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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
11.09.2013 Cinismo e apparato bellico, Il Sole24ore non si smentisce mai
nemmeno quando dovrebbe trattare solo di economia

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 11 settembre 2013
Pagina: 36
Autore: Federico Rendina
Titolo: «Il gas di Israele punta sui mercati UE»

Sul SOLE24ORE  di oggi, 11/09/2013, a pag.36, con il ritolo "Il gas di Israele punta sui mercati UE", Federico Rendina riferisce sull'incontro intergovernativo italo-israeliano sulle forniture di gas al nostro paese.
L'articolo, sostanzialemente corretto, non perde però occasione di ricordare quanto il quotidiano della Confindustria scrive abitualmente in modo astioso nei confronti di Israele. Non capiamo, per esempio, il perchè di questo riferimento al "cinismo":
Sull'onda del proverbiale mix di determinazione, durezza, efficienza (e un po' di cinismo) dell'amministrazione israeliana. Quale cinismo, di grazia ? C'è poi questa altra perla: E c'è, ammantata dalla nota riservatezza, la risorsa nucleare, con due centrali votate sicuramente all'apparato bellico. Apparato bellico ? Gentile Rendina, ci vuol dire dove ha mai letto delle intenzioni 'belliche' di Israele ? Non crede che era più corretto chiamarlo 'apparato difensivo' ?

Dopo il pezzo del Sole24Ore, riportiamo un articolo tratto dal sito www.staffettaquotidiana.it  privo di cinismi e apparati bellici, dal quale si evince una diversa posizione dell' ENI, non negativa come la dipinge il Sole24Ore, ma collaborativa.



Ecco i due articoli:

IlSole24 Ore - "Il gas di Israele punta sui mercati UE",  di Federico Rendina

Un mare di gas con la stella di Davide pronto a invadere, benevolmente, l'Europa. Sull'onda del proverbiale mix di determinazione, durezza, efficienza (e un po' di cinismo) dell'amministrazione israeliana. Che si prepara a sfruttare il suo nuovo patrimonio energetico: riserve di metano già accertate (potrebbero essere bendi più) per 900 miliardi di metri cubi da estrarre nelle acque territoriali. Come a dire, intanto, almeno 12 anni dei consumi totali di gas di un paese come l'Italia che va praticamente a tutto metano. E lo stesso vuol fare Israele, che punta sul suo nuovo gas per ottenere due obiettivi: la piena indipendenza energetica e l'abbandono dei combustibili più inquinanti, come il carbone. Certo, ci sono anche le energie rinnovabili, nelle quali Israele è campione sia nelle tecnologie che nell'utilizzo (sono più di 300 le startup che operano nell'innovazione energetica e quasi tutte le famiglie usano l'energia solare per scaldare l'acqua). E c'è, ammantata dalla nota riservatezza, la risorsa nucleare, con due centrali votate sicuramente all'apparato bellico. «Ma è dal gas e che arriverà intanto la nostra svolta energetica» ci dice Silvan Shalom, ministro israeliano dell'energia, 55 anni, economista e avvocato. Shalom è a Roma per incontrare le nostre istituzioni e i leader delle nostre società energetiche. «Per collaborare sempre di più nell'energia, nell'industria, nella ricerca. Per promuovere il nostro metano. Con un piano per agganciarci ai nuovi gasdotti come il Tap, o magari per costruire da noi qualche impianto di liquefazione per trasportarlo via nave ai vostri rigassificatori». Il nostro Ministro dello sviluppo, Flavio Zanonato, ci crede. Andrà presto in Israele per «tutte le possibili modalità di esportazione del gas, partire dall'opzione di un gasdotto connesso con il corridoio sud e con il Tap» conferma. E rilancia: «l'Italia potrà essere il ponte energetico tra Israele e l'Europa». Buone promesse, ma le incognite non mancano. I venti di guerra in un'area già così instabile? «Con l'instabilità i prezzi delle materie prime energetiche crescono e le forniture diventano più problematiche. Una ragione in più per accelerare» risponde Shalom. Che intanto deve vedersela con non l'opposizione locale, a suon di ricorsi alla Corte suprema, chiedendo di usare tutto il nuovo gas a sostegno dell'economia e dello sviluppo interno, senza esportarlo. Il ministro Shalom taglia corto: «Contiamo di incrementare il nostro utilizzo di gas per la produzione elettrica e per l'industria dagli attuali 8 miliardi di metri cubi l'anno fino ai 38 miliardi nel 2040. E pensiamo di farcela abbondantemente dedicando il 60% delle nuove risorse per gli usi interni, e il 40% per le esportazioni». Non meno di 360 miliardi di metri cubi da esportare prevalentemente verso la bisognosa Europa, rafforzando naturalmente le infrastrutture di estrazione prima ancora di creare i nuovi canali di trasporto. "
Le obiezioni interne? «La Corte suprema si esprimerà martedì prossimo 17 settembre. Se il verdetto non ci darà ragione modificheremo subito la legislazione per permettere comunque l'avvio del progetto in sei mesi al massimo» garantisce Shalom. Il ruolo dei nostri operatori energetici? «Con l'Eni abbiamo parlato di un coinvolgimento nel trasporto sia con i gasdotti che con i processi di liquefazione». Nessuna ipotesi di collaborazione, però, nelle attività di estrazione. I legami industriali (e quindi "politici") del cane a sei zampe con il mondo arabo consigliano prudenza. Zanonato e Shalom Lo sviluppo della cooperazione tra Italia e Israele nel settore energetico e in particolare del gas, ma anche il proseguimento della collaborazione nel campo dell'innovazione tecnologica e della ricerca, sono stati i temi al centro di un bilaterale tra il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato e il ministro dell'Energia e dell'Acqua Silvan Shalom. Nel corso dell'incontro, che si è svolto lunedì a Roma presso il dicastero di Via Veneto, informa una nota stampa, Zanonato ha prospettato a Shalom il ruolo di “ponte energetico” verso l'Europa che l'Italia potrebbe rivestire nei confronti di Israele, oltre a quello di potenziale acquirente di gas. Le ricerche intraprese dal governo israeliano nelle aree marine di sua giurisdizione hanno infatti consentito recentemente il rinvenimento di rilevanti giacimenti di gas naturale che potrebbero rivoluzionare il proprio stato di approvvigionamento energetico ed avere riflessi importanti nel delicato quadro geopolitico del Medio Oriente. Shalom ha manifestato a Zanonato l'interesse di Israele ad esplorare tutte le possibili modalità di esportazione del gas, a partire dall'opzione di un gasdotto connesso con il Corridoio Sud e con Tap. E l'Eni, nonostante i buoni rapporti con il mondo arabo, avrebbe espresso la disponibilità a trasportare il gas israeliano compresso a Cipro. Secondo quanto riporta Globes , il ministro Shalom, che ha sostituito nella visita ufficiale in Italia il premier Benjamin Netanyahu trattenuto in patria per la situazione siriana, ha riferito che l'Eni sarebbe disponibile a costruire infrastrutture di compressione per esportare il gas a Cipro. Il governo israeliano è in attesa della decisione dell'Alta Corte di giustizia a cui sono state presentate petizioni contro la decisione dell'esecutivo di permettere l'export di gas. Durante il colloquio, che ha delineato anche le basi del prossimo vertice bilaterale italo-israeliano in programma a Torino il 2 dicembre, è stato inoltre ricordato come negli ultimi anni siano cresciute le occasioni di collaborazione tra i due Paesi nei settori dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo industriale. Al termine dell'incontro il ministro Zanonato ha espresso al ministro Shalom la sua intenzione di visitare presto Israele e proseguire nella proficua collaborazione tra i due Paesi: “Israele – ha affermato – rappresenta per noi un partner molto importante e auspichiamo che le forme di cooperazione in ambito energetico continuino a crescere”.

