi di fronte alle armi dei suoi aspiranti assassini.

 Ugo Volli


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