Ritratto di Tariq Ramadan
ovvero la Shari’a per il mercato occidentale
Tariq Ramadan, nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani, Hassan Al-Banna, fatto impiccare in Egitto da Nasser con l’accusa di essere un criminale terrorista, si stabilì in Svizzera con la famiglia, a Ginevra, città dalla quale predica un islam confezionato apposta per un pubblico internazionale, totalmente ignorante di religione e filosofia, al quale non par vero che una parola contenente un programma legislativo che prefigura un moderno Stato schiavista, venga presentata come un cioccolatino prelibato, confezionato in carta stagnola dorata, da un abile, proprio per questo pericoloso, ciarlatano.
Wikipedia lo presenta con una scheda che più contraffatta non si può, con l’aiuto di un’altra trombettiera che opera però in Italia, Farian Sabahi, il cui compito è invece presentare l’Iran di Khomeini come la patria del diritto. Entrambi siedono comodamente incadregati in numerose università, dove indottrinano gli studenti che hanno la sventura di seguire le loro lezioni.
Dopo essere stato dichiarato “persona non grata” in America durante la presidenza Bush, un divieto che gli è subito stato tolto da quel grande esperto in politica estera che è Barak Obama, Ramadan arriva il prossimo mese nella capitale piemontese, per partecipare a un festival dal titolo “Torino Spiritualità”, dove affascinerà inconsapevoli madame e madamini, vendendo quel boccone avvelenato che si chiama Shari’a, in confezione ‘occidentale’. Non pronuncerà quel nome, dovesse mai citarlo lo abbellirà, lo offrirà con abilità oratoria e con prestanza fisica non indifferente, quasi una star dei film dell’odiata America, che però è stata la base del suo successo in Europa. Le madame e i madamini lo applaudiranno, ‘ma come è bravo’, diranno, non passerà per la loro testolina quello che è appena avvenuto in Egitto, dove milioni di persone, dopo avere vissuto un anno sotto la dittatura dei Fratelli Musulmani, sono scesi in piazza per liberarsene. A Torino, Tarìq Ramadan fornirà la versione ‘light’ della dittatura, sentite che buon sapore ha, spiegherà a un pubblico disponibile a trangugiare qualsiasi polpetta avvelenata. Ma hai visto, che bell’uomo, diranno entusiasti, e come spiega bene ! Che poi i componenti della polpetta siano velenosi, no, questo non gli verrà in mente.
L’uomo è intelligente, questo è fuor di dubbio, potrà anche darsi che eviterà di toccare l’argomento Egitto, anche se l’opinione pubblica, male informata dai media, è stata più incline a commuoversi per Morsi, il presidente spodestato, invece di indignarsi per come aveva governato. I cattivi sono i militari del generale el-Sisi, che in questa immane tragedia provocata dai Fratelli Musulmani, rappresenta, se non altro, la coalizione laica.
Un consiglio per chi andrà a sentirlo, informarsi bene sui contenuti della Shari’a, e controllare ciò che avviene nelle dittature islamiche che l’hanno imposta. Vaccinarsi è sempre utile, impedisce l’infezione.