Norvegia: continuerà l’odio contro Israele ?
Commento di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Norvegia: dopo otto anni vince la destra
Negli ultimi anni, nessun governo europeo si è dimostrato ostile a Israele quanto quello norvegese. La sconfitta elettorale della coalizione del Primo Ministro Jens Stoltenberg, formata da tre partiti, è una buona occasione per mettere in evidenza alcuni aspetti di questo odio. E’ indicativo il fatto che Stoltenberg abbia ringraziato per il loro sostegno in una campagna elettorale, peraltro perdente, i leader del sindacato LO e quelli del movimento giovanile del partito laburista AUF. Due organizzazioni che hanno avuto un ruolo centrale nella demonizzazione di Israele. I leader del sindacato norvegese attaccano senza sosta Israele, specialmente durante le manifestazioni del 1° maggio. Gli striscioni che riguardano i problemi del lavoro sono pochi, la maggioranza trattano argomenti di politica internazionale, quasi tutti incitano al boicottaggio contro Israele, come successe nel 2002, quando il leader sindacale Gerd-Liv Valla, ne propose il boicottaggio. Stoltenberg è intervenuto in molte manifestazioni del 1° maggio, ignorando l’odio che veniva propagandato contro Israele. L’AUF salì alla ribalta quando il criminale Anders Breivik uccise 69 giovani mentre si trovavano nel campeggio estivo di Utoya nel 2011. I media si interessarono particolarmente al fatto che i ragazzi di 14 anni o poco più erano su quell’isola per manifestare il proprio odio per Israele. Una trentina di sopravvissuti di Utoya sono stati candidati nella lista del Patito Laburista nelle elezioni del 9 settembre scorso. Il laburista più scatenato contro Israele è stato Jonas Gaht Stoere, ministro degli esteri fino al 2012. Il suo successore, Jespen Barth Eide era meno estremista, anche se seguiva la stessa linea politica. All’inizio di quest’anno ha dovuto ammetter che Stoere mentì due volte in Parlamento, negando che la Norvegia finanziava indirettamente i criminali palestinesi nella prigioni israeliane. Stoere dichiarò in una intervista a TV2 nel gennaio 2011 che non trattava direttamente con Hamas. L’intervistatore ribattè che era stato proprio il leader di Hamas a parlargli della loro conversazione. In una intervista su Maariv del 2009, Stoere dichiarò il diplomatico Trine Lilleng non lavorava più all’ambasciata di Norvegia in Arabia Saudita perché nelle sue e-mail aveva paragonato le azioni israeliane contro i palestinesi alla Shoah. Qualche mese dopo, il giornalista israeliano Cnaan Lipshitz telefonò alla ambasciata norvegese a Riad chiedendo della Lilleng. Gli venne risposto che era fuori ufficio ma che sarebbe rientrata entro un’ora circa. Si seppe poi che era stata addirittura promossa di grado. Stoere venne fotografato al campeggio di Utoya nel 2011 davanti a uno striscione che proponeva il boicottaggio di Israele, malgrado si fosse dichiarato contro questa forma di protesta. Il suo gesto più estremo di odio anti-israeliano è stato l’aver scritto un commento per la 4a di copertina del libro Eyes in Gaza , scritto da due giornalisti norvegesi pro-Hamas , Gilbert e Fosse, che riguardava le loro esperienze durante la campagna Cast Lead del 2006. In quel libro gli autori sostenevano che Israele aveva iniziato la guerra con l’obiettivo di uccidere donne e bambini palestinesi. Nel 2012 Stoere scrisse su Haaretz che era molto preoccupato del fatto che il 38% dei norvegesi ritenessero che il comportamento di Israele nei confronti dei palestinesi fosse come quello dei nazisti verso gli ebrei. Ma non si era posto lui stesso la domanda quanto lui e il suo governo avessero contribuito a tale affermazione. Durante il governo di Stoere, l’ambasciatore norvegese in Israele Svein Sevje dichiarò che per i norvegesi il crimine di Breivik era incomprensibile, mentre lo era l’uccisione dei civili israeliani da parte dei palestinesi. L’ affermazione dell’ambasciatore ebbe molta pubblicità, e danneggiò enormemente l’immagine della Norvegia in Israele. Nel 2010, l’allora ambasciatore norvegese in Siria Rolf Willy Hansen elogiò pubblicamente il pittore Hakon Gullvag, la cui mostra di quadri contro Israele a Damasco venne co-finanziata dalla sua ambasciata. Nel 2009, il governo Stoltenberg investì 20 milioni di dollari per ricordare il 150° anniversario della nascita dello scrittore Knut Hamsun, che regalò il suo Premio Nobel per la Letteratura al Ministro tedesco nazista per la Propaganda Joseph Goebbels. Il Partito Socialista di Sinistra, altro partner del governo sconfitto, era ancora più dei laburisti su posizioni anti-Israele. Il terzo partito della coalizione, il Partito di Centro, voleva proibire la circoncisione. Un Rapporto dell’Osce del 2012 criticò duramente il governo norvegese per il suo atteggiamento nei confronti di ebrei e musulmani. Cosa può aspettarsi Israele dai conservatori e dai partiti del Progresso, i due più forti partiti del centro-destra, che formeranno il nuovo governo ? Avranno bisogno dell’appoggio sia dei cristiano-democratici che dei liberali per avere la maggioranza. I conservatori sono poco interessati alla politica estera, il Partito del Progresso, sotto la guida di Siv Jensen è decisamente pro-Israele e questo vale anche per la maggioranza dei deputati cristiano-democratici. Questo migliorerà la politica ufficiale norvegese verso Israele. Ma la maggior parte dei media norvegesi continueranno a promuover l’odio verso Israele. Lo stesso sarà per i sindacati, e per molti leader delle chiese luterane, delle Ong, nelle università e fra le élites della società civile. Il re Harald V continuerà ad insignire della Medaglia Reale noti anti-semiti, come aveva fatto durante il governo Stoltenberg. Una ricerca del Municipio di Oslo ha rilevato che un terzo degli studenti ebrei delle scuole superiori vengono aggrediti fisicamente o verbalmente più volte al mese. I loro compagni di scuola non cambieranno atteggiamento solo perché il governo Stoltenberg ha perso le elezioni. Fra le varie richieste che Israele dovrebbe fare al nuovo governo, potrebbe esserci l’istituzione di una commissione che analizzi con uno studio approfondito come sia possibile che un milione e mezzo di norvegesi adulti possa credere che Israele si comporti come i nazisti.
Manfred Gerstenfeld è presidente emerito del “Jerusalem Center for Public Affairs” di Gerusalemme. Ha pubblicato più di 20 libri. E’ stato di recente ristampato il suo libro “ Israel’s New Future” con una nuova introduzione e il nuovo titolo di “Israel’s New Future Revisited”