Brutta notizia oggi, 24/09/2013, al CORRIERE della SERA è tornata Farian Sabahi. I lettori ricorderanno come LA STAMPA avesse reciso la sua collaborazione, dopo che aveva manipolato una intervista a A.B.Yehoshua. Oggi rientra al Corriere con un commento che riportiamo più avanti, uscito a pag.43, con il titolo " Rohani sogna l'accordo con Obama, ma sul nucleare incombono i falchi ".
E' sempre la stessa Sabahi, con la sua tecnicadi propaganda pro-Iran, ormai collaudata da anni.
Abbiamo analizzato l'articolo.
Nelle prime righe l'Iran viene descritto partendo dalla cronaca, in questo caso la visita di Rohani all'Onu. Il linguaggio è da fumetto made in Usa, Più affilata di una spada, più leggera di un filo di ragnatela e più forte dell'acciaio temprato, che però rende l'idea della forza del regime. Poi, per parare eventuali accuse una leggera critica " ..Ayatollah e pasdaran ...si muovono sempre e soltanto per opportunismo politico.." ma poi continua con un attacco alle sanzioni, evitando furbescamente di specificare perche sono state emesse. In chi legge rimane nella mente soltanto " ..isolano l'Iran e ne mettono in ginocchio l'economia". Sul deputato ebreo, Sabahi non scrive che è una figura di nessun rilievo, in quanto è previsto dalla legge che ci sia UN rappresentante per ogni minoranza, il che non vuol dire che gli ebrei stiano bene in Iran, un paese che odia con ferocia Israele. Infatti gli ebrei iraniani, da una folta comunità che erano, non ce n'è quasi più nessuno. Questa si chiama "menzogna omissiva". Il programma nucleare è "controverso"seguito da una precisa accusa agli Usa "se gli americani non metteranno sul piatto della bilancia il diritto all'arricchimento dell'uranio nel rispetto del Trattato di non proliferazione ". C'è poi una attribuzione paradossale all'Iran " vedersi riconosciuto un ruolo di primo piano nella pacificazione di un Medio Oriente in fiamme "! L'Iran non è più il centro del terrorismo mondiale, ma il suo opposto ! Aggiunge che " colloqui diretti sono un'opportunità anche per Washington " basta ignorare l'arma nucleare ! Ecco infine i veri paesi guerrafondai " Resta da vedere in che misura si metteranno di traverso Israele e i Paesi del Golfo, .."
Questo editoriale è uscito sul CORRIERE della SERA. Che vergogna.
Invitiamo i nostri lettori a scrivere al direttore Ferruccio De Bortoli per esprimere la loro opinione.

a sin. Farian Sabahi
Ecco l'articolo:
Più affilata di una spada, più leggera di un filo di ragnatela e più forte dell'acciaio temprato. Per il leader supremo, Ali Khamenei, sono queste le caratteristiche della diplomazia della Repubblica islamica che nei prossimi giorni potrebbe incontrare quella statunitense, a margine dell'assemblea generale dell'Onu. Ayatollah e pasdaran sembrano finalmente disposti a un accordo con il Grande Satana, ma attenzione: si muovono sempre e soltanto per opportunismo politico, flessibili nella misura in cui conviene mettere fine alle sanzioni che isolano l'Iran e ne mettono in ginocchio l'economia. Accompagnato dal ministro degli Esteri, Zarif (che si tratterrà a New York anche la settimana prossima) e da un deputato ebreo (per dimostrare il rispetto delle minoranze), il neopresidente Rouhani è un moderato e ha maggiori poteri negoziali rispetto al suo predecessore. E indubbiamente più forte di Ahmadinejad: uomo di regime vicino al leader supremo (ma non solo), Rouhani è stato eletto dalla maggioranza degli iraniani e nel suo caso il voto non è stato segnato né da brogli, né dalla repressione. Ma difficilmente potrà fare marcia indietro sul controverso programma nucleare, se gli americani non metteranno sul piatto della bilancia il diritto all'arricchimento dell'uranio nel rispetto del Trattato di non proliferazione. Perché altrimenti — al rientro a Teheran — Rouhani rischierebbe di essere rimproverato dai falchi, che nel 2003 l'accusarono d'essere un traditore per avere sospeso l'arricchimento senza ottenere nulla in cambio. II problema è che parte delle sanzioni non possono essere eliminate senza il consenso del Congresso. Certo che questa è una bella opportunità per i vertici di Teheran, per vedersi riconosciuto un ruolo di primo piano nella pacificazione di un Medio Oriente in fiamme, irriconoscibile. I colloqui diretti sono un'opportunità anche per Washington, che ha bisogno dell'Iran per trovare un accordo in Siria ma pure in Libano, Iraq e Bahrein. Resta da vedere in che misura si metteranno di traverso Israele e i Paesi del Golfo, che hanno ben poco da guadagnare da un'intesa fra Washington e Teheran.
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