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Informazione Corretta Rassegna Stampa
28.08.2013 Gli errori dell'America
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

Testata: Informazione Corretta
Data: 28 agosto 2013
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Gli errori dell’America»

Gli errori dell’America
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana


Barack Obama

La domanda che tutti gli opinionisti in Europa si fanno oggi è come il Presidente degli Stati Uniti d’America abbia potuto non imbroccarne nessuna in politica estera. La domanda che invece ci poniamo noi è come la maggior parte degli opinionisti abbiano potuto – come è tragicamente avvenuto – non essersi accorti subito degli errori che Obama stava commettendo, uno dopo l’altro, e i risultati si vedevano subito, non occorreva essere strateghi per accorgersene.
Finora non ne ha preso atto, non ha detto agli americani ‘scusate, ho sbagliato tutto, ma adesso ho capito’. Vediamo se di fronte alle critiche che gli stanno piovendo addosso ne prenderà atto. Difficile però dire se ci farà partecipi della sua nuova strategia, sempre che ne abbia una.
 Rivediamo la lista delle occasioni mancate, soprattutto nel Medio Oriente:

1) Egitto: ignoranza assoluta della storia del paese, dal suo primo discorso al Cairo, all’appoggio dei Fratelli Musulmani, fino all’insistenza con la quale ha chiesto che rientrassero a far parte del governo dopo l’allontanamento di Morsi

2) Arabia Saudita: si è schierato con i suoi nemici, malgrado sia l’alleato musulmano finora più fedele

3) Iran: offerte continue di dialogo, nella speranza di ottenere un rapporto diverso, ignorando la realtà dittatoriale del paese

4) Turchia: dichiarazioni di amicizia con Erdogan, al punto da far chiedere da Kerry le scuse di Netanyahu per la vicenda della Mavi Marmara, scuse rilasciate obtorto collo, che avrebbero riaperto i rapporti fra Israele e Turchia. E’ avvenuto il contrario, Erdogan ha accusato Israele di essere dietro alla guerra civile siriana, con un linguaggio pieno di anti-semitismo che persino Obama non potuto fare altro che condannare.

5) Siria: dopo due anni e più di 100.000 morti, la Casa Bianca non ha mai espresso una valutazione credibile, lasciando che la Russia, alleata di Assad, continuasse ad armarlo senza mai intervenire sull’argomento

6) Libano: con Hezbollah al potere effettivo, ogni giorno si registrano stragi di civili, nella sostanziale assenza politica americana

7) Veniamo a Israele: mentre tutto il Medio Oriente è sconvolto da guerre civili, rivoluzioni, terrorismo, lo Stato ebraico è – come abbiamo scritto più volte in questi giorni – un’oasi di pace, anche se per ora relativa. Che fa allora Obama ? Preme, attraverso Kerry, affinchè Israele – al prezzo della propria sicurezza – si liberi di Giudea e Samaria per destinarli a diventare lo Stato palestinese, come se questo potesse portare la pace, mentre invece è vero il contrario. Attualmente, senza il controllo militare di Israele, Giudea e Samaria farebbero la fine di Gaza, mettendo in pericolo non solo Israele ma tutto il mondo. Una prova ? l’attacco contro l’esercito israeliano dell’altro giorno, avvenuto alle 5,30 della mattina, mentre IDF entrava nel villaggio palestinese di Kalandiyah per arrestare un terrorista. Ad accoglierlo c’erano circa 500 giovani sui tetti delle case-  data l’ora era evidentemente tutto pre-organizzato - che hanno messo in pericolo la vita stessa dei soldati israeliani, come si vede nel video che IC ha in home page. E quelli sarebbero i territori giudicati pronti per un vicinato pacifico ? Obama sembra essersi specializzato nel dare consigli mortali agli stati amici. Se continua, è la fine dell’impero americano così come l’abbiamo conosciuto, una grande democrazia, alla quale dobbiamo anche noi italiani la nostra libertà dalla dittatura. 

Angelo Pezzana

P.S.: Ecco alcune dichiarazioni del Primo Ministro Benjamin Netanyahu e del Ministro della Difesa Moshe Ya’alon, che chiariscono la posizione di Israele nei confronti della crisi siriana:


Bibi Netanyahu:
-Lo Stato di Israele è pronto per affrontare qualsiasi scenario
-La guerra civile siriana non è affare nostro, ma, se attaccati, risponderemo con forza
-Le probabilità che Assad attacchi Israele sono considerate ‘basse o molto basse’
-Assad sa che se attaccasse Israele sarebbe la fine del suo regime
-Israele sostiene in ogni caso una azione militare internazionale, perché sarà un chiaro messaggio all’Iran in merito alla sua produzione di armi di distruzione di massa
-E’ importante che la comunità internazionale si renda conto dell’importanza di una azione comune.


Moshe Ya’alon:
-Da Teheran si estende un asse del male, passa da Damasco e raggiunge Beirut
-Il mondo democratico deve capire oggi quali crimini contro l’umanità questo asse del male può provocare
-Siamo coscienti delle minacce che vengono lanciate contro Israele,anche se non siamo coinvolti in nessun conflitto che insanguina il Medio Oriente. Chi pensa di poterci attaccare, troverà la risposta nella forza di Tzahal.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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