Tre razzi katyusha colpiscono al nord
Lettera da Israele, di Angelo Pezzana
L’unica cosa certa è che i razzi katyusha che hanno colpito ieri il kibbutz Gesher Haziv in Galilea e la zona fra Akko e Nahariya, quest’ultimo intercettato da un Iron Dome, sono partiti dal Libano. Ma non è detto che dietro all’attacco ci sia Hezbollah, è molto più probabile che sia una organizzazione sunnita libanese affiliata ad al Qaeda, un tentativo di trascinare Israele nel conflitto mediorientale. Una reazione immediata contro le basi jihadiste nel sud del Libano di Israele- che però non è caduta nel tranello – avrebbe modificato la posizione fino ad ora neutrale di Gerusalemme nei confronti delle guerre civili che stanno sconvolgendo Siria ed Egitto. Lo stesso tentativo era stato messo in atto questo mese dal Sinai, quando un gruppo terrorista aveva lanciato un missile su Eilat, con l’obiettivo di mettere a rischio – in caso di reazione israeliana – il trattato di pace con l’Egitto. Tentativo anch’esso fallito.
Questo non significa che Israele stia alla finestra. Ieri Bibi Netanyahu ha dichiarato che il governo sta lavorando su due fronti, difensivo e preventivo, agendo con il massimo di responsabilità. Chi vuole attaccarci, ha detto, sa che cosa lo aspetta. Israele non ha bisogno di dimostrare di saper agire al momento opportuno.
L’esercito libanese e le forze UNIFIL hanno emesso un comunicato nel quale informano che stanno eseguendo le dovute investigazioni, arrivate per ora soltanto a stabilire che i razzi sono partiti dalla città di Tiro alle ore 16.50 del pomeriggio di giovedì. Una dimostrazione della quasi totale incapacità di garantire il controllo di quel territorio.
Bibi Netanyahu è poi intervenuto sull’Iran, annunciando che interverrà – probabilmente il 30 settembre – all’Assemblea Generale dell’Onu, con un discorso incentrato sul pericolo rappresentato non solo per Israele e il Medio Oriente dall’arma nucleare iraniana, ma per il mondo intero. E’ opinione largamente condivisa che l’Iran stia analizzando il comportamento dei governi occidentali sull’uso delle armi chimiche da parte della Siria. Un test per capire come muoversi nel momento in cui l’arma atomica sarà pronta per l’uso.
Angelo Pezzana