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Il Giornale Rassegna Stampa
20.09.2013 Londra: velo integrale vietato a chi lavora in ospedale
cronaca di Erica Orsini

Testata: Il Giornale
Data: 20 settembre 2013
Pagina: 16
Autore: Erica Orsini
Titolo: «Londra, divieto al velo islamico in ospedale»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 20/09/2013, a pag. 16, l'articolo di Erica Orsini dal titolo "Londra, divieto al velo islamico in ospedale ".

Il velo islamico messo al ban­do anche negli ospedali britannici. Per ora una regola precisa in realtà an­cora non esiste, ma ieri un'inchiesta del quotidiano Daily Telegraph ha ri­velato che gi­à 17 istituti ospedalieri in­glesi da tempo hanno diffuso un'ordi­nanza segreta in cui si vieta allo staff che ha contatti con il pubblico di in­dossare il velo. Così, dopo che la scor­sa settimana un giudice l'ha vietato in sede di testimonianza nella sua aula di tribunale, ora il niqab non sembra essere ben accetto neppure nelle cor­sie ospedaliere.
Per ora si tratta di regolamentazio­ni private dettate dalle singole istitu­zioni e motivate soprattutto dalla ne­cessità di migliorare le comunicazio­ni tra personale medico e infermier­stico e i pazienti. Il personale può co­munque indossare il velo quando non è in diretto contatto con il pubbli­co, durante i momenti del pranzo o nelle pause lavorative. Deve'essere però pronto a toglierselo nel momen­to in cui glielo venga espressamente richiesto. Alcuni dei 17 ospedali che hanno vietato il velo si trovano in zo­ne ad alta concentrazione islamica come nel sud st di Londra ed è quindi comprensibile che la decisione presa abbia suscitato feroci polemiche. I di­rettori sanitari delle strutture però non sono disposti a tornare sui propri passi convinti che le necessità del pa­ziente debbano venire al primo po­sto. E ieri il ministero della Salute ha dichiarato di voler rivedere la regola­mentazione generale a proposito. «È necessario aprire un serio dibattito sul tema- ha dichiarato il sottosegre­tario alla Salute Dan Polter- siamo or­gogliosi del nostro staff multietnico e intendiamo valorizzare e rispettare tutte le culture e le tradizioni religio­se. Tuttavia, bisogna rendersi conto che uno degli aspetti fondamentali di una buona assistenza medica è la co­municazione verbale e non verbale. Parole rincarate dal ministro Jeremy Hunt: «Se fossi un paziente vorrei es­sere in grado di di vedere in faccia il mio dottore o la mia infermiera». Per questo motivo - ha concluso il mini­stro - «ho già scritto agli organismi preposti chiedendo di rivedere le re­gole generali e di aggiornarle in base alla situazione attuale».
Nei giorni scorsi sono state nume­rose le posizioni espresse dal mondo politico a favore o contro la messa al bando del velo. A suscitare molto scal­pore è stata senza dub­bio la dichiara­zione del ministro degli Interni There­sa May che ha sostenuto il diritto del­le donne a vestirsi come preferisco­no, inclusa dunque la scelta di coprir­si il viso. Di tutt'altra opinione la colle­ga Sarah Wollaston, deputata e medi­co di famiglia. «Sono sorpresa che po­ch­e donne difendano la messa al ban­do del velo. Ci sono dei luoghi pubbli­ci dove questo non va indossato, pun­to. E gli ospedali, come le scuole e le aule giustizia, sono uno di questi luo­ghi. Non è una questione di princi­pio, ma di semplice comunicazio­ne».

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