Milano: una denuncia per diffamazione e istigazione all'odio razziale e religioso Per aver manifestato perplessità sull'invito dell'imam radicale al-Bustanji alle celebrazioni di fine Ramadan
Testata: Il Giornale Data: 18 agosto 2013 Pagina: 1 Autore: Alberto Giannoni Titolo: «Il portavoce della sinagoga denunciato per 'odio razziale'. Caso Ramadan»
Riportiamo dal sito internet del GIORNALE l'articolo di Alberto Giannoni dal titolo "Il portavoce della sinagoga denunciato per «odio razziale». Caso Ramadan".
Davide Romano, portavoce della Sinagoga Bet Shlomo a destra, l'imam radicale al-Bustanji
Giuliano Pisapia
Quella che segue è la cronaca dell'ultima puntata sulle polemiche scaturite dalla decisione della Comunità islamica milanese di invitare, per le celebrazioni della fine del Ramadan, l'imam fondamentalista al-Bustanji. La comunità ebraica milanese aveva espresso, nei giorni scorsi, la propria perplessità circa la scelta dell'imam diffondendo alcuni video nei quali al-Bustanji esprimeva le proprie teorie fondamentaliste e radicali e aveva chiesto al sindaco Pisapia e alla giunta comunale di prendere le distanze dall'invito. Come si legge nel pezzo di Giannoni, il sindaco non ha preso posizione e il portavoce del Coordinamento della Associazioni Islamiche di Milano, Davide Piccardo, ha dichiarato di voler denunciare Davide Romano, portavoce della sinagoga Beth Shlomo di Milano. Notiamo, in ogni caso, che, salvo le pagine locali di alcuni quotidiani, nessun giornale ha ritenuto opportuno discutere la notizia. La comunità islamica di una città come Milano decide di celebrare con un terrorista la fine del Ramadan e, per i quotidiani italiani, questa non è una notizia. Per maggiori informazioni, cliccare sui link sottostanti http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=9&sez=120&id=50223 http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=50317
Ecco il pezzo:
«Avreste mai immaginato che difendendo i diritti dell'infanzia si potesse finire denunciati?». È la domanda che pone alla città Davide Romano, portavoce della sinagoga Beth Shlomo. A lui potrebbe succedere: «Me lo ha promesso via stampa - dice - il portavoce del Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano, Davide Piccardo». «La mia colpa? - aggiunge - Avendo saputo che l'imam Al-Bustanji avrebbe partecipato all'evento di fine Ramadan, mi sono informato su chi fosse. Ho trovato un'intervista in cui racconta, tra le altre cose, di avere incontrato un bambino di meno di 10 anni che voleva farsi martire a Gerusalemme». «Mi aspettavo - confessa - un racconto dell'imam in cui spiegava come ha fatto a far recedere il bambino da un proposito così folle. Qualunque adulto ragionevole l'avrebbe fermato. Invece no: di fronte a un bambino con propositi suicidi, l'imam inizia a esaltarlo». La Comunità ebraica ha preso una posizione molto netta sulla vicenda (arrivando a sospendere i rapporti con il Caim) e lo stesso hanno fatto molti consiglieri comunali - e non solo. Romano, da parte sua, sul caso ha intrapreso un'iniziativa molto serrata. Ha condannato la posizione dell'imam e ha chiesto a Piccardo di fare lo stesso: «Più che un mio diritto - dice - mi era sembrato un preciso dovere morale. E sottolineo che non ho proferito parola sulla questione israelo-palestinese, che Piccardo continua a tirare in ballo». «La mia presa di posizione - spiega - era solo e unicamente legata al comportamento di un leader religioso di fronte a un bimbo con propositi di quel genere. I diritti dell'infanzia vengono prima di tutto». Ma il Caim ha annunciato denunce per diffamazione e istigazione all'odio razziale e religioso. «Mai ho messo piede in un aula di tribunale - risponde l'esponente della comunità ebraica - e mai avrei pensato di doverlo fare per un accusa così assurda. Mi resta la consapevolezza di essere nel giusto, cosa che mi farà affrontare il processo a testa alta». Si aggiunge però «una punta di amarezza a livello personale». «In tutta questa vicenda - dice - Pisapia non ha preso posizione. Dal sindaco di Milano, un avvocato e un politico noto per il suo garantismo e la difesa dei diritti dei più deboli, mi sarei aspettato qualcosa di più». «Quando mi capita di andare a parlare nelle scuole - riflette - parlo spesso di come la qualità delle istituzioni dipenda anche dall'impegno dei cittadini a partecipare alla vita pubblica. Di come sia importante non delegare tutto alla politica. E' quello che ho fatto. Mai mi sarei aspettato di essere lasciato solo. Mai avrei pensato che il mio sindaco non prendesse posizione tra chi difende i diritti dell'infanzia e chi li viola. Mai avrei pensato che proprio lui si voltasse dall'altra parte di fronte a una denuncia così infamante. Ora però, inizio a farlo».
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