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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Dichiarazioni palestinesi ingannevoli quali armi strategiche 29/08/2013

Dichiarazioni palestinesi ingannevoli quali armi strategiche
Manfred Gerstenfeld intervista Michael Widlanski

 (Traduzione di Angelo Pezzana) 


Michael Widlanski, Battle for Our Minds: Western Elites and the Terror Threat

Michael Widlanski, autore di “Battle for Our Minds: Western Elites and the Terror Threat”, insegna all’Università  Bar  Ilan, è stato consigliere per gli Affari Strategici presso  il Ministero di Sicurezza Pubblica israeliano e  revisore degli archivi dell’Olp alla Orient House. Nel 2013-2014 è visiting professor  alla University of California, Irvine.  

“ I leader palestinesi hanno sviluppato tecniche ambigue quale arma strategica per smantellare, demoralizzare e ingannare i nemici, incassando, nello stesso tempo, consensi da altre parti. Dichiarano tutto e il suo contrario a seconda dell’interlocutore, nella tradizione della taqiyya, ovvero l’arte della dissimulazione, ovvero mentire per sconfiggere i nemici, secondo le regole imposte dall’islam. Quando si esprimono in inglese appaiono pacifisti, mentre quando parlano in arabo sono per la guerra.

“ Questo metodo  ambiguo e violento era già praticato prima della 2a guerra mondiale dal Gran Muftì di Gerusalemme Haj Amin al Husseini, che già nei primi anni ’20 diffondeva proclami nei quali accusava gli ebrei ‘ di voler conquistare il Monte del Tempio ‘, per poi mettersi al servizio della propaganda nazista.  I leader di Fatah, in modo particolare Yasser Arafat , poi  Mahmoud  Abbas  si comportano nello stesso modo “.

“ La comunicazione dissimulata era la specialità di Arafat, che divenne leader dell’Olp con l’uso del microfono e della penna invece che del fucile. Divenne poi leader di Fatah dopo essersi conquistato l’attenzione dei giornali in Egitto negli anni’50. Nel 1968 divenne il capo indiscusso dell’Olp dopo un abile sfruttamento mediatico. 

“ Dal 1968 al 1974, Fatah e Olp insieme volevano sostituire Israele con una ‘Palestina democratica’, un eufemismo, identico però a quando aveva dichiarato il leader precedente dell’Olp Ahmad Shukeiry: ..’ distruggere Israele e gettare gli ebrei in mare’. Nel 1974 l’Olp iniziò a moderare i toni, ma l’obiettivo era sempre lo stesso. Venne adottata la ‘Strategia passo dopo passo’, ovvero conquistare parti di Israele/Palestina attraverso mezzi pacifici. Le armi sarebbero servite solo nella battaglia finale. Arafat e Abbas hanno poi sempre adottato questa strategia.

“ Hamas, nel dichiarare il suo obiettivo, è sempre stato più diretto del Fatah/Olp: distruggere Israele con la forza delle armi. Ma ha imparato anche da Arafat e Abbas, tanto che in anni recenti, anche alcuni leader di Hamas hanno detto che Israele avrebbe potuto anche essere lasciata vivere se ritornava alle linee armistiziale del 1949 o al piano Onu di spartizione del 1947.

“ Malgrado tutti sostengano il contrario, nessun leader dell’Olp ha mai smesso di chieder il ‘ritorno dei rifugiati nelle loro case in Israele’. Israeliani e americani illustri hanno sostenuto questa teoria sciagurata. Arafat, Abbas, e negoziatori quali Yasser Abd-Rabbo, Nabil Sha’ath e Ahmad Qrei’a, ovvero Abu Ala, hanno pubblicamente e per molte volte rifiutato le compensazioni in tema di rifugiati offerte da Ehud Olmert, Tzipi Livni e, specialmente, Yossi Beilin e Shlomo Ben-Ami.

“ Allo stesso modo, sono state respinte le compensazioni offerte da molti israeliani e americani, e che l’Olp aveva accettato, cioè la cessione di territori israeliani alla sovranità palestinese. E’ successo anche con le compensazioni che la leadership dell’Olp avrebbe accettato con il controllo di Israele in alcuni luoghi santi a Gerusalemme est, e che Ramallah sarebbe diventata capitale palestinese. Abbas ha ancora ripetuto a fine agosto 2013 che non ci saranno mai ebrei nei territori palestinesi e che Gerusalemme sarà la capitale palestinese.

“ Abbas ha detto in una intervista a un giornale israeliano di non voler ritornare a Safed. Dopo di che, a un intervistatore arabo, ha dichiarato che tutti gli arabi erano liberi di decidere dove vivere. Ha pure specificato che tutti rifugiati avevano il ‘diritto’ del ritorno alle loro case.

“ Chi dice che l’Olp ha emendato il proprio statuto dice il falso. La ‘cerimonia’del 1998 che avrebbe dovuto sancirlo è ritenuta solo un fatto parziale dai palestinesi, anche se era stato deciso alla presenza di Bill Clinton e Benyamin Netanyahu. Leader palestinesi, tra cui il portavoce del Congresso Nazionale Palestinese Salim Za’anoun, sostengono che lo statuto dell’Olp non mai stato cambiato.

“ Periodicamente, sia Arafat che Abbas hanno dichiarato che ‘riconosevano Israele’. Poi spiegavano in arabo che riconoscevano de facto che Israele c’era, ma non il suo diritto a esistere. Respingevano poi ogni tentativo di riconoscere la sovranità ebraica e persino la nazione ebraica. Abbas ha sempre respinto la richiesta di Netanyahu che l’Olp accettasse Israele quale Stato a maggioranza ebraica. La leadership Olp, fino ad oggi, adotta carte geografiche e libri di scuola che scrivono solo il nome Palestina, includendo Tel Aviv e Haifa come città arabe. Molti israeliani e occidentali in genere, preferiscono credere che i leader dell’Olp ‘non pensino quello che dicono in arabo’. Invece la storia ci conferma che quanto dicono alla loro gente è ciò che pensano veramente “.

Widlanski conclude: “ Israele sbaglia nell’affrontare la comunicazione esterna, in parte perchè non c’è un unico punto di vista israeliano. Ogni battaglia ha un aspetto teorico, e questo è particolarmente vero in guerre che coinvolgono il terrorismo. Per vincere, devono informarsi quali sono veramente i reali obiettivi dei palestinesi e le loro tattiche.

Manfred Gerstenfeld fa parte del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, dove è stato presidente per 12 anni.
Nel 2012 ha ricevuto il " Lifetime Achievement Award" dal Journal for the Study of Anti-semitism" Collabora con Informazione Corretta.


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