Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 15/09/2013, a pag. 10, l'articolo di Giannino della Frattina dal titolo "«Forza nuova» sfila in piazza. Autonomi all’assalto della sede ".
Le violenze vanno sempre condannate, comprese quelle del centri sociali. Non è compito loro contrastare i raduni di Forza Nuova, ma dei giudici della Repubblica italiana che devono far rispettare la legge. L'apologia del fascismo è un reato.
Inaccettabile, invece, la difesa che fa Giannino della Frattina del raduno.
Invitiamo i lettori a scrivere al direttore del Giornale per protestare:
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Ecco il pezzo:
E adesso qualcuno proverà a dire che la banalità del male può nascondersi anche dietro due bambini che vanno in altalena. O nel pallone di Lollo che gioca a calcio con gli altri ragazzini sul prato di quel Campo solare di Cantù scelto per ospitare il primo raduno delle ultra destre europee scatenando le ire dei no-global, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e di sindacati più attenti a uno stantio antifascismo che alla cassa integrazione e di chi per giorni ha pompato l’indignazione per l’arrivo dei nazisti seminatori di odio e violenza,salvo poi mollare l’osso nei tre giorni della manifestazione («Hanno gridato al nazismo, ma nessuno ha ascoltato quello che avevamo da dire »). Alla fine nessun incidente. Per la verità della violenza s’è vista, ed è stata quella dei soliti bravi ragazzi dei centri sociali milanesi che dopo aver promesso di dare l’assalto al campeggio, se ne sono ben guardati (soprattutto polacchi e ungheresi erano davvero monumentali e i francesi sono quelli che gestiscono il servizio d’ordine delle manifestazioni parigine contro i matrimoni gay), preferendo prendersela nottetempo con una sede di Forza nuova, la formazione politica guidata dall’ex europarlamentare Roberto Fiore che è stata l’anima dell’evento. In trenta, caschi in testa e picconi in mano hanno tentato di devastarla, sperando nell’appoggio degli abitanti delle case popolari di via Palmieri. Così non è stato anche perché, raccontano i dirigenti di Fn Marco Mantovani e Duilio Canu, «in quella periferia abbiamo spesso aiutato sfrattati e famiglie in difficoltà».
Il coraggioso sindaco di sinistra Claudio Bizzozzero che ha concesso lo spazio, ha portato il saluto di Cantù citando Gandhi e Rosa Luxemburg: «La libertà è sempre e solo libertà di chi la pensa diversamente ». Ieri conferenza sulla Siria dal titolo eloquente: «Guerra non convenzionale a uno Stato sovrano ». Una battaglia sposata dall’ultradestra e celebrata anche nello striscione di Lotta studentesca «Forza Assad, fino alla vittoria». Poi lotta all’immigrazione («Siamo contro quella selvaggia, non contro gli immigrati» dice Marco Carucci) e la battaglia per opporsi alla distruzione dei popoli d’Europa imputato da Fiore a quattro flagelli: immigrazione, calo demografico, aborto e omosessualità. Nel pratone le tende degli inglesi del British national party guidati dall’europarlamentare Nicholas Griffin, dei francesi di Renoveau francaise, gli spagnoli di Democrazia national, poi gli svedesi, i polacchi, gli ungheresi e gli ucraini di Svoboda. Poco folclore, impossibile trovare una sola svastica. Tessuto cult il mimetico, ci sono celtiche («ma non diranno mica che i celti erano nazisti ») e molte croci con Gesù Cristo, il banchetto dell’associazione Evita Peron che raccoglie fondi per le famiglie in difficoltà. Molti tatuaggi e poche camicie nere, anzi c’è chi si lamenta che all’ultima manifestazione bisognava indossarla bianca («Nemmeno ce l’avevo, mi è toccato comprarla»), la maglietta con Alessandro Pavolini, scrittore e ministro della Cultura popolare fucilato dai partigiani. Alla fine aveva torto Pisapia che avrebbe vietato il convegno (chissà se condannerà l’assalto dei centri sociali alla sede di Fn) e ragione l’ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida per cui «la libertà di riunione e di pensiero, quando non diventano incitamento alla violenza, sono garantiti dall’articolo 17 della Costituzione ».
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