Fidarsi degli amici palestinesi e dei diplomatici occidentali
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Tomer Hazan
Cari amici,
oggi i giornali danno spazio alla strage di Nairobi e fanno bene, perché come dice Quirico sulla Stampa, dobbiamo accorgerci che è in corso una guerra, iniziata dodici anni fa con le Twin Towers, o venticinque anni fa in Libano, con le bombe all'ambasciata americana e alla caserma dei marines. E' una guerra asimmetrica, in cui gli attaccanti sono molto più deboli e meno organizzati di noi (tutto l'Occidente) che siamo attaccati. Ma è una guerra che stiamo perdendo, perché fingiamo disperatamente che non ci sia, non la vogliamo combattere, ci illudiamo che aiutando i nostri nemici loro capiranno che siamo buoni e ci risparmieranno. Non è così, la guerra si rinnova ogni giorno su quell'arco amplissimo che va dall'Afghanistan all'Africa occidentale e quando può fa incursioni nel nostro territorio metropolitano.
Oggi però non voglio parlarvi di questo, ma di due episodi di questa stessa guerra che sono avvenuti in Israele, il primo con qualche notizia di stampa, il secondo ignorato da tutte le agenzie. Il primo è la vicenda di un sergente dell'areonautica in servizio di leva Tomer Hazan di vent'anni, che è stato attirato con qualche pretesto da un arabo che considerava amico, Nidal Amar, nel suo villaggio di Beit Amin, vicino alla città di Qalqilya in Samaria, condotto in un campo e qui ucciso (probabilmente sgozzato) dal suo "amico" e dal fratello di lui. Il suo corpo è stato buttato in un pozzo. L'omicidio era evidentemente premeditato e doveva servire a "riscattare" col suo cadavere un altro fratello di Nidal Amar che è in carcere per attività terroristiche. (
http://www.timesofisrael.com/idf-soldier-kidnapped-killed-near-qalqilya/ ) Ignoriamo i dettagli dell'episodio, le ragioni dell'imprudenza di Hazan, la scarsa abilità criminale di Amar che ha lasciato tracce sufficienti a individuarlo e catturarlo nel giro di un giorno. Consideriamo invece il fatto che questo è il diciassettesimo episodio quest'anno di tentativi di rapimenti di soldati israeliani e invece il precedente di Ana Muna, la terrorista che attirò nel 2001 un altro ragazzo ancora più giovane a casa sua usando una chat di Internet e lo fece ammazzare da suoi complici (è stata rilasciata nella scambio per la liberazione di Shalit).
E' una forma di lotta politica questa? E' il modo in cui funziona una "guerra di liberazione"? Hanno mai fatto cose del genere i guerriglieri (o terroristi) cubani o cinesi? No, anche nelle guerre civili "normali" non si arriva a un tale grado di tradimento e di vigliaccheria, c'è un minimo di distinzione fra guerra e rapporti personali. Che persona è questo Amar che lavora accanto a Hazan in un ristorante, gli diventa "amico" solo per convincerlo a mettersi nelle condizioni di poterlo uccidere? Che moralità sta sotto a questo crimine?
Le altre non so, ma quest'ultima domanda ha una risposta. La "moralità" in questione è quella dell'Autorità Palestinese, la stessa con cui Israele dovrebbe fare la pace, che esalta ogni crimine contro gli ebrei. Ana Muna non è stata isolata e condannata per il suo crimine, ma intervistata e trattata come un'eroina dopo la sua scarcerazione. I terroristi di Itamar, che sgozzarono nel sonno un'intera famiglia ebraica scelta a caso, incluso un neonato di pochi mesi, sono onorati in tutti i territori dell'Anp e ricevono un regolare stipendio in carcere. A Dalal Al Maghrabi, che guidò uno dei più efferati attacchi terroristici contro Israele, il "massacro della strada costiera" del 1978, in cui 38 civili israeliani (tra cui 13 bambini) rimasero uccisi e 71 feriti, (
http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_della_Strada_costiera ) compiuto fra l'altro per cercare di impedire la pace fra Egitto e Israele, sono dedicate scuole e piazze e campi sportivi e rievocazioni televisive frequenti.
