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Il Foglio Rassegna Stampa
02.10.2013 Al Qaeda in Africa sempre più forte e diffusa
commento di Pio Pompa

Testata: Il Foglio
Data: 02 ottobre 2013
Pagina: 4
Autore: Pio Pompa
Titolo: «Al Qaida Inc.»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 02/10/2013, a pag. 4, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "Al Qaida Inc.".

E’ancora notte nella città nigeriana di Gubja, situata nel nordest del paese, a 30 km da Damaturu, la capitale dello stato di Yobe, quando domenica un commando del gruppo filoqaidista di Boko Haram si introduce nel dormitorio del Collegio dell’Agricoltura uccidendo nel sonno 40 studenti. Alle raffiche di kalashnikov, che hanno massacrato i corpi dei ragazzi, sono seguiti i colpi secchi delle pistole automatiche usate dai terroristi per finire chi ancora dava segni di vita. La mattanza, questa volta, non era diretta contro i cristiani: molti degli studenti uccisi erano musulmani.
Ma per i Boko Haram (il cui nome, in lingua hausa, significa “l’educazione occidentale è un peccato”), quei giovani avevano il difetto di seguire un corso di studi ritenuto inquinato dall’occidente e, pertanto, andavano giustiziati senza pietà essendosi macchiati di apostasia. Per lo stesso motivo e con modalità simili, a luglio, nella città di Mamudo, altri 41 studenti erano stati assassinati a colpi di granata e degli Ak 47. Nonostante le dichiarazioni del governo di Abuja, secondo cui le recenti offensive degli apparati di sicurezza nigeriani avrebbero ridotto il gruppo terrorista “alla disperazione”, le capacità operative di quest’ultimo appaiono tutt’altro che indebolite. “Da alcuni giorni – confida al Foglio una fonte d’intelligence saharawi – i Boko Haram stanno rafforzando i legami con al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) in previsione della costituzione, a fine ottobre, di un centro di comando unificato del jihad cui avrebbero aderito anche gli shabaab somali. L’obiettivo sarebbe quello di far compiere, sull’esempio di quanto avvenuto in Kenya al centro commerciale Westgate di Nairobi, un salto di qualità alle operazioni da condurre contro obiettivi in grado di richiamare, per la loro peculiarità, l’attenzione dei media di tutto il mondo.
In tal senso sarebbero stati adottati i seguenti criteri: concentrare gli attacchi sui cosiddetti soft target, assicurarsi che tra i bersagli vi siano cittadini occidentali e, segnatamente, americani, israeliani ed europei, utilizzare per quanto possibile commando terroristici multinazionali che includano occidentali convertiti all’islam capaci di suscitare, con la sola loro presenza, sgomento e incertezza soprattutto tra la popolazione dei paesi di provenienza”. Tale progettualità sarebbe stata sollecitata dal numero due di al Qaida, Nasir al Wuhayshi (conosciuto come Abu Basir), il principale ispiratore della nuova strategia qaidista basata, non a caso, sul reclutamento dei migliori elementi sia tra i convertiti occidentali sia tra i miliziani di Aqmi, Boko Haram, Stato islamico dell’Iraq e del levante, al Qaida nella penisola araba (Aqap) e al Shabaab, per la formazione di commando multinazionali d’elite. “A capo del costituendo centro di comando unificato del jihad – continua la nostra fonte – sono stati indicati i due nuovi leader di Aqmi, l’algerino Saïd Abou Moughatil (alias Abou Saïd el- Djazaïri) e il mauritano Aderrahmane (alias Talha), nominati al posto di Abdelhamid Abou Zeïd e Mohamed Lemine Ould El-Hassen, entrambi rimasti uccisi nel massiccio dell’Adrar degli Ifoghas, nel nord del Mali, durante l’operazione Serval.
L’attentato al Westgate di Nairobi pare abbia galvanizzato proprio i vertici di Boko Haram e Aqmi secondo cui esso avrebbe contribuito in maniera straordinaria alla causa islamista centralizzando, per giorni, l’attenzione mondiale su quella che hanno definito “la forza inarrestabile del jihad”.

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