Donne in Iran, ancora ben lontane dall'emancipazione ma Farian Sabahi scrive il contrario
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 01 settembre 2013 Pagina: 31 Autore: Farian Sabahi Titolo: «Voci delle iraniane»
Riportiamo dal SOLE 24 ORE di oggi, 01/09/2013, a pag. 31, l'articolo di Farian Sabahi dal titolo "Voci delle iraniane ".
Farian Sabahi
La tecnica di Farian Sabahi per fare propaganda all’Iran è sempre quella di partire come spunto dalla recensione a un libro quasi sempre pubblicato in inglese, che nessuno andrà mai a leggere, approfittando così dello spazio per svolgere il suo mestiere principale che è la propaganda in favore del regime dei mullah, lavoro che continua a fare sulle colonne del Sole 24 Ore. Aveva iniziato alla Stampa, dalla quale fu dimessa per avere manipolato un’intervista ad A. B. Yehoshua (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=25966), collaborò con qualche articolo al Corriere della Sera, ma anche lì la cosa era talmente evidente che la collaborazione cessò. Rimane il Sole 24 ore dove, insieme a Ugo Tramballi come esperto di Medio Oriente, sta bene Farian Sabahi come ideologa pro mullah. Per quanto concerne la presunta emancipazione delle donne in Iran, poi, d'accordo, la teocrazia iraniana non è come l'Arabia Saudita, ma la situazione non è molto più rosea. Nella sua breve storia dell'Iran, Sabahi cita il divieto del velo imposto dallo Scià, ma dimentica di descrivere che cos'è successo dal '79 in poi, con l'arrivo di Khomeini. Se prima l'Iran stava avviandosi a diventare uno Stato occidentalizzato, con gli ayatollah il processo è stato bloccato e invertito. Non c'è spazio per i diritti delle donne in una teocrazia. Ecco il pezzo
Non lasciatevi ingannare dal chador, il problema è l'istruzione delle fanciulle: i le: se sapessero scrivere passerebbero il tempo a mandare lettere d'amore agli uomini», lamentava un mollah persiano di inizio goo criticando le prime scuole. Oggi in Iran le studentesse sono oltre i167% dei tre milioni di universitari e, in ambito educativo, il divario di genere è diminuito anche nelle zone rurali. Nelle istituzioni pubbliche le donne hanno un ruolo non irrilevante ma, come ad altre latitudini, faticano a imporsi in politica. Nel neo Governo Rowhani non c'è nemmeno una donna. Forse è il prezzo pagato ai conservatori per aver scelto personaggi vicini al riformatore Datami e a Rafsanjani. Eppure, Rowhani aveva promesso uguali diritti e opportunità. Per comprendere l'emancipazione femminile in vari ambiti della società si consiglia la lettura di Becoming Visibile in Iran, frutto di numerose interviste condotte a Teheran nel 2007. L'autrice, ricercatrice alla School of Orientai and African Studies di Londra, offre tante testimonianze intrecciate alla storia, dimostrando che "non bisogna essere occidentali per essere moderni". Akram, infermiera inpensione,78 anni, racconta di quando Reza Shah vietò ilvelo, raccomanda alle figlie di cercare l'indipendenza finanziaria e le diffida dal crescere i figli maschi come dei re. Altre testimonianze vengono dall'Università al-Zahra, l'unico ateneo femminile. Fondato nel 1964, ne è stata rettore Zahra Rahnavard: aveva distribuito veli colorati e tenuto aperta la mensa durante il ramadan, in controtendenza rispetto alle altre istituzioni. Una donna coraggiosa, da due anni e mezzo ai domiciliari con il marito Mussavi, leader del movimento verde. Il suo destino è il barometro del futuro Iran.
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