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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.08.2013 Pio XII e la Shoah
un silenzio assordante e nient'altro

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 agosto 2013
Pagina: 31
Autore: Dario Fertilio
Titolo: «Pio XII e i crimini del nazismo. La prudenza che salvò molte vite»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/08/2013, a pag. 31, l'articolo di Dario Fertilio dal titolo "Pio XII e i crimini del nazismo. La prudenza che salvò molte vite".


Pio XII                 Peter Gumpel

Padre Gumpel (nomen omen) è da sempre a capo del gruppo di prelati americani di origine ebraica impegnati a "sbiancare" il passato di Pio XII. Fu lui uno dei fondatori di "Pave the way", il movimento americano ebraico cattolico che nacque proprio per ripulire l'immagine di Pio XII. Quest'ultima testimonianza, riportata nel libro di Guiducci, non è verificabile data la morte del testimone che "aveva chiesto il silenzio fino alla sua morte, avvenuta da poco ". Sempre che questo sia vero. Stupisce che una tesi simile possa essere presa sul serio nella pagina culturale del Corriere della Sera. E poi, en passant, cosa c'entrano con il comportamento del Papa le cronache sull'intervento di Reiner Stahel - anche qui mai dimostrato - per fermare la deportazione degli ebrei romani verso Auschwitz? Facciamo inoltre notare l'uso del verbo 'condurre' da parte di Fertilio nella frase " il rastrellamento degli ebrei romani, quando oltre mille persone vennero condotte ad Auschwitz".


Ebrei 'condotti' ad Auschwitz

Ecco l'articolo:
 

Pio XII e il nazismo: una storia di spionaggi, delazioni e denigrazioni. Ne Il Terzo Reich contro Pio XII (San Paolo, pp. 350, 18) lo storico della Chiesa Pier Luigi Guiducci ricostruisce, carte alla mano, il rapporto di papa Pacelli con il Paese da lui molto amato e del quale parlava perfettamente la lingua. Il Pontefice è spesso stato accusato da storici di parte avversa di «assordanti silenzi», se non addirittura di complicità con Hitler; il libro di Guiducci si colloca sul versante opposto, alla scopo di sfatarne la leggenda nera. Così vengono passati in rassegna documenti e testimonianze in parte inedite, per dimostrare la tesi centrale: Pio XII agì con grande circospezione, evitando fin dove era possibile uno scontro con Hitler, ma soltanto allo scopo di salvare un canale di trattativa e non compromettere la Chiesa cattolica tedesca, minacciata di ritorsioni. Gli ebrei — e non solo quelli convertiti al cattolicesimo — pur nelle condizioni difficilissime in cui si trovava il Vaticano, furono una sua preoccupazione costante: tanto è vero che in centinaia di rapporti militari, diplomatici e spionistici nazisti il Papa viene qualificato come pericoloso avversario. Fra i documenti riportati nel libro spicca una preziosa testimonianza postuma, raccolta da padre Peter Gumpel, relatore nel processo di canonizzazione di Pio XII. Essa — riferita da un militare tedesco che aveva chiesto il silenzio fino alla sua morte, avvenuta da poco — riguarda il retroscena di una tragedia: il rastrellamento degli ebrei romani, quando oltre mille persone vennero condotte ad Auschwitz. Il punto centrale è: perché Heinrich Himmler, il 16 ottobre del 1943, alle due del pomeriggio diede improvvisamente l'ordine di fermare il rastrellamento? La ragione del ripensamento — che consentì a moltissime persone di salvarsi — fu un bluff del generale Rainer Stahel, responsabile del comando tedesco a Roma. Stahel, che non condivideva la linea dura, avvertì Himmler come il prolungarsi del rastrellamento avrebbe provocato una ribellione della popolazione, mettendo in pericolo l'approvvigionamento delle truppe tedesche impegnate al fronte. Himmler gli credette e diede l'ordine di interrompere la razzia. Qualche giorno dopo però, quando si rese conto che la minaccia prospettata da Stahel era inesistente — i romani erano ben lontani dall'essere sul punto di insorgere — Himmler si vendicò su Stahel, spedendolo sul fronte russo. Là, il generale verrà catturato dai sovietici e morirà nel 1955 in un gulag vicino a Mosca, dopo aver salvato almeno il suo onore.

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