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La Stampa Rassegna Stampa
30.08.2013 Negoziati Israele-palestinesi: la prossima tappa a Roma, il 9 settembre
cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 30 agosto 2013
Pagina: 3
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «A Roma summit decisivo per i colloqui di pace»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 30/08/2013, a pag. 3, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "A Roma summit decisivo per i colloqui di pace".


Maurizio Molinari     Saeb Erekat, John Kerry, Tzipi Livni (foto d'archivio)

John Kerry arriverà a Roma il 9 settembre per sbloccare il negoziato di pace in Medio Oriente. In agenda ha gli incontri con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e un alto rappresentante dell’Autorità palestinese: il presidente Abu Mazen o il capo negoziatore Saeb Erakat.

Le indiscrezioni che filtrano da Washington e Gerusalemme suggeriscono che è stato Kerry a chiedere il minisummit, alla luce delle difficoltà nelle trattative in corso, suggerendo di farlo in Europa. Netanyahu ha poi proposto la sede di Roma. L’incertezza sul nome del rappresentante dell’Autorità palestinese nasce dal fatto che in questo momento è Abu Mazen ad aver sospeso in colloqui, in segno di protesta contro le nuove costruzioni negli insediamenti israeliani. Il Segretario di Stato americano, il premier israeliano e l’alto rappresentante palestinese si vedranno con il presidente del Consiglio, Enrico Letta, anche se il format resta da definire: si parla al momento di incontri separati ma potrebbe esservene anche uno collettivo.

Tanto Washington che Gerusalemme hanno interesse a sottolineare il ruolo dell’Italia come Paese «facilitatore» del negoziato israelo-palestinese, il cui obiettivo è arrivare entro l’estate prossima a un accordo definitivo su sicurezza, confini, rifugiati e status della Città Santa. Fonti diplomatiche precisano che l’intesa sugli incontri a Roma è stata raggiunta a metà mese, dunque prima dell’escalation della crisi siriana, proprio per la determinazione di Kerry a sbloccare l’attuale fase di impasse. Se manca ancora l’annuncio formale è in ragione non solo delle esitazioni palestinesi ma degli sviluppi in Siria, perché, qualora l’attacco americano contro il regime di Bashar Assad dovesse scattare prima del 9 settembre, tanto Kerry che Netanyahu potrebbero essere obbligati a dare forfait. I preparativi sono comunque in pieno svolgimento: il capo negoziatore americano Martin Indyk ha fatto avere a Kerry un memorandum sui nodi da sciogliere.

Netanyahu arriverà a Roma l’8 settembre, accompagnato dal ministro dell’Energia Silvan Shalom per discutere con le controparti italiane un’agenda che include gas e acqua. L’Italia è interessata a rafforzare la sua presenza nel consorzio che sfrutta i nuovi giacimenti di gas nelle acque territoriali israeliane. In agenda c’è anche l’ipotesi di un futuro collegamento fra tali riserve energetiche e il nuovo gasdotto Tap, che porterà il gas azero in Europa passando attraverso Grecia e Italia.

Atene infatti aderisce al Tap e ha siglato anche un accordo con Israele - e Cipro sullo sfruttamento del gas. Sarà questo uno dei temi al centro del summit bilaterale fra i due governi, che si svolgerà a Torino durante la prima settimana di novembre.

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