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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.09.2013 IC7 - Una titolazione inaccettabile
Commento di Angelo Pezzana

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 settembre 2013
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Una titolazione inaccettabile»

Il commento di Angelo Pezzana
Una titolazione inaccettabile


Angelo Pezzana, direttore editoriale IC

La settimana è stata segnata dalla voce “Siria”, Obama ne è stato protagonista più ancora di Assad, le cui gesta criminali – insieme a quelle dei suoi oppositori – erano già state al centro dell’attenzione dei media sin dall’inizio delle guerra civile. Dopo il passaggio dalle armi convenzionali a quelle di distruzione di massa, l’opinione pubblica mondiale si è chiesta quale mossa avrebbe preso Obama, se sarebbe – in qualche modo – intervenuto, come aveva dichiarato. Obama con i suoi tentennamenti, poi la decisione, contrastata da Russia e Ue, infine il G20, dove protagonisti sono stati, anche qui, Obama e Putin.
Come si sono comportati i nostri media ? Direi che hanno seguito la politica di chi osserva senza prendere una chiara posizione, condanna della violenza e quindi della guerra, ma anche no ad un intervento senza l’approvazione delle istituzioni internazionali. Le opinioni sono state le più variegate, smentendo le tradizionali scelte dei vari quotidiani. No all’intervento da parte della destra, possibilisti invece a sinistra, spesso con editoriali in prima pagina che venivano poi smentiti da altri in quelle interne.
Ma ciò che mi ha colpito di più, è stato un errore gravissimo, compiuto da uno dei quotidiani più importanti del nostro paese, La Stampa. Nell’edizione di mercoledì 4 settembre 2013, a pagina 2, sopra un pezzo di Aldo Baquis da Israele, che riferiva in modo corretto e approfondito le misure di sicurezza che Israele sta prendendo nel caso le minacce di Siria e Iran dovessero prendere corpo, a piena pagina la titolazione recitava cosi:
“ Missile di Israele spaventa il mondo”
Un errore grossolano, che presuppone o la malafede o la non lettura dell’articolo di Baquis. Altra spiegazione non esiste. Sappiamo tutti l’importanza di un titolo, il lettore potrà non leggere l’articolo – per vari motivi – ma non mancherà il titolo, e quel “ Missile di Israele spaventa il mondo ”, condizionerà il suo giudizio sullo Stato ebraico in senso negativo. Quel missile, che dovrà garantire la sicurezza degli israeliani, quindi uno strumento di difesa, diventa secondo La Stampa uno strumento di offesa, tanto quanto i missili che Assad, Iran o Hezbollah minacciano di colpire Israele se Obama interverrà in Siria.
Riportiamo la pagina della Stampa, perché i lettori si rendano conto con i propri occhi dell’enormità di quel titolo, e riprendiamo anche il testo di Aldo Baquis, nel quale è detto senza possibilità di fraintendimenti l’uso difensivo da parte di Israele. Il mondo ha tutte le buone ragioni di spaventarsi, ma di sicuro non a causa di Israele.
Chiedo ai lettori/lettrici di IC di inviare la loro opinione al direttore della Stampa Mario Calabresi:
direttore@lastampa.it per chiedergli come sia possibile che un errore così grave e offensivo per Israele sia potuto avvenire, e perché – in qualche modo – non sia stato smentito.

Ripubblichiamo l’articolo di Aldo Baquis del 4.9.2013 a pag.2:
è importante rileggerlo, per capire come il titolo non abbia nulla a che vedere con il testo.

Momenti di grande apprensione si sono vissuti ieri -mentre la tensione fra Siria e Stati Uniti resta alle stelle - quando una stazione radar russa, quella di Armavir sul Mar Nero, ha rilevato il lancio di due missili dal Mediterraneo, verso est. Non è passato molto tempo fin quando le agenzie di stampa russe sono state in grado di dare il cessato allarme: i missili si erano inabissati in mare, senza causare danni. Ma sulla loro origine restava il mistero. Ad accrescere la confusione sono giunte dichiarazioni di una fonte militare in Israele, che si diceva all’oscuro dell’evento. Solo dopo due ore di fibrillazioni regionali dal ministero della Difesa israeliano è giunto un molto atteso comunicato di chiarimento. Nel contesto di un test del sistema di difesa aerea israelo-statunitense Arrow, spiegava il ministero, era stato lanciato unmissile Sparrow (Passero, o Ankor in ebraico). In termini vaghi veniva precisato che il test si era svolto «nel Mediterraneo e in una base dell’aviazione nell’Israele centrale». In seguito si è appreso che era stato lanciato dal Mediterraneo verso est. Il lancio, assicurano in Israele, era molto complesso: era stato programmato da tempo, quasi da un anno. Tuttavia pare aver avuto per Israele un valore aggiunto perché ha consentito di toccare con mano la qualità e la rapidità della copertura del Mediterraneo orientale e dell’area siriana da parte dei radar russi: che per primi hanno divulgato al mondo la notizia del lancio, una manciata di secondi dopo che era avvenuto. «Stiamo costruendo attorno a noi un Muro di ferro» ha annunciato ieri Benyamin Netanyahu riferendosi alle sempre più sofisticate difese aeree del proprio Paese e ricorrendo ad un termine coniato cento anni fa da uno degli ideologi del nazionalismo sionista, Vladimir Jabotinsky. Il programma Muraglia («Homa», in ebraico) si basa sulle batterie dei missili anti-missili Arrow, il cui compito è di intercettare ad alta quota missili balistici analoghi agli Scud siriani e agli Shihab-3 iraniani. Perqueste simulazioni Israele ricorre appunto agliSparrow (azzurri, argentati o neri) che di norma vengono installati su aerei da combattimento F-15. Arrivati a una quota di 60milapiedi, gli Sparrow sono lanciati fino ad uscire dall’atmosfera. Quando poi ricadono verso terra, il loro volo è simile a quello deimissili balistici.GliSparrow messi a punto da Israele cercano di confondere le difese nemiche: cambiano traiettoria e a un certo punto si spaccano in più parti. Da qui le informazioni russe relative ai «due missili» identificati in volo. Secondo ilministero israeliano della Difesa, il radar Pino Magnifico e le batterie Arrow hanno ricevuto in tempo reale tutte le informazioni necessarie e hanno reagito come i loro ideatori si aspettavano. «Un chiaro successo », ha esclamato il ministro della Difesa Moshe Yaalon. E Netanyahu ha aggiunto: «I nostri nemici comprendono ancora meglio che per loro è preferibile non provare ad attaccarci».

E' importante far arrivare a Mario Calabresi la nostra protesta, ecco la sua e-mail:
direttore@lastampa.it


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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