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Il Giornale Rassegna Stampa
16.10.2013 Storia degli attentati palestinesi in Italia
Fiamma Nirenstein recensisce 'Attentato alla Sinagoga' di Arturo Marzano, Guri Schwarz -

Testata: Il Giornale
Data: 16 ottobre 2013
Pagina: 31
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Così l’Italia si consegnò ai terroristi islamici»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 16/10/2013, a pag. 31, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo "Così l’Italia si consegnò ai terroristi islamici".


Fiamma Nirenstein


Arturo Marzano, Guri Schwarz, Attentato alla Sinagoga (Viella) 

C'è stato un tempo peggiore di questo, in cui attacco ter­roristico e odio antisraelia­no ( e antisemita) si sono sposati gior­no dopo giorno fino a pavimentare una strada larga e comoda per l’attac­co alla sinagoga del 9 ottobre 1982. Al­le 11,55 di mattina un commando pa­lestinese assaltò il Tempio di Roma da cui uscivano soprattutto bambini per mano ai loro genitori, perché era il giorno di Shemini Atzeret, con la tra­dizionale benedizione dei ragazzini. Fu ucciso Stefano Gay Tachè, di due anni. Trentasette persone furono feri­te, alcune molto gravemente.
Un libro edito da Viella, Attentato alla Sinagoga coi sottotitoli Roma, 9 ottobre 1982 e Il conflitto israelo pale­stinese e l’Italia scritto da Arturo Mar­zano e Guri Schwarz, ci riporta senza remissione verso quel giorno, e ci di­mostra che non si sarebbe potuto evi­tare. Perché il carico di odio degli spa­ri dei palestinesi godeva di una inve­rosimile supporto: gli israeliani e gli ebrei erano considerati da quasi tut­ta l’opinione pubblica italiana (e co­munque dai media fuorché il Giorna­le , il Resto del Carlino e il Secolo d’Ita­lia , scrivono gli autori) fascisti colo­nizzatori e neonazisti, e sempre di più via via dalla guerra del ’67 fino a quella del Libano nell’82.I palestine­si invece venivano lodati come parti­giani, fratelli dei cubani, dei vietnami­ti, del movimento di liberazione anti­fascista in Italia. Sullo sfondo, il volume fa balenare addirittura un accordo fra il governo italiano, il cosiddetto «Lodo Moro» che lasciava ai terroristi palestinesi campo libero contro i loro nemici ebrei israeliani (e poi anche ebrei ita­liani, come si è visto) col patto di non toccare gli italiani. L’attacco al Tem­pio, come dimostra il volume, non fu un’insorgenza sporadica,ma il frutto di una guerra ideologica che avvolse l’Italia e anche l’Europa di quegli an­ni fino ad afferrare Stefano nelle sue spire. Marzano e Schwarz racconta­no come negli anni della crisi energe­tica, anche se non manca il terrori­smo di origine etnica e religiosa ( i ba­schi, i cattolici d'Irlanda) e politica (le Brigate Rosse, la Bader Meinhof, i vari gruppi neonazisti) prende già piede il terrorismo isla­mico, di cui quello pale­stinese è il primo moto­re. Increbile il numero degli attentati: l’oleo­dotto Siot, il giradischi esplosivo nella stiva di un aereo El Al, un attac­co di missili all’aereo­porto di Fiumicino schivato quasi per ca­so, un attentato sul no­stro suolo patrio a Gol­da Meir in visita, un’au­to­bomba in Piazza Bar­berini a Roma, le due spaventose stra­gi di Fiumicino, quella del 1973 e qual­la dell’85, con decine di morti sem­pre per mano palestinese… e tanti al­tri.
In Europa era lo stesso,basta ricor­dare l’attacco
agli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco dell’82, di cui peraltro il mondo si infischiò al pun­to che i giochi proseguirono. La logi­ca per cui, nello stesso ’85,gli assassi­ni palestinesi che ucci­sero sulla nave Achille Lauro l’ebreo america­no Klinghof­fer sulla se­dia a rotella gettandolo in mare, furono messi in salvo dal governo ita­liano, è scritta nelle pa­gine della guerra fred­da. C’era una volta un mondo dei diseredati e oppressi, giustificati in ogni azione, anche la più perversa, dal ruolo di vittime, e dall’altra parte i colonialisti oppressori e impe­rialisti, gli americani e gli israeliani.
Ha qualcosa di simile alla perver­sione sessuale quello che si è scritto su Israele e sugli ebrei in quegli anni ancora vicini alla Shoah. L’Europa
quando parla di ebrei perde la testa. Israele viene descritto dalla maggio­ranza degli articoli e dei testi politici come un serial killer, la formula del «nazisionismo» diventa comune sul­la stampa e nelle manifestazioni, compresa quella della CGIL che de­pone una bara nera proprio davanti alla sinagoga prima dell’attentato. Per anni questa formula è stata uni­versalmente accettata e riprodotta in vignette (anche di Forattini) e battu­te ( anche di Dario Fo, premio Nobel). Giancarlo Pajetta, Rodinson, Avneri e tanti altri hanno creato la base teori­ca per la promozione dell’odio anti­sraeliano e antiebraico, fino all’omi­cidio. Il «lodo Moro» non funzionò, le stragi coinvolsero anche italiani: ma se ne spiegò la violazione dicendo che l’attacco a Fiumicino erano stato compiuto contro la linea aerea israe­liana. Se l’accordo con l’OLP lo strin­se Aldo Moro, niente di più tragica­mente ironico, dato che la sua fine fu scelta da quelle Brigate Rosse con cui scambiarono armi e consigli le orga­nizzazioni palestinesi, libere, grazie al lodo, di scorazzare sul nostro terri­torio. È una triste parabola sul danno provocato dal credere di placare l’ag­gressore, aiutandolo a colpire la sua vittima.
www.fiammanirenstein.com

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