Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/09/2013, a pag. 51, l'articolo di Livia Manera dal titolo "E' un uomo (pachistano e musulmano) a difendere le Inglesi dalla violenza".

Nazir Afzal
Mentre in Italia gli insulti al ministro Kyenge e la violenza contro le donne sono diventati una vergognosa parte della nostra vita quotidiana, colpisce che in Inghilterra un uomo, musulmano e di origine pachistana, si sia assunto il ruolo di femminista più temuto del Regno. A 51 anni, il procuratore capo della Corona, Nazir Afzal, sovrintende a 100 mila processi l'anno ed è il musulmano più alto in grado nel sistema giudiziario britannico, con delega per i crimini contro le minoranze. Un incarico che gli ha guadagnato il rancore di parte di quelle stesse minoranze che l'accusano di dare ai razzisti inglesi un altro bastone con cui colpirli, e l'inimicizia dell'estrema destra bianca che ha chiesto al primo ministro Cameron di licenziare Afzal e rispedirlo «a casa». «Sono nato a Birmingham e non torno certo laggiù», ha riso lui, deciso ad assumersi la sfida di proteggere le 10 mila donne costrette ogni anno a sposarsi contro il proprio volere, e a prevenire i crimini commessi nel nome dell'onore della famiglia.
Certo, l'Inghilterra ha un numero molto più alto dell'Italia d'immigrati musulmani da gestire, ma ciò non toglie che è di femministi come Afzal che le nostre società multiculturali hanno bisogno. Non a caso la hot line che ha istituito contro il matrimonio coatto è un modello che sarà imitato dagli Stati Uniti. Intanto, Afzal sta lavorando a un disegno di legge per criminalizzare questa pratica, che dovrebbe essere approvato in primavera. Mentre l'India si pronuncia sulla pena di morte agli stupratori di New Delhi, colpisce che un padre di quattro figli originario di una zona tribale del Pakistan, uno dei luoghi più violenti e retrogradi della regione, affermi che il fatto d'essere un uomo sia la sua maggiore risorsa nella lotta contro la violenza alle donne. «Non sono la prima persona a combattere questa guerra in Inghilterra. Ma sono il primo uomo, e questo mi rende le cose molto più facili». Un'affermazione che dovrebbe far riflettere chi pensa che delegare alle donne la soluzione dei problemi delle donne non sia, di per se stesso, già un atto di misoginia.
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