Come i lettori di IC sanno, l'incitamento dell'Anp al terrorismo non è mai cessato, anche nelle scuole e nelle trasmissioni dedicate ai bambini. Nei trattati di Oslo c'era un impegno preciso a fermare questa propaganda, ma non è mai stato rispettato. Uccidere gli ebrei non è un reato, ma anzi un merito: questo è il messaggio continuamente ripetuto dalle autorità civili e religiose del mondo arabo e in particolare da Hamas e dalla "moderata" Anp. E il mondo civile non se ne interessa, ignorando che c'è un legame fra il massacro della strada costiera e le bombe ai marines, fra l'omicidio di Beit Amin e l'attacco di Nairobi, che l'Occidente è un nemico come Israele, solo un po' più distante.
La sede del Parlamento Europeo
Anzi, non solo il mondo occidentale ignora la propaganda dei nemici di Israele (che sono anche i suoi nemici), ma fa il possibile per aiutarlo. Arriviamo così al terzo episodio, che è accaduto l'altro ieri nella Valle del Giordano settentrionale, vicino al villaggio di Hamdat. Si tratta della zona "C" dei territori contesi, quella affidata all'amministrazione israeliana in cui non vi è mai stata un'apprezzabile presenza araba e dalla liberazione del '67 si sono stabiliti numerosi insediamenti israeliani. E' terra la cui appartenenza non è stabilita, secondo i trattati di Oslo, Ma l'Anp la rivendica come sua e cerca di porre le basi per questa pretesa insediando delle colonie arabe. Così è avvenuto per un gruppo di un centinaio di persone che hanno cominciato a costruire un villaggio su terre demaniali, chiamandolo Khirbet Al-Makhul.
L'iniziativa è stata denunciata dalle autorità, è nata una causa che è arrivata alla Corte Suprema, la quale spesso ordina di distruggere avamposti israeliani ma questa volta ha deciso che l'avamposto arabo era illegale e ne ha ordinato l'abbattimento, cosa che l'esercito ha fatto a suo tempo. I coloni arabi però non hanno mollato e hanno ricostruito la colonia, che è stata di nuovo abbattuta la settimana scorsa.
A questo punto accade l'incidente: un gruppo di diplomatici occidentali ha portato a Khirbet Al-Makhul un camion carico di "aiuti", fra cui materiali per ricostruire ancora il villaggio come tende (la valle del Giordano è sotto il livello del mare, fa caldo e si può benissimo vivere nelle tende).
Vi immaginate dei diplomatici francesi o inglesi che di fronte all'ordine di uno sfratto portino dei materiali per aiutare gli sfrattati a resistere? In Italia o in qualunque altro paese del mondo? E' questo il compito dei diplomatici? Aiutare i trasgressori a resistere alla legge? I soldati israeliani non si sono intimiditi, hanno ordinato al camion di tornare indietro, e di fronte al rifiuto della diplomatica che lo conduceva l'hanno fatta scendere con la forza e hanno portato via i materiali, mentre gli arabi li bersagliavano di pietre. Ne è nato uno scandalo, perché i diplomatici hanno protestato per la violazione delle loro immunità, dato che i soldati, sia pure con ammirevole calma, li hanno affrontati fisicamente. (
http://www.jpost.com/Diplomacy-and-Politics/IDF-stops-Palestinians-from-rebuilding-razed-West-Bank-village-EU-diplomats-cry-foul-326659) qui c'è il video degli incidenti
: http://elderofziyon.blogspot.it/2013/09/video-french-diplomat-punching-idf.html#.Uj6g0YZ7Ka8
Non so come finirà, ma la morale della diplomazia europea è che i trattati e la legge in Giudea e Samaria non valgono. Probabilmente non approvano che si uccida la gente a tradimento (anche se era un soldato... sento già l'obiezione, ma ucciso a tradimento, mentre non era in servizio, e credeva di essere ospite di un amico). Ma approvano e attivamente sostengono l'occupazione delle terre e la violazione dei trattati e delle sentenze della Corte Suprema.
Il commento che posso fare è solo una domanda: se foste israeliani, vi fidereste degli arabi, cerchereste di mostrare simpatia e di fare amicizia? Magari di andarli a trovare a casa? E degli stati europei che mandano diplomatici a violare la legge, vi fidereste? Attribuireste loro compiti di mediazione e di garanzia? Dimentichereste che i loro stati, non più di settant'anni fa, hanno collaborato in un modo o nell'altro alla Shoà, hanno fatto il possibile per non ostacolare chi si assumeva il compito di Nidal Amar su scala industriale?
Ugo Volli