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La Stampa Rassegna Stampa
13.10.2013 Pakistan: eliminato il numeo due dei taleban
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 13 ottobre 2013
Pagina: 14
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Blitz Usa, 'decapitati' i taleban»

Sulla STAMPA di oggi, 13/10/2013, a pag. 14, con il titolo " Blitz Usa, 'decapitati' i taleban", Maurizio Molinari racconta come le forze speciali hanno catturato il numero due delle milizie pakistane.

 Maurizio Molinari                                                  Latif Mehsud, prima.

Le truppe speciali americane hanno catturato in Afghanistan Latif Mehsud, vicecomandante dei taleban pachistani, con un blitz che ricorda quello messo a segno a Tripoli contro Abu Anas al-Libi. E porta la stessa firma: il capo della Cia, John Brennan. Latif Mehsud era a bordo di un’auto sull’autostrada che attraversa il distretto Mohammad Agha nella provincia di Khost quando alcuni veicoli, con le truppe speciali, lo hanno fermato e catturato, portandolo fuori i confini afghani. Nella vettura con Mehsud c’erano almeno due uomini della scorta, che hanno avuto la peggio. Il blitz ha coinciso con la tappa afghana del Segretario di Stato John Kerry ed è stato giustificato da Marie Harf, portavoce delDipartimento di Stato, con il fatto che «Latif Mehsud è uno stretto collaboratore di Hakimullah Mehsud, leader del gruppo Tehrik-e- Taliban Pakistan che rivendicò nel 2010 il tentativo di colpire Times Square a New York» con l’autobomba parcheggiata davanti al Minskoff Theatre dal trentenne pachistano-americano Faisal Shahzad, poi condannato all’ergastolo. Tecnica e giustificazione del blitz di Khost richiamano da vicino quanto avvenuto una settimana prima a Tripoli, in Libia, quando ad essere fermata fu l’auto di Abu Anas al-Libi, il colonnello di Al Qaeda catturato sulla base dell’accusa di essere stato uno dei registi degli attacchi alle ambasciate Usa in Africa Orientale che nell’agosto del 1998 causarono 224 vittime. Anche al-Libi dopo l’arresto è stato trasportato fuori dai confini ed è ora detenuto, secondo la «Cbs», sulla Uss San Antonio nel Mediterraneo. Blitz con forze speciali, legittimazione sulla basedel coinvolgimento in attentati anti-americani e trasferimento su immediato sotto il controllo del Pentagono richiamano, quasi alla lettera, il discorso con cui il ministro della Giustizia Eric Holder spiegò nel marzo 2012 che i droni venivano usati per colpire i terroristi «quando la cattura non è fattibile» perché «pone rischi troppo alti per le truppe» ed in presenza di «minacce dirette per la sicurezza». Successivi memorandum di intelligence resinotidallaCasaBianca e il discorso sulla strategia dei droni pronunciato dal presidente Barack Obama in maggio hanno confermato l’approccio: gli Stati Uniti «preferiscono» non usare i droni per colpire chi li minaccia e «quando possibile» tentano «la cattura» dei terroristi a patto che non esponga le truppe a «eccessivi rischi». Si tratta di una elaborazione della guerra segreta controAlQaeda e i gruppi jihadisti affiliati che porta la firma di Brennan, l’ex consigliere per la Sicurezza interna di Obama divenuto in marzo direttore della Cia, che prima ha teorizzato la campagna dei droni e poi ne ha elaborato la variante delle catture per andare incontro alle necessità giuridiche poste dal Dipartimento della Giustizia, intenzionato a dimostrare che i droni sono solo «l’estrema risorsa» in caso di «immediata necessità». A confermare il ribilanciamento operativo fra droni e catture, frutto dell’intesa Brennan-Holder, c’è la diminuzione degli attacchi condotti quest’anno in Pakistan e Afghanistan dai velivoli senza pilota della Cia. Le catture hanno però la conseguenza di creare imbarazzo nei Paesi dove avvengono; non a caso tanto il premier libico Ali Zeidan che il presidente afghano Hamid Karzai hanno lamentato una «violazione di sovranità».

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