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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
17.09.2013 Milano: festival di cultura ebraica
dal 28/09 al 02/10. Cronaca di Paola D'Amico

Testata: Corriere della Sera
Data: 17 settembre 2013
Pagina: 45
Autore: Paola D'Amico
Titolo: «Idee e ricette per capire lo Shabbat. Il tempo sacro non è solo 'riposo'»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/09/2013, a pag. 45, l'articolo di Paola D'Amico dal titolo "Idee e ricette per capire lo Shabbat. Il tempo sacro non è solo «riposo»".

È lo Shabbat, il giorno del riposo, il filo conduttore di Jewish and the City, il primo festival internazionale della cultura ebraica «dedicato al dialogo e al confronto su temi universali e pratiche di vita quotidiana» che, per quattro giorni, dal 28 settembre al 2 ottobre, si terrà a Milano. Quaranta eventi e oltre novanta ospiti — artisti, attori, musicisti, scrittori, filosofi, medici, sindacalisti, matematici — animeranno i luoghi della città che si snodano come un grande quartiere attorno alla Sinagoga della Guastalla: la Rotonda della Besana, il teatro Franco Parenti, la Biblioteca Sormani, la Società Umanitaria, la Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, le Gallerie d'Italia in piazza Scala. Tra i molti ospiti chiamati a dare vita a questa non stop culturale, anche il segretario della Cgil Susanna Camusso e l'ex pm Gherardo Colombo.
L'obiettivo è offrire uno sguardo d'insieme «su una tradizione spesso travisata dai pregiudizi», ha spiegato il direttore scientifico di Jewish and the City, Rav Roberto Della Rocca. «Vogliamo testimoniare l'aspetto vitale della nostra cultura, non lacrimoso e vittimistico». Per questo la scelta del tema, lo Shabbat, che «è il paradigma non solo della fede, ma della visione che l'ebreo ha del mondo. L'uomo vale per ciò che fa, non basta essere o avere». Per l'ebreo il tempo sacro del giorno di riposo e quello profano del lavoro sono entrambi significativi. Dallo Shabbat arriva così una lezione per gestire al meglio una risorsa fondamentale della nostra vita: il tempo. «Il momento in cui si fermano i pensieri, le parole, è un giorno per parlare e pensare in modo diverso», aggiunge Alfonso Arbib, rabbino capo della comunità di Milano.
Ed ha così inizio dopo il tramonto di sabato 28 l'anteprima del Festival «Lo Shabbat non è una domenica che capita di sabato» con due psicanalisti, Haim Baharier e Vittorino Andreoli, che s'incontrano per la prima volta, nella cornice del teatro Parenti. Lo Shabbat si declina in lezioni di danza e scuola di cucina («Mangiare alla giudia»). Domenica 29, che è anche la giornata europea della cultura ebraica, il festival preparerà per la città una grande tavolata lungo i portici della Besana, dove assaggiare i piatti tipici dello Shabbat che le famiglie ebraiche milanesi hanno suggerito inviando le loro ricette. Ogni ricetta ha una storia, «memorie familiari e antichi segreti che accompagnano i piatti e che verranno raccolti in un piccolo libro».
Daniele Cohen, assessore alla Cultura della comunità milanese, parla di «un festival generoso, pensato come un dono per il pubblico», capace di sorprendere. Come potrà accadere incontrando per le strade della città Adrian Schvarzstein, artista di strada, attore e regista teatrale, che quello stesso giorno, con il suo spettacolo The Bed, si sposterà dalla Besana alla Sinagoga con il suo letto e gli spettatori al seguito.
Ma il tema del riposo è anche occasione per riproporre il Tisch, un rito della tradizione ashkenazita con il Rebb e gli anziani riuniti attorno ad un grande tavolo a bere declamando canti ad alta voce, scambiare esperienze e immaginari, che porterà su un palco uomini e donne, attori e autori del nostro tempo («Narrate uomini la vostra storia. Un Tisch tutto milanese»), per un giorno sconnessi dalla Rete, dal telefono, dalla tecnologia. Lo Shabbat è poi una festa da cantare, attraverso laboratori per bambini, è «occasione per ascoltare il silenzio». E «La parola del silenzio» è infatti il titolo della lectio magistralis che Marc-Alain Quaknin, talmudista, saggista, professore di Filosofia a Tel Aviv, terrà nella Sinagoga, accompagnato alla chitarra dal maestro Emanuele Segre. Shabbat è occasione di parlare del mondo femminile, con la studiosa di Qabbalà, Yarona Pinhas, e Gheula Canarutto, autrice del Milano Jewish Center. Il festival «è una delle testimonianze del fatto che Milano sta tornando ad essere una città fertile», ha commentato l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Il programma si può scaricare dal sito: http://www.jewishandthecity.it.

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