La tracotanza americana, le smargiassate alla Bush e alla Obama sono perniciose. Il problema della pace sta nel fatto che uno dei due contendenti (gli arabi) non sanno cosa sia la pace, vivendo sempre in contrasto fra sunniti e sciiti, integralisti e non, filo-occidentali e terzomondisti, coloro che auspicano una vera democrazia e quelli che non sanno emanciparsi dal primitivo diritto islamico. Si veda quanto accade in Egitto, la cui popolazione oggi non ha ancora digerito il trattato di pace con Israele, nonostante i vantaggi e le opportunità che da questo erano derivati al Paese sul Nilo. Se l'Iraq, la Siria, il Libano sono ciò che sono, lo si deve proprio alle potenze occidentali che hanno creato Stati sulle ceneri dell'impero ottomano tracciando linee sulla carta geografica anziché in base alla realtà etnica, religiosa e sociale delle popolazioni. Per questo si è arrivati ora a sostenere la creazione di uno Stato che non è mai esistito in una terra un tempo desolata e spopolata. No, nessuna pace è possibile, nessuna pacificazione si può ottenere finché vige il desiderio di abbattere Israele, la cui legittimità è mille volte maggiore di un ipotetico Stato palestinese. Agli arabi è stato già dato: il Regno Ashemita di Giordania. Il resto sono rivendicazioni senza uno straccio di fondamento.
A ognuno il suo.
Madelma
Nel Dossier di settembre, su IC da domani, pubblichiamo - tra l'altro - una intervista a Mordechai Kedar, che spiega in pochi ma chiari concetti che cosa significa vivere in Medio Oriente. Kedar racconta la realtà, mentre l'Occidente vive di utopie e sogni.
IC redazione