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Informazione Corretta Rassegna Stampa
31.08.2013 Un consolato italiano di troppo ?
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

Testata: Informazione Corretta
Data: 31 agosto 2013
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Un consolato italiano di troppo ?»

Un consolato italiano di troppo ?
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana


La Farnesina

A Gerusalemme, capitale dello Stato di Israele, ci sono due consolati italiani. Uno si trova ad ovest, l’altro nella zona est, ma sarebbe più corretto scrivere in due quartieri diversi, quello a ovest, nel quartiere residenziale Katamon, è la sede principale, quello a est nel quartiere Sheik Jarrah, abitato prevalentemente da arabi, è una sede distaccata che però ricopre uguale titolo. Il consolato generale si trova nella via KfarTet Benovember 16, una elegante palazzina a tre piani, costruita agli inizi degli anni ’40 sotto il Mandato inglese quale residenza degli ufficiali,lo stile è quello internazionale del periodo, linee diritte ed essenziali, tetto a terrazzo,una finestra circolare nell’angolo superiore della facciata, con lampade art-déco ai lati della porta d’ingresso.
La sede distaccata, cosiddetta sede est, è invece vicino all’Ospedale oftalmico St.John e al Comando Generale della Polizia israeliana, nei pressi della affollata Nablus Street.

Entrando nel Consolato Generale, dopo un piccolo giardino, un carabiniere italiano accoglie i visitatori nella sala d’attesa, trascrive le generalità, sulle pareti note informative o di servizio. E’ la sede ufficiale del Console e dei suoi collaboratori, negli uffici vengono sbrigate le normali funzioni consolari, passaporti, visti, pensioni, amministrazione. Come avviene normalmente in ogni consolato.
Ma allora, si chiederà il lettore, come mai ce ne sono due ? Che funzione ha il consolato ‘distaccato’ a Gerusalemme est ?
Siamo andati a vedere per capire, ma anche per curiosare. Dopo un cancello e un giardinetto si entra nella palazzina. Dopo la zona adibita a portineria e un breve corridoio, ci si trova di fronte a una parete con un grande manifesto con una soldatessa israeliana con accanto una donna araba, vestita in abiti tradizionali, il cui significato appare fin troppo allusivo. Essendo un consolato italiano, uno si sarebbe aspettato un carabiniere a cavallo, oppure un corazziere o un alpino. Invece no, ecco i simboli dell’’occupazione’, la soldatessa di Israele e la donna araba. Nella sala d’attesa,accanto al guardiano, un attaccapanni con una grande sciarpa sportiva, del tipo di quelle dei tifosi italiani, ma senza alcun riferimento a squadre italiane, ma con la scritta ‘Palestina’ accompagnata da tutti simboli politici palestinesi. Che vengono ripresi sui muri, offrendo ai visitatori tutta la simbologia arabo-palestinese. Su alcuni scaffali, accanto a oggetti di ceramica locale, una vasta esposizione di prodotti del luogo, olio, sapone e altri oggetti di artigianato palestinese. Nulla di strano se ci si trovasse in un consolato ‘palestinese’, ma si dà il caso che non lo sia. Che ci ricordasse che eravamo in uno consolato italiano c’era un libro con in copertina una immagine del Trentino. Su una mensola programmi e progetti di cooperazione con i palestinesi, tutti etero diretti, nessuno che riguardasse iniziative comuni arabi-ebrei.
All’ingresso si veniva informati che nel mese di agosto per i visti bisognava rivolgersi alla sede ovest. Ma se queste mansioni possono essere svolte anche nella sede generale, quale è la reale funzione della sede distaccata ? Dove chi entra non avverte di essere in un consolato italiano, quanto piuttosto in una rappresentanza palestinese a Roma o in altra città italiana. Entrano e vedono solo simboli palestinesi, nulla che ricordi la sede di un consolato italiano. Niente bandiera tricolore o la foto del presidente della Repubblica, la carta geografica dell’Italia, o fotografie che illustrino i luoghi più belli del paese.

Qualcuno potrà obiettare che sono ospitati gli uffici della cooperazione, ma la parola stessa ‘cooperazione’ dovrebbe indicare una volontà di affrontare aspetti comuni di lavoro o integrazione, smentiti invece dalla separazione di fatto, gli arabi vanno nel consolato est, senza contatto con coloro con i quali dovrebbero nascere iniziative condivise.

Ecco gli indirizzi come appaiono nel sito

Consolato Generale d’Italia Sede Ovest
Gerusalemme - Katamon 16, Kaf Tet Benovember St.
Tel. 00972 2 5618966 Fax 00972 2 5618944
P.O.Box 4570, Jerusalem 91044

Consolato Generale d’Italia Sede Est
Gerusalemme - Sheikh Jarrah 2, Mujeer Eddin St.
Tel. (02) 5618966 Fax (02) 5619190

Come si vede il Ministero degli Esteri ha già risolto per conto suo la ‘questione’ Gerusalemme, capitale indivisa dello Stato di Israele. Due consolati e la facciamo finita con le discussioni. L’Italia ha una lunga tradizione di filo-arabismo, attenuata solo in brevi intervalli. Oggi, in un momento di grave crisi economica, in cui vengono chiusi consolati italiani in giro per il mondo, forse è giunto momenti di averne uno solo a Gerusalemme. Potremmo persino definirlo il contributo italiano ai colloqui di pace.

Angelo Pezzana


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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