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La Repubblica Rassegna Stampa
05.09.2013 Indonesia: islamisti contro il concorso Miss Mondo perché 'immorale'
Scontro di civiltà? Noooooo

Testata: La Repubblica
Data: 05 settembre 2013
Pagina: 15
Autore: Valeria Fraschetti
Titolo: «Bali, l’ira degli islamisti per Miss Mondo»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 05/09/2013, a pag. 15, l'articolo di Valeria Fraschetti dal titolo " Bali, l’ira degli islamisti per Miss Mondo ".

Non era bastato ottenere due mesi fa la straordinaria rinuncia al bikini, in cambio di una mise più morigerata sulla passerella. Ora i radicali d’Indonesia alzano la posta: chiedono la cancellazione del concorso di bellezza, reo di esportare «immoralità». E così l’ultimo capitolo della battaglia islamisti contro Miss Mondo ha visto questa settimana qualche centinaio di membri del Forum del popolo islamico sfilare per le strade di Giacarta al grido di “Allahu Akbar” fino al grattacielo Mnc Tower, che in questi giorni ospita gli organizzatori dell’evento, che sarà inaugurato domenica a Bali. Per ora, la protesta ha soprattutto avuto l’effetto di imbarazzare il governo, che contava sul “beauty contest” per rilanciare l’immagine delle sue spiagge bianche, percepite negli ultimi tempi come mete meno sicure proprio a causa dell’estremismo. Con una popolazione di 240 milioni di persone, per l’88 per cento musulmani, l’Indonesia è il Paese con più islamici al mondo. Ma i fedeli sono in larga parte moderati, tanto che gli esperti fino a poco tempo fa citavano la tolleranza del Paese asiatico come un modello di fronte a chi sostiene che Islam e democrazia siano incompatibili. Eppure, negli ultimi anni la crescente esuberanza delle frange radicali sta guastando non poco quest’immagine. Nella provincia di Aceh, estremità nord di Sumatra, dove il governatore Zaini Abdullah è salito al potere nel 2012 promettendo l’applicazione della sharia, alle donne è stato vietato di sedere a cavalcioni sulle moto e di indossare i jeans. E 17 chiese cristiane — scrive Asia News — sono state fatte chiudere, a riprova che il radicalismo si sta insinuando nelle istituzioni. Come del resto aveva dimostrato l’estate scorsa il caso di Alex Ann, il primo indonesiano incarcerato per ateismo, più o meno quando Lady Gaga annullava il suo concerto a Giacarta dopo le accuse di «adorare il diavolo». Ora il caso Miss Mondo 2013. Che rischia di incrinare persino l’immagine di Bali, sinora in parte risparmiata dai facinorosi islamici grazie al fatto che l’isola paradiso delle vacanze è a maggioranza induista. A giugno, gli organizzatori si erano piegati alle pressioni degli ultrà accettando di non far sfilare le 137 sfidanti in bikini, ma nei tradizionali sarong (teli drappeggiati in vita e lunghi sino alle caviglie). Ma il Consiglio degli Ulema non si è accontentato e ora chiede la cancellazione del concorso «contrario all’Islam ». «Un evento che insulta le donne: le costringe a movimenti provocanti», tuonano gli oltranzisti. Che minacciano: «Se il governo non annullerà Miss Mondo, saremo costretti a pensarci noi».

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