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Prigionieri metaforici
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli La cicogna arrestata Cari amici,
scusatemi se vi annoio, ma se la grande storia si ripete, figuratevi quelle piccole. La notizia è questa: hanno trovato una nuova “spia sionista” in Egitto. O forse tre. Naturalmente si tratta di un animale, in particolare di un uccello. Questa volta si tratta di una cicogna, volatile simpatico e rispettato da tutte le culture, cui hanno trovato addosso un rilevatore di posizione. Peccato che ce l'abbiano messo gli zoologi francesi per tracciarne le migrazioni. I solerti servizi segreti egiziani hanno riconosciuto l'innocuità dell'apparato, ma, come spiega un compunto articolo del “Corriere” (http://www.corriere.it/esteri/13_settembre_01/egitto-cicogna-spia_8f25095c-12f3-11e3-b29f-7fb8749168ea.shtml ), “l'uccello catturato continua a rimanere dietro le sbarre, perché prima di liberarlo, le autorità locali hanno bisogno dell'autorizzazione dei pubblici ministeri”. In un altro incidente, a quanto pare, gli investigatori egiziani hanno arrestato una colomba, che portava un microfilm, su cui era scritto “Islam, Egypte 2012” e poi ancora in un terzo caso un “canard”, cioè un'anatra (ma in francese il nome allude anche alle nostre “bufale”), che aveva addosso un qualche oggetto elettronico, a quanto pare anch'esso innocuo. Ma i due animali sono pure loro in attesa di giudizio.( http://jssnews.com/2013/08/31/egypte-une-colombe-et-un-canard-arretes-pour-espionnage/? ) O ahimè, forse di una cucina. C'è stato poi di recente un falco sionista arrestato anche lui e sottoposto a radiografia, per via di un anellino sulla zampa, di quelli che impiegano i naturalisti per identificare gli esemplari. Dopo una radiografia per certificarne l'innocuità interna (potete ammirarla qui: http://ilborghesino.blogspot.it/2013/07/e-allarme-ora-per-il-falco-spia-sionista.html), il rapace a quanto pare è stato liberato. Non vi annoio qui ripetendovi l'elenco dettagliato dei colleghi di questi poveri animali catturati per sospetta affiliazione al Mossad: pescecani nel Mar Rosso per rovinare il turismo (come se non ci pensassero gli islamisti), avvoltoi in Arabia Saudita, maiali nei territori dell'Autorità Palestinese, cavallette, topi, scoiattoli...
Georges Lefebvre, La grande paura del 1789 Si usa dire fra chi si occupa di casi giudiziari, che una circostanza insolita può essere un caso, due sono un indizio, ma tre sono una prova. In questo caso le prove sono numerose. Ma di che cosa? Della follia dei governanti islamici? Non è questo il problema. Per capirne qualcosa di più vi suggerisco di dare un'occhiata a due grandi libri: uno è un celebre studio storico di Georges Lefebvre, “La grande paura del 1789” [1932, tradotto in italiano da Einaudi nel '53], in cui si mostra analiticamente come le ondate di paura dei briganti diffuse epidemicamente in Francia nel penultimo decennio del 1700 avessero a che fare con l'insoddisfazione sociale che poi esplose nella rivoluzione francese. L'insicurezza economica e civile, il senso di frustrazione e di ingiustizia, la sensazione di vivere in tempi dove il modo di vita tradizionale non era più garantite, si materializzarono in ondate di panico per un pericolo inesistente, quello dei “briganti” che si diceva compissero crimini efferati, ma in realtà non c'erano.
Konrad Lorenz, L'Anello di Re Salomone
L'altro libro è ancora più celebre, è “L'anello di Re Salomone” di Konrad Lorenz, dove il grande etologo per introdurre i suoi studi di comunicazione animale racconta che Salomone avesse un anello che gli permetteva di parlare con tutti gli animali. A quanto pare “la leggenda è tratta da un'opera di J.V. Widmann, Der Heilige und die Tiere, in cui tra le altre cose si narra che Salomone gettò via l'anello magico in un eccesso d'ira, dopo che un usignolo gli aveva svelato che una delle sue 999 mogli amava un uomo più giovane. In realtà l'esistenza di un anello appartenuto a Re Salomone è già presente nel Testamento di Salomone, ma i poteri attribuitigli permettevano a Salomone di comunicare con i demoni.” (http://it.wikipedia.org/wiki/L'anello_di_Re_Salomone). Quel che ci interessa è che si tratta di un potere magico, irriducibile a fonti naturali, attribuito al re degli ebrei. Capita del resto abbastanza spesso che agli ebrei siano attribuite da fonti arabe altre attività supernaturali o innaturali: provocare terremoti, siccità, inondazioni, complottare per abbattere nascostamente le moschee sul Monte del Tempio e così via. Anche di recente, in uno sceneggiato televisivo molto propagandato diffuso in occasione del Ramadan, quando questo tipo di intrattenimenti popolari raggiunge l'apice della popolarità, si vedevano gli ebrei dell'oasi di Medina, che furono selvaggiamente e vigliaccamente sterminati da Maometto in violazione dei patti precedenti, mentre stavano a colloquio col diavolo e contrattavano con lui il premio per le loro malvagie azioni. Se questo vi ricorda le dicerie menzognere sull'avvelenamento dei pozzi o sull'uccisione dei bambini per impastare col loro sangue il pane azzimo, avete perfettamente ragione: si tratta della stessa attribuzione di superpoteri maligni in cambio di atti criminali.
Insomma, quella degli animali manovrati dal Mossad non è stupidità qualunque, è da un lato una paura dell'ignoto profondamente radicata in un mondo arabo che - ricordiamolo - contiene vasti settori popolari di immensa miseria e ignoranza, soprattutto in paesi poveri come l'Egitto. Ma è anche un esempio del razzismo allo stato originario, la paura dell'altro visto come stregone malvagio ma potentissimo. Il fatto che sia malvagio giustifica l'odio che si nutre verso di lui; che sia stregone spiega come riesca a sopravvivere all'ira dei fedeli, anzi a sconfiggerli. Per questa ragione, fra l'altro, non si può non essere diffidenti per il “razzismo positivo” di chi attribuisce “straordinaria intelligenza” agli ebrei o magari anche una qualche segreta infallibilità al Mossad o alle altre agenzie e unità d'élite di Israele. Si tratta di un'ammirazione che facilmente può degenerare in paura e odio, soprattutto quando alla fine si vede che gli ebrei sono esseri umani come tutti, se capiscono la comunicazione animale è perché hanno studiato scientificamente l'etologia, se conoscono in anticipo le mosse dei nemici non è grazie a colombe e gru, ma all'elettronica, ai satelliti, al paziente lavoro di intelligence. Possiamo ridere di questi folkloristici arresti e compiangere gli animali in gabbia. Ma ricordiamoci che la povera cicogna e il povero falco sono prigionieri metaforici, stanno al posto di altri, la vera fonte del pericolo secondo la “grande paura” araba, che si vorrebbe imprigionare ed eliminare, magari in un bel Lager, Auschwitz style.
Ugo Volli |
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