Egitto: ancora scontri fra esercito e islamisti cronaca di Rolla Scolari
Testata: Il Giornale Data: 07 ottobre 2013 Pagina: 17 Autore: Rolla Scolari Titolo: «L’Egitto brucia: altra strage con 44 morti»
Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 07/10/2013, a pag. 17, l'articolo di Rolla Scolari dal titolo "L’Egitto brucia: altra strage con 44 morti". Lo Stato va difeso dagli estremisti islamici, i dimostranti lo sanno, ma l'ideologia del 'martirio' li spinge al suicidio.
Rolla Scolari
Dopo settimane di calma tornano le violenze in Egitto tra sostenitori dell’ex presidente deposto Mohammed Morsi e chi appoggia i militari, traghettatori della nuova transizione politica. Ieri 44 morti, oltre 200 feriti e 423 manifestanti arrestati solo al Cairo. Ma gli scontri si sono verificati in tutto il Paese, dalla capitale alle cittadine nel Sud. Migliaia di persone sono arrivate ieri in piazza Tahrir, luogo simbolo della rivoluzione del 2013, in sostegno di quei militari che oggi controllano il nuovo corso politico dell’Egitto, mentre i sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi, nelle stesse ore e nelle stesse strade, protestavano contro i generali. Politici e ufficiali nei giorni scorsi hanno incoraggiato la popolazione a scendere in strada, a festeggiare il quarantesimo anniversario della guerra di Ottobre - conosciuta in Israele con un nome diverso, la guerra di Yom Kippur. Ogni anno, in Egitto, il 6 ottobre è un giorno di vacanza e celebrazione nazionale, ci sono parate militari, gli F-16 anche ieri hanno fatto evoluzioni nei cieli del Cairo e di Alessandria. Per i militari l'anniversario è occasione di orgoglio perché Israele fu colto di sorpresa dalla loro operazione e il conflitto del 1973 portò, anni dopo, al ritorno della penisola del Sinai sotto controllo egiziano. Le divisioni politiche però in Egitto restano profonde e un giorno di celebrazione, sfruttato dai militari come dimostrazione di forza, si è trasformato in un ennesimo giorno di violenza. I sostenitori dei Fratelli musulmani e di quel presidente Morsi deposto il 3 luglio sono infatti tornati dopo diverse settimane nelle strade, mostrando il simbolo del loro dissenso: una mano che indica il segno quattro, dal nome di Rabaa Al Adawiya, luogo del sit-in della Fratellanza sgomberato il 14 agosto, giorno di scontri al Cairo che causarono centinaia di morti. E anche ieri, le violenze in diverse parti del Paese: il Cairo, Alessandria, Miniya e Delga, nel Sud, Ismailiya e altre cittadine e villaggi. Piazza Tahrir ieri era circondata dai blindati di esercito e polizia e le scene di festa dei sostenitori dei militari - uomini e donne con magliette e poster del generale Abdel Fattah Al Sissi, comandate delle Forze armate, i canti patriottici diffusi dagli altoparlanti - si sono contrapposti alle immagini di scontri in diverse zone del Cairo, ai margini della piazza, tra manifestanti vicini alla Fratellanza e la polizia che ha usato i lacrimogeni. I Fratelli musulmani che in Egitto sono stati un movimento capace per decenni di mobilitare i grandi numeri, dopo i fatti di agosto non riescono più a portare in strada migliaia di persone anche perché la repressione dei militari contro la leadership islamista ha fortemente indebolito il gruppo. Anche ieri, decine di persone sono state arrestate.
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