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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Giornale Rassegna Stampa
15.09.2013 Qualcuno difende il raduno di Forza Nuova a Cantù
sul Giornale un articolo inaccettabile

Testata: Il Giornale
Data: 15 settembre 2013
Pagina: 10
Autore: Giannino della Frattina
Titolo: «'Forza nuova' sfila in piazza. Autonomi all’assalto della sede»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 15/09/2013, a pag. 10, l'articolo di Giannino della Frattina dal titolo "«Forza nuova» sfila in piazza. Autonomi all’assalto della sede ".

Le violenze vanno sempre condannate, comprese quelle del centri sociali. Non è compito loro contrastare i raduni di Forza Nuova, ma dei giudici della Repubblica italiana che devono far rispettare la legge. L'apologia del fascismo è un reato.
Inaccettabile, invece, la difesa che fa Giannino della Frattina del raduno.
Invitiamo i lettori a scrivere al direttore del Giornale per protestare:
segreteria@ilgiornale.it

Ecco il pezzo: 

E adesso qualcuno proverà a dire che la banalità del male può nascondersi an­che dietro due bambini che vanno in alta­lena. O nel pallone di Lollo che gioca a cal­cio con gli altri ragazzini sul prato di quel Campo solare di Cantù scelto per ospita­re il primo raduno delle ultra destre euro­pee scatenando le ire dei no-global, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e di sindacati più attenti a uno stantio antifa­scismo che alla cassa integrazione e di chi per giorni ha pompato l’indignazione per l’arrivo dei nazisti seminatori di odio e violenza,salvo poi mollare l’osso nei tre giorni della manifestazione («Hanno gri­dato al nazismo, ma nessuno ha ascolta­to quello che avevamo da dire »). Alla fine nessun incidente. Per la verità della vio­lenza s’è vista, ed è stata quella dei soliti bravi ragazzi dei centri sociali milanesi che dopo aver promesso di dare l’assalto al campeggio, se ne sono ben guardati (so­pr­attutto polacchi e ungheresi erano dav­vero monumentali e i francesi sono quelli che gestiscono il servizio d’ordine delle manifestazioni parigine contro i matri­moni gay), preferendo prendersela notte­tempo con una sede di Forza nuova, la for­mazione politica guidata dall’ex europar­lamentare Roberto Fiore che è stata l’ani­ma dell’evento. In trenta, caschi in testa e picconi in mano hanno tentato di deva­starla, sperando nell’appoggio degli abi­tanti delle case popolari di via Palmieri. Così non è stato anche perché, racconta­no i dirigenti di Fn Marco Mantovani e Duilio Canu, «in quella periferia abbia­mo spesso aiutato sfrattati e famiglie in difficoltà».
Il coraggioso sindaco di sinistra Clau­dio Bizzozzero che ha concesso lo spazio, ha portato il saluto di Cantù citando Gan­dhi e Rosa Luxemburg: «La libertà è sem­pre e solo libertà di chi la pensa diversa­mente ». Ieri conferenza sulla Siria dal tito­lo eloquente: «Guerra non convenziona­le a uno Stato sovrano ». Una battaglia spo­sata dall’ultradestra e celebrata anche nello striscione di Lotta studentesca «For­za Assad, fino alla vittoria». Poi lotta al­l’immigrazione («Siamo contro quella selvaggia, non contro gli immigrati» dice Marco Carucci) e la battaglia per opporsi alla distruzione dei popoli d’Europa im­putato da Fiore a quattro flagelli: immi­grazione, calo demografico, aborto e omosessualità. Nel pratone le tende de­gli inglesi del British national party guida­ti dall’europarlamentare Nicholas Grif­fin, dei francesi di Renoveau francaise, gli spagnoli di Democrazia national, poi gli svedesi, i polacchi, gli ungheresi e gli ucraini di Svoboda. Poco folclore, impos­sibile trovare una sola svastica. Tessuto cult il mimetico, ci sono celtiche («ma non diranno mica che i celti erano nazi­sti ») e molte croci con Gesù Cristo, il ban­chetto dell’associazione Evita Peron che raccoglie fondi per le famiglie in difficol­tà. Molti tatuaggi e poche camicie nere, anzi c’è chi si lamenta che all’ultima ma­nifestazione bisognava indossarla bian­ca («Nemmeno ce l’avevo, mi è toccato comprarla»), la maglietta con Alessan­dro Pavolini, scrittore e ministro della Cultura popolare fucilato dai partigiani. Alla fine aveva torto Pisapia che avrebbe vietato il convegno (chissà se condanne­rà l’assalto dei centri sociali alla sede di Fn) e ragione l’ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida per cui «la li­bertà di riunione e di pensiero, quando non diventano incitamento alla violen­za, sono garantiti dall’articolo 17 della Co­stituzione ».

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segreteria@ilgiornale.it

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