dal sito www.staffettaquotidiana.it
 Lo sviluppo della cooperazione tra Italia e Israele nel settore energetico

 Lo sviluppo della cooperazione tra Italia e Israele nel settore energetico e in particolare del gas, ma anche il proseguimento della collaborazione nel campo dell'innovazione tecnologica e della ricerca, sono stati i temi al centro di un bilaterale tra il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato e il ministro dell'Energia e dell'Acqua Silvan Shalom. Nel corso dell'incontro, che si è svolto lunedì a Roma presso il dicastero di Via Veneto, informa una nota stampa, Zanonato ha prospettato a Shalom il ruolo di “ponte energetico” verso l'Europa che l'Italia potrebbe rivestire nei confronti di Israele, oltre a quello di potenziale acquirente di gas. Le ricerche intraprese dal governo israeliano nelle aree marine di sua giurisdizione hanno infatti consentito recentemente il rinvenimento di rilevanti giacimenti di gas naturale che potrebbero rivoluzionare il proprio stato di approvvigionamento energetico ed avere riflessi importanti nel delicato quadro geopolitico del Medio Oriente. Shalom ha manifestato a Zanonato l'interesse di Israele ad esplorare tutte le possibili modalità di esportazione del gas, a partire dall'opzione di un gasdotto connesso con il Corridoio Sud e con Tap. E l'Eni, nonostante i buoni rapporti con il mondo arabo, avrebbe espresso la disponibilità a trasportare il gas israeliano compresso a Cipro. Secondo quanto riporta Globes , il ministro Shalom, che ha sostituito nella visita ufficiale in Italia il premier Benjamin Netanyahu trattenuto in patria per la situazione siriana, ha riferito che l'Eni sarebbe disponibile a costruire infrastrutture di compressione per esportare il gas a Cipro. Il governo israeliano è in attesa della decisione dell'Alta Corte di giustizia a cui sono state presentate petizioni contro la decisione dell'esecutivo di permettere l'export di gas. Durante il colloquio, che ha delineato anche le basi del prossimo vertice bilaterale italo-israeliano in programma a Torino il 2 dicembre, è stato inoltre ricordato come negli ultimi anni siano cresciute le occasioni di collaborazione tra i due Paesi nei settori dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo industriale. Al termine dell'incontro il ministro Zanonato ha espresso al ministro Shalom la sua intenzione di visitare presto Israele e proseguire nella proficua collaborazione tra i due Paesi: “Israele – ha affermato – rappresenta per noi un partner molto importante e auspichiamo che le forme di cooperazione in ambito energetico continuino a crescere”.

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